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mercoledì 3 agosto 2016

OLIMPIADI RIO 2016 - QUALI SONO LE SPERANZE DI MEDAGLIA PER L'ITALIA?

Salve gentili lettori.

In questo articolo, andrò a parlare di aspetti differenti rispetto a quelli che tratto solitamente all'interno del mio blog. Generalmente ho sempre trattato tematiche come la politica e l'economia, ma io sono un grande appassionato di sport, fin da giovanissimo. Mi sono allontanato dal calcio ormai da diversi anni, ma per tutti gli altri sport la mia informazione non è diminuita. 
Scindere gli aspetti politici da quelli sportivi è fondamentale, perché se è vero che sono contro la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, perché credo che prima di organizzare un evento di questa portata e con tali investimenti da sobbarcarsi, si debbano risolvere prima le problematiche fondamentali sui servizi offerti ai cittadini; dall'altra parte credo che non si debba perdere uno spettacolo che, sportivamente parlando, non ha eguali.
Il Brasile, forse contro il volere del proprio popolo, si è sobbarcato una mole di investimenti grossi in grandi eventi, ricordiamo anche il mondiale di calcio del 2014, la Confederation Cup del 2013. Questo è un problema politico, di un paese in via di sviluppo che avrebbe altre priorità rispetto all'organizzazione di grandi eventi sportivi, esattamente come l'Italia.

Ora, però, voglio parlare di Olimpiadi dal punto di vista sportivo.



Le Olimpiadi sono la manifestazione con il più alto grado di aggregazione di popoli e culture del mondo, e non la vedo come uno scontro titanico dal sapore nazionalista, proprio per la motivazione precedente. I boicottaggi di Mosca 1980 e Los Angeles 1984, in piena guerra fredda, furono strumentalizzazioni politiche che utilizzarono lo sport per scopi esterni.

Come avete letto nel titolo, vorrei parlare delle speranze di medaglia dell'Italia. Partiamo dal nuoto e dai tuffi.


                                                          NUOTO E TUFFI

Nel nuoto riponiamo ottime speranze, sicuramente maggiori rispetto alle cocenti delusioni sopportate a Londra 2012. Arriviamo con il campione del mondo in carica dei 1500 stile libero Gregorio Paltrinieri, che pochi mesi fa ha vinto la medaglia d'oro all'europeo di Londra con un grandissimo tempo, record europeo in 14'34''04, a soli tre secondi dal record di Sun Yang. Nella medesima gara, troviamo anche Gabriele Detti, compagno di allenamento di Paltrinieri, accreditato di tempi un po' più alti nella specialità, vice campione europeo, ma in grado di giocarsi una medaglia con il canadese Ryan Cochrane e lo statunitense, vice campione mondiale, Connor Jegger.

Spostandoci ai 400 stile libero, scopriamo sempre lui, un Gabriele Detti in grande spolvero, accreditato del terzo tempo mondiale dell'anno in 3'43''97 e campione europeo della distanza pochi mesi fa a Londra. La concorrenza è spietata, ma può giocarsi una medaglia insieme a Sun Yang, Horton a Guy, Cochrane e Jagger. Abbattendo il record italiano di Rosolino, risalente all'argento olimpico di Sydney 2000 di 3'43''40 ha probabilità grandissime di riuscirci.

Un'altra gara fantastica saranno i 100 stile libero, che vedono un Luca Dotto in grande spolvero, primo italiano a scendere sotto i 48 secondi, che si presenta come campione europeo in carica. Inutile dire che la concorrenza nella specialità regina è validissima: dall'australiano McEvoy, passando per il francese Gilot e l'americano Adrian, il canadese d'origine italiana Condorelli e il cinese Zatao, campione mondiale in carica.
Troveremo Luca Dotto anche nei 50 stile libero, che gli regalarono l'argento mondiale a Shanghai 2011. Può sicuramente scendere sotto i 22 secondi, e le medaglie, a mio parere potrebbero giocarsi sul 21.70 per l'argento e il bronzo. Dotto ha possibilità ridotte, ma in una gara dove i calcoli stanno a zero, mai dire mai. L'oro di Manaudou non pare poter essere in discussione.

Chiudiamo l'argomento maschile con la 4x100 stile libero, bronzo mondiale  e accreditata di un quartetto davvero valido: Luca Dotto, Marco Orsi, Filippo Magnini e Luca Leonardi. La staffetta ha sempre dimostrato di essere validissima nel fondamentale dei cambi e con un Orsi versione Kazan 2015, la speranza finale dev'essere raggiunta.

Passando al femminile, abbiamo la Pellegrini che può giocarsi il trono olimpico nei suoi 200 stile libero, Katie Ledecky permettendo. Una gara apertissima, specie se pensiamo ai tempi della Pellegrini del 2016, che è tornata sotto i 1'55, proprio come Katie Ledecky. La sfida si annuncia accesissima, con la Franklin che non sembra essere quella del 2015, e una Sjostrom in più da domare.

Un'altra staffetta che potrebbe regalarci soddisfazioni sarà la 4x200 stile libero donne, con la Pellegrini in ultima frazione che, se lanciata a dovere dalle tre precedenti staffettiste, potrebbe riportarci a ridosso del podio o oltre, come successo al mondiale di Kazan 2015, dove prendemmo l'argento.

Occhio al nuoto di fondo, dove l'iridato mondiale della 25 km Simone Ruffini si gioca grandi possibilità nella 10 km, dove si è imposto anche in una gara di coppa del mondo.

Passando ai tuffi, Tania Cagnotto, al suo ultimo tentativo olimpico, cercherà di far sua la medaglia olimpica che manca ad un palmares fantastico. Avrà due tentativi: il primo nel sincro 3 metri, in compagnia di Francesca Dallapè, dove le aspettative sono altissime, per la storia di questa gara ai mondiali da Roma 2009 in poi; il secondo nell'individuale, trampolino da tre metri, dove oltre le incredibili cinesi, dovrà vedersela con la Canadese Abel e la fortissima australiana Keeney.

                                                      ATLETICA

Dopo il caso Schwazer, che è comunque partito per Rio e aspetta la sentenza definitiva, si è socchiusa una grossa possibilità di medaglia. Un'altra mazzata è arrivata con l'infortunio del saltatore Tamberi, che faceva sperare in grande per la rassegna olimpica, dopo il fantastico record italiano a 2.39. Le speranze sono davvero piccole, e sono limitate al salto triplo con Donati, alla Rigaudo e alla Straneo. Sarebbero gradite delle sorprese!

                                                     CICLISMO

Abbiamo diverse chance nella prova in linea grazie alla presenza di Fabio Aru ma, soprattutto, di Vincenzo Nibali, uscito benissimo dal Tour de France. Nella specialità della mountain bike Fontana, bronzo olimpico a Londra 2012 può giocarsi nuovamente il podio, grazie alla sua esperienza, acquisita anche attraverso il quinto posto di Pechino 2008.    

                                                       BOXE      

L'assenza del fortissimo supermassimo Cammarelle pesa, ma Clemente Russo vuole e può finalmente raggiungere l'obiettivo di una carriera: vincere l'oro olimpico. Troviamo anche un Mangiacapre, bronzo olimpico a Londra 2012, in cerca di conferme e la variabile Cappai, che ha contro di lui i pronostici, ma potrebbe trovare comunque un risultato soddisfacente.                                        

                                                      TENNIS

Le speranze non sono concentrate nell'individuale, dove Fognini potrebbe riuscire, tirando fuori il suo miglior tennis a fare l'impresa, ma nel doppio femminile, dove la riunione del duo Errani-Vinci, che tanti slam hanno vinto nel recente passato, potrebbe aprirci grandi prospettive!

                                                    SCHERMA

Quando parliamo di scherma, il medagliere italiano s'illumina. E' sempre stato così, e speriamo che lo sia nuovamente anche a Rio 2016. Il fioretto individuale femminile ci apre a grandi prospettive, con la Di Francisca, campionessa olimpica in carica in grado di difendere il suo titolo ma, soprattutto, da Arianna Errigo, finalista a Londra proprio contro la Di Francisca, e in cerca di riscatto.

Il fioretto maschile vede grandi prospettive sia nella prova individuale, con Cassarà e Avola in cerca di riscatto dopo Londra e il giovanissimo Garozzo, variabile davvero pericolosa per qualsiasi avversario. Inoltre, nella prova a squadre, dove Cassarà, Garozzo, Baldini e Avola potrebbero ripetere i fasti delle recenti prove olimpiche italiane nella specialità.

Altre discipline dove nutriamo possibilità sono la spada sia individuale che a squadre, dove la campionessa mondiale Rossella Fiammingo si gioca l'oro. Inoltre, la sciabola individuale, dove Montano e Occhiuzzi potrebbero giocarsi chance di titolo olimpico, dopo l'oro di Montano ad Atene 2004 e il bronzo a squadre del 2012.

                                               TIRO CON L'ARCO

Questa disciplina appassiona sempre, quando arriviamo in periodo olimpico. Siamo detentori del titolo olimpico, ottenuto a Londra 2012 contro gli USA dal trio Galiazzo, Nespoli e Frangilli. Nella gara a squadre abbiamo più possibilità di centrare una medaglia, mentre nell'individuale, dato l'appannamento di Galiazzo, c'è da andare cauti.....ma il ricordo di Atene 2004 è sempre lì. Non dimentichiamoci le donne, che hanno una squadra giovane e possono far bene nella prova a squadre.

                                                 TIRO A VOLO

Si pensa al tiro a volo, e ci torna in mente il record del mondo di Jessica Rossi a Londra 2012, un incredibile 99/100. Arriva in buona forma la campionessa, e può giocarsi buone possibilità. Nel maschile, non dimentichiamoci di Fabbrizi, già argento olimpico e Pellielo, vincitore di due argenti e un bronzo olimpico.

                                                TIRO A SEGNO

In questa specialità Campiani di presenta da campione olimpico in carica nella carabina 50 metri da tre posizioni, mentre è argento in carica nella carabina da 10 metri. La speranza che si ripeta qui a Rio è alta! occhio anche a Petra Zublasing.

                                                     LOTTA

In questa specialità abbiamo ottime chance, grazie al cubano naturalizzato italiano Chamizo, un grande campione della disciplina, un vero e proprio lottatore che non si arrende mai fino all'ultimo secondo, come ha dimostrato recentemente.

                                        GINNASTICA ARTISTICA

Tutte le speranze sono concentrate su Vanessa Ferrari, grande campionessa che si giocherà le sue possibilità nella specialità del corpo libero e alla trave.

                                     ALTRI SPORT DI SQUADRA

Pesa l'assenza della nazionale di Basket, che aveva un insieme di cestisti davvero forti, sulla carta. Il volley sia maschile che femminile, ma anche la pallanuoto potrebbero offrirci diverse possibilità di trovare medaglie. Abbiamo un'ottima coppia nel torneo di beach volley maschile.


giovedì 21 luglio 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE - ANALISI SUI COSTI DEL SENATO.

Salve gentili lettori.

In questo articolo ho intenzione di proseguire le argomentazioni sulla riforma costituzionale, in vista del referendum confermativo che si svolgerà a novembre, a quanto pare. 
L'articolo di oggi nasce da un dato che ho potuto visionare sulla pagina Twitter ufficiale del Senato della Repubblica (https://twitter.com/SenatoStampa/status/755781985138794498), e che poi mi ha portato a fare una riflessione interessante, che vorrei condividere con voi.


Il dato è questo grafico, che ci va a illustrare il rapporto esistente tra il costo dell'istituzione Senato della Repubblica e il totale della spesa pubblica sostenuta dallo Stato.

Il rapporto, come potete vedere, è pari a 0,060%.
Ciò significa che sul totale della spesa sostenuta dallo Stato, lo 0,060% viene destinato al Senato della Repubblica, nella forma attuale, pre applicazione della riforma costituzionale del governo Renzi.

Osservate il grafico. Il rapporto sopra citato è già di per se in fase calante dal 2006, ed è passato in 9 anni dallo 0,083% allo 0,060% attuale.

Dato quest'elemento, ho provato a ragionare in collegamento con la riforma costituzionale, confrontando le diminuzioni di costo che la riforma garantirebbe passando dal Senato della Repubblica attuale, al Senato delle Autonomie, previsto dalla riforma. Il risparmio è pari a 58 milioni di Euro, ovvero l'8,8% dell'ammontare totale della macchina Senato della Repubblica, che si aggira sui 540 milioni.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/04/riforma-del-senato-ecco-quanto-si-risparmiera-appena-48-milioni-su-540-di-spese-solo-tagli-risibili/2431750/

In sostanza, i sostenitori del SI' al referendum costituzionale confermativo di novembre, stanno supportando, tra le tesi a sostegno dell'approvazione della riforma, l'ottenimento di un ingente risparmio per le casse dello Stato di 58 milioni di Euro, che porterebbe, secondo loro, grandi benefici.
Siete così sicuri che valga la pena mettere in gioco l'assetto dei poteri conferito al nostro Stato dalla Costituzione repubblicana, per una diminuzione pari a 58 milioni di Euro della spesa pubblica, ovvero, per capirci meglio, una diminuzione dell'8,8% di quel minuscolo 0,060% che è dimostrato dai dati del Senato?

Fossi in voi, cari connazionali, sinceramente, ci penserei 1000 volte prima di cadere in questi beceri giochetti di cifre, che sembrano essere enormi, ma in realtà non lo sono, se dall'altra parte della bilancia ci sono gli equilibri democratici della Repubblica.

E in chiusura, invito i sostenitori del SI' a giocarsi altre carte, per imporsi in questa partita, che vede da una parte il sostegno a una riforma che accentra verso l'esecutivo, e più specificatamente verso il presidente del Consiglio, i poteri; e dall'altra, chi vuole preservare gli equilibri democratici esistenti.

Alla prossima. 


martedì 12 luglio 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE - COME CAMBIEREBBE L'ARTICOLO 70?

Salve gentili lettori.

E' arrivato il momento di cominciare un percorso che ci porterà, tra qualche mese, a esprimerci sulla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi.
Non sappiamo ancora quando (pare abbiano spostato il voto referendario da ottobre a novembre); non sappiamo ancora come (pare vogliano spacchettare in più quesiti il referendum su questa riforma costituzionale).
Però, non possiamo farci trovare impreparati. Dobbiamo farlo in modo non politico, ma sul merito, come ha ricordato non più tardi di ieri proprio il premier italiano. Io, personalmente, dopo aver letto il testo della riforma costituzionale con attenzione, ho già una mia posizione, che è quella del NO, senza se e senza ma. 
Però, non basta dire NO, bisogna spiegare le motivazioni che ci portano a scegliere una strada, piuttosto che un'altra. E allora, per farlo, bisogna analizzare ogni articolo della riforma costituzionale, in modo tale da poter comprendere come cambierà la nostra carta costituzionale, qualora dovesse passare il SI'.

In questo articolo, ci concentreremo sull'articolo 70 della Costituzione, partendo da quello classico, per poi arrivare alla sua modifica attraverso la riforma costituzionale del Governo.

Buona lettura.


Direi di cominciare quest'analisi sull'articolo 70, partendo dal testo che è ancora oggi in vigore:

" LA FUNZIONE LEGISLATIVA E' ESERCITATA COLLETTIVAMENTE DALLE DUE CAMERE ".

Un testo molto semplice, lineare, breve, che ci spiega la nostra struttura di bicameralismo perfetto, dove le due Camere, Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, hanno la funzione legislativa, e la esercitano collettivamente, in quanto hanno gli stessi poteri e lavorano su un'identica legislazione. 

Per quanto riguarda il testo della riforma costituzionale del governo, vi invito a entrare in questo link del Senato della Repubblica, che contiene la riforma nella sua integralità, e cercarvi la riforma dell'articolo 70, che troverete nella parte iniziale. RIFORMA COSTITUZIONALE.
Sono stato evidentemente costretto a optare per questa scelta, in quanto il testo riformato è davvero lunghissimo. 

Cosa cambierà la riforma di quest'articolo all'interno della nostra Repubblica parlamentare?


La riforma dell'articolo 70 della nostra Costituzione repubblicana, assume un'importanza centrale per comprendere le conseguenze complessive che subirà la Repubblica, qualora passasse questa riforma. Esse, derivano dalla centralizzazione dei poteri dell'organo esecutivo, il Governo, conseguenti dall'unione di questa riforma e della nuova legge elettorale, denominata Italicum. Si tratta, in termini tecnici, delle conseguenze prodotte dal COMBINATO DISPOSTO di queste due riforme governative.
Attraverso la riforma di quest'articolo, il bicameralismo perfetto verrà abbandonato, e l'unica Camera parlamentare che rimarrà dotata della facoltà di sfiduciare il governo, sarà la Camera dei Deputati.
A questo punto, nell'analisi, entra in gioco la legge elettorale Italicum, che fornisce al partito vincitore, il 54% dei seggi. Di fatto, con una maggioranza così accentratrice, in mano ad un solo partito, ci troveremo di fronte a un governo mono partitico egemone, che non verrà mai sfiduciato dalla maggioranza parlamentare, formata da compagni di partito.



Quali modifiche subirà l'approvazione delle leggi?


Il meccanismo d'approvazione delle leggi, per l'organo avente il potere legislativo, il Parlamento, subirà una modifica sostanziale. Ad oggi, esistono due metodi differenti per approvare le leggi:
1) per le leggi ordinarie, serve l'approvazione del testo di legge da parte di ambe due le Camere, un'unica volta;
2) Per le leggi Costituzionali e di revisione costituzionale, invece, serve l'approvazione di ambe due le Camere, con due passaggi differenti, distanziati di almeno 3 mesi tra la prima approvazione bicamerale, e la seconda approvazione bicamerale.

Passando alla riforma Costituzionale del Governo, invece, se per le leggi Costituzionali, d'ordinamento degli enti territoriali, dell'istituto del referendum popolare, il Senato della Repubblica manterrà gli stessi poteri della Camera dei Deputati, non sarà così per tutte le altre leggi, quelle ordinarie.
In caso di SI', avremmo non più due metodi d'approvazione di norme parlamentari, ma 10-12 metodi, c'è ancora conflitto nel comprendere bene tutte le variabili che ha messo in gioco questa riforma.
Il Senato, infatti, avrà la facoltà di poter esaminare i disegni di legge provenienti dalla Camera dei Deputati, esclusivamente attraverso una richiesta esplicita, formulata da almeno 1/3 del totale dei suoi componenti. La facoltà dovrà essere esercitata entro 10 giorni dall'approvazione del testo alla Camera dei Deputati. 
Da quel momento, il Senato avrà un periodo di 30 giorni per poter esaminare il testo di legge, e apportare le sue modifiche attraverso degli emendamenti. Tuttavia, il testo proveniente dal Senato con tutti gli emendamenti di modifica, potrà essere respinto dalla Camera dei Deputati, attraverso una votazione avente maggioranza assoluta, che verrà assicurata dall'assegnazione dei seggi tramite l'Italicum. 

Mi fermo, perché quest'articolo vuol esclusivamente prendere in considerazione l'articolo 70.

Alla prossima. 

lunedì 20 giugno 2016

AMMINISTRATIVE 2016 - LA VITTORIA M5S E LA SCONFITTA DEL PD, IL PARTITO DELL'ORDOLIBERISMO.

Riprendo a scrivere in questo blog dopo l'ultimo articolo relativo al referendum sulle estrazioni.
Lo faccio perché le emozioni sono tante, dopo il risultato elettorale di queste amministrative 2016, specie dopo i ballottaggi di ieri sera.



Sono soddisfazioni molto grosse cominciare a credere in un progetto gradualmente, leggendo il blog di Beppe e poi vederlo crescere dal Vday 2007 di Bologna, e poi materializzarsi nel 2009 con il Movimento 5 stelle. Festeggiavo per degli 0,2% come avessimo vinto le politiche. Ora che un passo alla volta si sta materializzando la possibilità di governare il paese arrivo pure a commuovermi. Ieri, alla comparsa dei primi exit poll ho piazzato un urlo che non piazzerei mai per una vittoria personale (in famiglia....oh, chi ha segnato??). Ieri il m5s ha vinto 19 ballottaggi su 20, è un dato schiacciante. Su Roma, già alla comparsa della Raggi come candidata uscente dalle votazioni degli attivisti romani sul portale, festeggiai, perché non avevo molti dubbi sull'esito finale. L'avevo sentita solo una volta fin lì, però mi aveva colpito. Ma è stato a Torino il vero grande colpo di queste amministrative. Chiara Appendino ha compiuto un'impresa che ha pochi eguali. Complimenti al m5s Torino per la grandissima campagna elettorale, questo risultato è tutto loro.
Ieri, dopo la mezzanotte, ho scritto sul mio profilo di Facebook che questa fosse stata la sconfitta dell'ordoliberismo. Non l'ho scritto a caso. Ho scoperto l'ordoliberismo leggendo Barra Caracciolo, prima ignoravo il nome di un progetto che comunque vedevo chiaro materializzarsi. L'ordoliberismo in versione europeista e poi l'economia sociale di mercato è una corrente che, presa in considerazione l'esistenza delle Costituzioni e quindi della presenza di vincoli, un passo alla volta, lentamente, inverte la copertura dei servizi essenziali verso i privati, svuotando di fatto il fine sociale dello Stato (emblematico l'intervento del PD sulla privatizzazione dell'acqua di pochi mesi fa alla Camera, dopo che nel periodo berlusconiano salirono sul carro referendario, cercatelo su youtube). Privatizzare i profitti e socializzare le perdite, è questo il fine. Si lega molto bene al progetto di Hayek, di spostamento di sovranità a un livello superiore, dove il controllo popolare risulta essere svuotato di potenzialità. Le crisi sono uno strumento per velocizzare le riforme in nome di un interesse generale, che in realtà non c'è. Ma non sono io a dirvelo, è stato Monti in più riprese (le crisi servono a dare il via libera per riforme dal quale non si potrà totalmente tornare indietro; oppure il famoso "stiamo distruggendo la domanda interna"). E chi troviamo a fare queste riforme? Il centrosinistra, chiaro. Il trucco sta nel fatto che gli elettori ragionano per ideologia, e proprio per questo hanno il prosciutto negli occhi quando al governo arriva un governo di maggioranza di sinistra. Storicamente sono i governi di sinistra che, protetti dall'ideologia teoricamente a sostegno dei ceti bassi, in realtà ampliano le disuguaglianze (vedi Clinton). L'ordoliberismo oggi in Italia è rappresentato dal PD e ieri abbiamo sconfitto il PD. Gli elettori ideologizzati a sinistra, europeisti fino al midollo, dovrebbero provare a leggersi qualcosa sul tema: l'europeismo è esattamente questo. Non mi risulta che in origine fossero tutti per liberalizzare. Non è che senza accorgevi abbiate compiuto un'inversione verso la destra liberista? 

Tanti auguri di buon lavoro a tutti i sindaci pentastellati, con particolare attenzione a Virginia Raggi e Chiara Appendino.

giovedì 24 marzo 2016

REFERENDUM DEL 17 APRILE CONTRO LE TRIVELLAZIONI - ECCO PERCHE' VOTARE SI' ALL'ABROGAZIONE.

Salve gentili lettori.

Nell'articolo odierno andremo ad occuparci del referendum che ci attenderà tra meno di un mese, il 17 aprile, sulle trivellazioni. Ci sono stati degli sviluppi davvero incredibili negli ultime settimane e ritengo che serva mettere un po' d'ordine.
Vorrei impostare il tutto con una ricostruzione cronologica dei fatti, per poi arrivare alle argomentazioni sul referendum del 17 aprile.

Buona lettura.

Ad oggi, in Italia, secondo i dati messi a disposizione da Legambiente (dati riferiti ai documenti del Ministero dello Sviluppo Economico del 2015), entro le 12 miglia dalla costa, ci sono in attività 79 piattaforme, per un totale di 463 pozzi di petrolio. Inoltre, abbiamo altri 8 permessi di ricerca in concessione.
Tutto questo, soddisfa il fabbisogno per lo 0,95% sul petrolio e 3% sul gas (si parla solo di estrazioni entro le 12 miglia).

Dopo queste informazioni iniziali, possiamo cominciare.


1 - QUAL E' IL TESTO REFERENDARIO?

Di base, non si può non partire dall'oggetto, ovvero dal testo referendario, eccolo:

<< Volete voi che sia abrogato l'articolo 6 comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dal comma 239 dell'art.1 della legge 28 dicembre 2015, n.208 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)", limitamente alle seguenti parole: "per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"? >>.

Perfetto, ora abbiamo messo il mattoncino fondamentale, e possiamo cominciare a ragionare sopra il testo che sarà l'oggetto del referendum.

2 - LO SVILUPPO DELLE CONCESSIONI IN ITALIA

Andiamo a ricostruire le fasi che hanno portato al quesito referendario, attraverso una ricostruzione cronologica di parte della legislazione italiana sul tema.

1953
Partiamo dall'origine, ovvero dalla legge n.136 del 1953.
Essa, fondamentalmente, si occupò della normativa sulla nascita dell'E.N.I., che venne istituito precisamente all'articolo 1.

1957
Successivamente, 4 anni dopo, nel 1957, arrivò la prima legge sulla ricerca e coltivazioni di idrocarburi, attraverso l'approvazione della legge n. 6 del 1957.
All'articolo 6, si stabilirono delle concessioni di una durata massima di 4 anni, con la facoltà di poter esercitare due successive proroghe ognuna di 2 anni, qualora il titolare avesse eseguito gli obblighi a suo carico. Tuttavia, all'articolo 12, si legge che alla scadenza dei primi 4 anni, l'area concessa subisse una diminuzione del 25%, fatto che avveniva anche allo scadere della seconda concessione, per un ulteriore 25%.
Quindi, una concessione poteva durare per un massimo di 8 anni.
Per quanto riguarda le Royalties da versare allo Stato, sia sui giacimenti di petrolio che su quelli di gas nella terraferma si partiva da un minimo del 2,5%, fino ad arrivare ad un massimo del 22%.

1967
Proseguiamo con la legge n.613 del 1967, spiegando qualche modifica apportata.
Attraverso l'articolo 5, si andò a dividere il territorio in 5 zone differenziate:
Zona A - Zona adriatica fino al 44° parallelo. Qui la prospezione ebbe un termine di completamento fissato in 30 giorni;
Zona B - Zona adriatica fra il 44° e 42° parallelo. Qui la prospezione ebbe un termine di completamento fissato in 8 mesi;
Zona C - Zona siciliana, comprese le isolette. Qui la prospezione ebbe un termine di completamento fissato in 26 mesi;
Zona D - Zona tra l'adriatico e lo Ionio, a sud del 42° parallelo. Qui la prospezione ebbe un termine di completamento fissato in 14 mesi;
Zona E - Zona dell'arcipelago toscano e della Sardegna. Qui la prospezione ebbe un termine di completamento fissato in 14 mesi.
L'articolo 20 ampliò a 6 anni la concessione primaria (rispetto ai 4 del 1957) e diede facoltà di proroga di concessione per due volte, ognuna di 3 anni, per un totale massimo di 12 anni, contro gli 8 del 1957.
L'articolo 25 non modificò la normativa del 1957 relativa alla diminuzione dell'area dopo le proroghe.
Sempre all'interno della legge n.613, troviamo la percentuale delle Royalties da versare allo Stato, che arrivavano al 9% sul petrolio estratto in terraferma e l'8% sul petrolio estratto in giacimenti marini. Per quanto riguarda il gas, si arrivava al 9% su terraferma ed al 5% su giacimenti marini.

1991
Arriviamo così al 1991, con la legge 9 del 1991, avente come oggetto il nuovo piano energetico nazionale. In questo testo normativo, dedicato ad un piano energetico nazionale, agli articoli 4, 6 e 9 si fece riferimento ad attività di estrazione di idrocarburi. Andiamoli brevemente a vedere.
L'articolo 4 vieta la prospezione, la coltivazione e la ricerca di idrocarburi in zone ben specificate, dove rientrano il golfo di Napoli, di Salerno, il golfo di Venezia. Tuttavia, si specifica che restano inalterate zone  precedentemente soggette a concessioni da leggi antecedenti, perché si legge espressamente "fatti salvi i permessi, le autorizzazioni e le concessioni in atto".
Spostandoci all'articolo 6, scopriamo che la durata delle concessioni rimase inalterata rispetto al 1967, perché si parla di 6 anni, con la facoltà di ottenere due nuove proroghe di 3 anni ciascuna, qualora si fossero seguiti gli obblighi a carico dell'azienda. Inoltre, qualora i lavori non fossero ancora stati terminati alla fine della terza concessione, il titolare del permesso avrebbe potuto ottenere un'ulteriore proroga qualora fossero ancora in corso perforazioni per colpe non a carico del titolare.
In ultimo, l'articolo 9 regolamenta le concessioni sulle coltivazioni.

1996
Arriviamo al decreto legislativo 625/1996.
All'interno di questo testo normativo, troviamo delle modifiche alle percentuali di versamento delle Royalties allo Stato. Si parla di una diminuzione netta. Esse furono abbassate al 7% sul petrolio estratto in terraferma e al 4% sul petrolio estratto in giacimenti marini. Per quanto riguarda il gas, ci fu un ribasso al 7% su terraferma, mentre un rialzo dal 5% al 7% sui giacimenti marini.


3 - ECCO COME SIAMO ARRIVATI AL TESTO REFERENDARIO

2006 - 2012 
Proseguiamo ancora, arrivando al dunque.
Si parte dal testo base contenuto nell'articolo 6 comma 17 del decreto legislativo n.152 del 2006, che successivamente fu modificato dall'articolo 35 del decreto sviluppo n.83 del 2012
Il decreto Sviluppo, approvato dal parlamento durante l'esecutivo tecnico Monti, pare porre un freno apparente alle trivellazioni nell'articolo 35, con innalzamento (rispetto all'articolo 19 comma 1 del decreto legislativo 625/1996) delle aliquote ai titolari di concessioni (dal 7% al 10% per il gas e dal 4% al 7% per gli oli), tuttavia non pone freno alle concessioni in essere dal decreto 9/1991, rinnovate ulteriormente con un decreto del 2010 dal governo Berlusconi.

2014 - 2015
L'ultima fase, parte dal decreto del governo Renzi "Sblocca Italia", ribattezzato dai più anche "Sfascia Italia".
Da questo decreto sono nati i 6 quesiti referendari iniziali, che non andremo a vedere tutti, dato che, ahimè, c'è un unico quesito rimasto in piedi definitivamente.

Eccolo qui, il decreto legge n.133/2014, meglio conosciuto come Sblocca Italia. All'interno contiene diversi temi, si parla di grandi opere, con spostamenti di investimenti da opere vecchie (che mai verranno completate) ad opere nuove, come in un gioco delle tre carte; si parla di inceneritori per andare a bruciare le eco-balle della Terra dei Fuochi e, guarda un po', all'articolo 38, si parla di trivellazioni!
Qui c'è un conflitto d'attribuzioni incostituzionale che nasce tra Stato e Regioni, in quanto nell'articolo 38 si stabilì che le competenze in materia valutazione d'impatto ambientale (VIA), venissero centralizzate allo Stato. Questo va contro il titolo V della Costituzione, poi modificato dalle riforme costituzionali, ma ancora in attesa di approvazione o meno con il referendum costituzionale di ottobre 2016.
L'articolo 38, tra l'altro, da concessioni uniche per la ricerca e la coltivazione di gas e petrolio, diviso in due periodi:
PRIMO PERIODO: fase di ricerca di 6 anni, prorogabile per due volte per un periodo di 3 anni ciascuna (quindi potenzialmente 12 anni totali);
SECONDO PERIODO: qualora venisse rintracciato un giacimento coltivabile, il titolare avrebbe diritto ad un periodo di concessione di 30 anni, prorogabile per una o più volte (dal testo c'è nessuna specifica su quante volte, quindi fino ad esaurimento del giacimento, pare) per un periodo di 10 anni per ogni proroga.

Vi consiglio di ascoltare l'intervento del portavoce al Senato Carlo Martelli (m5s).



Dopo l'approvazione del decreto Sblocca Italia, nascono i presupposti per i quesiti referendari.

Il referendum è nato grazie a due associazioni ambientaliste, che avvalendosi dell'articolo 75 della nostra Costituzione, hanno sottoposto alle regioni una proposta di referendum popolare improntato su argomentazioni inerenti alle trivellazioni marittime.
Queste associazioni ambientalistiche sono  il coordinamento nazionale NO TRIV e l'associazione a Sud Ecologia e Cooperazione ONLUS. Dopo aver inoltrato la richiesta ufficiale, la proposta referendaria è stata approvata dall'assemblea dei presidenti dei consigli regionali, con l'unanimità dei voti. Hanno deliberato singolarmente i consigli regionali di: Veneto, Sardegna, Abruzzo, Puglia, Marche, Molise, Calabria, Campania e Basilicata. Successivamente, la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimi i quesiti referendari e li ha ammessi.
Ed eccoci arrivati al testo del referendum, che ritroviamo nel articolo 1 comma 239 della Stabilità 2016, che ha provato a riparare la sostanza contenuta nei testi referendari accolti dalla Corte di Cassazione, al fine di disinnescarli. Ecco cosa si legge nella Legge di Stabilità 2016:

"IL DIVIETO E' ALTRESI' STABILITO NELLE ZONE DI MARE POSTE ENTRO LE 12 MIGLIA DALLA COSTA LUNGO L'INTERO PERIMETRO COSTIERO NAZIONALE E DAL PERIMETRO ESTERNO DELLE SUDDETTE AREE MARINE E COSTIERE PROTETTE. I TITOLI ABILITATIVI GIA' RILASCIATI SONO FATTI SALVI PER LA DURATA DI VITA UTILE DEL GIACIMENTO, NEL RISPETTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA E SALVAGUARDIA AMBIENTALE".

Tuttavia, nel comma 240 dell'articolo 1 della Legge di Stabilità 2016, troviamo una modifica all'articolo 38 dello Sblocca Italia. Infatti, come potete verificare, vengono tolti alcuni presupposti, come le proroghe successive ai primi 30 anni.
Ciò significa che le concessioni già rilasciate avranno durata fino a quando il giacimento sarà completamente sfruttato, esattamente come nello sblocca Italia, ma la concessione durerà massimo trent'anni e poi ne avverrà una nuova.

Il quesito referendario, l'unico rimasto dei 6 rimasto in piedi, vuol andare ad abrogare la parte in grassetto contenuta nel comma 239 dell'articolo 1 della Legge di Stabilità 2016.
Cioè, in caso di vittoria del SI', rimarrebbero in essere le concessioni già concesse, fino alla loro scadenza, ma non fino all'intera vita estrattiva del giacimento.

Il ricorso dei presidenti di Regione non è andato a buon fine per problematiche inerenti esclusivamente a vizi di forma.
Ed ecco che, il 17 di aprile, ci troveremo a votare esclusivamente su un quesito referendario.

3 - QUAL E' IL SIGNIFICATO DEL TESTO DEL REFERENDUM? 

E' molto facile, nonostante il quesito sia lungo e contorto. Partiamo dal presupposto che questo sia un referendum abrogativo, e quindi si vuol andare a decidere se cancellare o meno un articolo dal nostro ordinamento giuridico, togliendogli, quindi, l'efficacia. Qualora vogliate votare contro le trivellazioni, andrete a barrare il SI', mentre se vorrete votare a favore delle trivellazioni, andrete a barrare il NO.
Il testo referendario ha questo significato: si vuol andare a cancellare dall'ordinamento giuridico italiano parte di una norma che non pone limiti alla durata della concessione, perché si parla, ad oggi, di concessione fino ad esaurimento del giacimento. Votando SI', si va ad abrogare questa norma, e le conseguenze saranno visibili non nell'immediato, ma nel medio periodo.
Infatti, questo referendum, per offrire i suoi benefici, in caso vinca il SI', dovrà attendere la scadenza delle concessioni d'estrazione che sono già state rilasciate dallo Stato alle società. In questo modo, semplicemente, le concessioni andranno a terminare senza poter essere più rinnovate. Si metterebbe la parola fine sulle concessioni.

Il PD continua a dire ai cittadini italiani che questo referendum sia completamente inutile, perché non va a rimuovere le trivelle. C'è una mezza verità sul fatto che non avrebbe funzione immediata ma, ogni volta che vi raccontano una mezza verità, vi stanno raccontando una balla.
Infatti, come abbiamo visto nell'accurata analisi, è vero che nell'immediato questo referendum, anche qualora vincesse il SI', non riuscirebbe a togliere le trivellazioni, ma porrebbe le basi per far scadere le concessioni e non rinnovarle più.
Su queste considerazioni, votare SI', per chi come me abbia a cuore la causa, non è solo importante, ma è fondamentale.

ALTRE INFORMAZIONI UTILI

1) Ho fatto una ricerca sul sito del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), per comprendere a quanto ammonti il Gettito dello Stato proveniente dalle Royalties (cliccateci e controllate i gettiti anno per anno). Ebbene, nel 2015, lo Stato italiano (comprendente anche Regioni e Comuni) ha percepito un totale pari a 352 milioni di Euro, 49 in meno del 2014, dove arrivò a 401 milioni e 68 in meno del 2013, dove si toccarono i 420 milioni.
Le proiezioni del ministero, inoltre, danno un gettito progressivamente calante nel tempo.
Sostanzialmente, si va a pareggiare il costo del referendum del 17 aprile, dato che non lo si è voluto accorpare alle elezioni comunali per pregiudicare il raggiungimento del quorum (e fatevi due domande, su).

2) Come si può facilmente verificare nel capitolo 3, pagina 25, di questo documento del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), inerente la tassazione della produzione di petrolio e gas in Italia, le Royalties in Italia arrivano circa il 10% sui giacimenti sulla terraferma, e si fermano al 4% sui giacimenti marini. Per fare un confronto con il resto del mondo, per esempio, in Russia si arriva all'80%. Ma non è finita qui, perché abbiamo delle protezioni sia al rialzo che al ribasso, prendendo come metro di calcolo il quantitativo di estratto in tonnellate (di petrolio e di gas).

Partiamo dal petrolio:  c'è l'esenzione dal pagamento delle Royalties fino al superamento di 50 mila tonnellate estratte su giacimenti marini, mentre, per quanto riguarda i giacimenti su terraferma, l'esenzione dal pagamento della Royalties arriva fino al superamento di 20 mila tonnellate.
Invece, qualora le soglie venissero superate, scatta una detrazione di 40 Euro per ogni tonnellata estratta.

Passando al gas: c'è l'esenzione dal pagamento delle Royalties fino al superamento di 25 metri cubi standard sui giacimenti di terraferma, mentre, per quanto riguarda i giacimenti su marini, l'esenzione arriva fino al superamento di 80 metri cubi standard.


3) CI SONO MAI STATI INCIDENTI, IN ITALIA?

Eccovi la risposta, in questo video dell'eurodeputato Affronte (m5s).




Inoltre, nel silenzio completo dei tg, il 13 marzo 2016 (la notizia, infatti, è trapelata solo ieri sul web), c'è stato un incidente che ha provocato il riversamento di una marea nera di petrolio nel Mar Mediterraneo. L'incidente è stato, semplicemente, la perdita di un piccolo tubo. Quest'incidente è avvenuto in Tunisia, sulle coste delle isole Kerkennah (le trovate nella cartina che vi ho posizionato a proposito della divisione in zone decisa nel 1967. Sono visibili a sud est della Tunisia, accanto alla zona C), a 120 km da Lampedusa, presso una piattaforma situata a 7 km dalla costa. Se aggiungiamo il fatto che l'economia di queste isolette si basi sulla pesca, il quadro della situazione è pronto. (Fonte: La Repubblica).


4) PER QUANTO TEMPO, AUMENTANDO L'ESTRAZIONE DI PETROLIO, RISOLVEREMMO IL PROBLEMA DEL FABBISOGNO ENERGETICO NAZIONALE? 

Grande domanda, questa. Ad oggi, la produzione nazionale di idrocarburi arriva a coprire il 7% del totale di fabbisogno nazionale. La Total ci informa che questo significa soddisfare, nel presente, il 7% del fabbisogno di petrolio e circa il 10% di gas naturale.
Questo è un dato importante: le riserve di gas naturale, darebbero la possibilità di soddisfare la domanda per circa un anno e mezzo (aumentando a dismisura l'estrazione e non importandone), mentre, con le stesse prerogative, si sarebbe arrivati a due anni per quanto riguarda le petrolio.

Come si vede dal documento del MISE sulla SITUAZIONE ENERGETICA NAZIONALE DEL 2014il petrolio rappresenta il 34% del fabbisogno totale (pagina 12). A pagina 11 del documento, potrete trovare i consumi annuali, dove si nota che il consumo interno lordo sia in decrescita (dopo un picco massimo del 2005 pari ad un valore di 197, nel 2014 si è arrivati a 166). Al contrario, il fabbisogno annuale nazionale coperto dalle fonti rinnovabili è in crescita di anno in anno, e nel 2014 ha toccato il 21,2%, contro il 19,5% del 2013 (trovate tutto a pagina 12).
Sapete quanto sono incentivate le fonti fossili, ogni anno, nel mondo? Sono incentivate per 6000 miliardi di dollari, mentre, al contrario, gli incentivi sulle rinnovabili arrivano a 600 miliardi di dollari. E' davvero incredibile, ma questo è il dato.
Spostandoci in Italia, il dato sulle fonti fossili in quanto a spesa totale arriva a 12 miliardi.

Ed ora, qualche dato interessante (Fonte: https://aspoitalia.wordpress.com/2016/03/20/la-morte-fossile-dellitalia/)

- Il picco massimo di produzione del gas naturale lo toccammo nel 1994;
- Il picco massimo di consumo del gas naturale lo toccammo nel 2005, per poi decrescere progressivamente;
- Nel 2014, la produzione interna di gas naturale ha coperto i consumi per il 12%, di cui il 67%             estratto dal mare;
-  La produzione interna di petrolio copre il 10% dei consumi nazionali;
- Negli ultimi 6 anni nessun nuovo pozzo esplorativo in mare è stato perforato;
- Il ritmo di perforazione dei giacimenti già scoperti è in crollo progressivo da 4 anni;


Escludo volontariamente tutti gli aspetti di carattere ambientale che porterebbero a preferire l'abrogazione di questa parte della norma. Lo faccio semplicemente perché sarebbe troppo semplice argomentare su aspetti ambientali. Ho preferito farlo sul campo dei petrolieri.

IN CONCLUSIONE

Il 17 aprile votiamo SI' per dire NO alle trivellazioni. Raggiungere il quorum sarà un'impresa stratosferica, e dubito fortemente che si arrivi all'obiettivo, ma dobbiamo provarci. Il PD, dopo aver provato a disinnescare i 6 quesiti referendari (credo che questo l'abbia mantenuto volontariamente in piedi, ben sapendo che avrebbe poi staccato il referendum dalle comunali, al fine di non far raggiungere il quorum ed ottenere una presa mediatica negativa sui comitati che si sono battuti generosamente per l'indizione del referendum) e dopo aver staccato questo referendum dalle elezioni comunali con un surplus di costi di oltre 300 milioni di Euro, sta spingendo per l'astensione. Il Partito democratico che spinge per l'astensione? Questo è in antitesi con l'essenza stessa di democrazia, che sta nel potere del popolo di autodeterminarsi. Si sono fatti un clamoroso autogol. 
Sapete chi suggerì l'astensione per il referendum del nucleare e dell'acqua pubblica? Berlusconi! Ecco, il PD è la stessa cosa.

Chiuderei in bellezza, con l'alternativa a medio-lungo termine, proposta dal movimento 5 stelle con un piano energetico nazionale che arriva al 2050.

2020 - Chiusura di tutte le centrali a carbone;
2030 - L'elettricità interamente prodotta con fonti rinnovabili;
2050 - Togliere l'utilizzo di carburanti anche dalla mobilità.

Seguitevi questo video del cittadino portavoce Carlo Martelli (m5s) ad Italia 5 stelle. Ne vale la pena!



Alla prossima.






lunedì 22 febbraio 2016

EURO - SI POTREBBE USCIRE DALL'EURO SENZA USCIRE DALL'UNIONE EUROPEA?

Salve gentili lettori!

All'interno di quest'articolo vorrei, finalmente, ritornare a trattare un tema che nel mio blog ho seguito a lungo, questo tema è l'Euro. Effettivamente sto scrivendo meno in questo periodo, ed ho accantonato l'informazione economica personale, per dedicarmi ad altre letture di tipo differente.
Tuttavia, il richiamo dell'economia è sempre forte, quindi a breve tornerò a leggere libri su questa materia. 
Ragionando un po' ho scoperto comunque una chiave di lettura differente, che non avevo mai raggiunto prima nei miei articoli. Vorrei esporvela in breve qui.

Sappiamo che, un Stato sovrano interno all'Unione Europea, che comunque non abbia ancora adottato la moneta unica, è fornito di una deroga a tempo determinato. In aggiunta, dopo i nuovi accordi raggiunti tra le istituzioni dell'Unione Europea ed il governo britannico, sappiamo che questi accordi sono addirittura prorogabili. Teoricamente, quindi, la deroga ha comunque una scadenza fissata, nella quale lo Stato sovrano dovrà arrivare al dunque e fare una scelta, in una direzione o nell'altra.
Mi pare di comprendere che, l'adozione della moneta Euro per i paesi interni all'Unione Europea, ma comunque ancora forniti della propria moneta sovrana nazionale, non risulti essere un obbligo imprescindibile, ma semplicemente una facoltà d'esercizio di un diritto.
Questo significa che, lo Stato sovrano quando arriverà al dunque potrà prendere una decisione, attraverso strumenti democratici previsti dalla legislazione vigente
Per questo, sono arrivato a pormi una problematica che non mi ero mai posto prima, che è la seguente: perché, allora, non è valido il ragionamento inverso?
Mi spiego meglio con un esempio.
Se io, Stato sovrano X, interno all'Unione Europea ma con facoltà d'adozione della moneta unica Euro posso facoltativamente decidere di esercitare o non esercitare questo diritto, allora perché io, Stato sovrano Y, interno all'Unione Europea ed interno anche al sistema dell'Eurozona non posso decidere di uscire dall'Eurozona pur rimanendo dentro l'Unione Europea come Stato avente moneta sovrana nazionale?

E' una problematica davvero interessante questa, e da non sottovalutare.
Perché, qualora questo ragionamento non fosse esatto, significherebbe semplicemente che, una volta terminata la deroga agli Stati aderenti all'Unione Europea, ma esterni al sistema dell'Eurozona, essi verrebbero espulsi dall'Unione Europea.
Tuttavia, io non conosco nessuna norma che esponga queste tesi!
Conosco semplicemente l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, che poi non è nient'altro che una Costituzione Europea sotto forma di Trattato, in modo da aggirare i referendum popolari, che fecero precedentemente saltare il progetto della Costituzione Europea.
L'articolo 50 permette, ad uno Stato appartenente all'Unione Europea, di uscire dall'Unione.
Vi allegherò il testo dell'articolo 50 al termine dell'articolo.

Quindi, le domande finali sono:

1) SI POTREBBE USCIRE DALL'UNIONE EUROPEA?

Sì, uno Stato può uscire dall'Unione Europea, attraverso l'applicazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona. Qualora volesse rientrarci in un momento successivo all'uscita, attraverso accordi negoziali differenti, dovrà farlo utilizzando l'articolo 49 del Trattato di Lisbona, che contiene la procedura di richiesta d'accesso.


2) SI POTREBBE USCIRE DALL'EURO STANDO NELL'UNIONE EUROPEA?

Questa è la domanda delle domande e, soprattutto, la risposta delle risposte. Stando al mio ragionamento, la risposta dovrebbe essere affermativa, perché non avrebbe senso studiare una condizione che agisce in un modo nel momento dell'adozione dell'Euro, offrendo facoltà d'esercizio di un diritto e non un obbligo d'esercizio a scadenza del termine prefissato, e che invece non agisce in modo contrario nel momento in cui uno Stato volesse recedere.

Specifico che Draghi, su specifica domanda degli Europarlamentari del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato l'Euro un processo irreversibile.
Quando un processo è irreversibile, significa che non c'è più l'applicazione della democrazia, in quanto un popolo, attraverso la sua volontà potrebbe in un futuro decidere di voler percorrere una strada differente per il suo sviluppo, e l'irreversibilità è contraria a questo possibile processo democratico.


Eccovi l'articolo 50, alla prossima! 


                          ARTICOLO 50 DEL TRATTATO DI LISBONA

1. Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall'Unione.

2. Lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio europeo. Alla luce degli orientamenti formulati dal Consiglio europeo, l'Unione negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a definire le modalità del recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l'Unione. L'accordo è negoziato conformemente all'articolo 218, paragrafo 3 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Esso è concluso a nome dell'Unione dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento europeo.
30.3.2010 Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 83/43 IT.

4. Ai fini dei paragrafi 2 e 3, il membro del Consiglio europeo e del Consiglio che rappresenta lo Stato membro che recede non partecipa né alle deliberazioni né alle decisioni del Consiglio europeo e del Consiglio che lo riguardano.
Per maggioranza qualificata s'intende quella definita conformemente all'articolo 238, paragrafo 3, lettera b) del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

5. Se lo Stato che ha receduto dall'Unione chiede di aderirvi nuovamente, tale richiesta è oggetto della procedura di cui all'articolo 49."









mercoledì 17 febbraio 2016

UNIONI CIVILI - M5S - LA SCELTA DEI PORTAVOCE AL SENATO MI RAPPRESENTA IN TOTO.

Salve gentili lettori.

In questo breve articolo, vorrei rimarcare quello che è successo ieri al Senato, durante la discussione del DDL Cirinnà sulle Unioni Civili. Io sono un attivista del movimento 5 stelle, e mai come ieri sono stato fiero della scelta portata avanti dai miei portavoce. Argomenterò a sostegno di questa mia tesi, perché comprenderla, se lo si vuol fare, è davvero molto semplice. E' la base di una democrazia parlamentare.

Buona lettura.

Ciò che non si capisce, è che siamo in una democrazia parlamentare, dove i parlamentare sono rappresentanti del campione della cittadinanza italiana. Per approvare una legge, serve che il popolo sia a favore e preparato a quel determinato pensiero, perché manda in Parlamento qualcuno che rappresenti le sue istanze. In questo caso, la maggioranza sulle Unioni civili c'è! questo se c'è una legge elettorale che copi il più possibile la rappresentanza popolare all'interno dell'istituzione Parlamento. Ogni parlamentare, rappresenta un campione di 50 mila cittadini. Ad approvare le unioni civili, ci si arriva attraverso un dialogo parlamentare aperto, anche ai rappresentanti della cittadinanza italiana che si oppone a questo progetto, facendo sì che possano esprimersi in dissenso: loro sono in quell'assemblea in rappresentanza di cittadini, esattamente come lo siete voi. 
E' democrazia, o ci siamo dimenticati il significato?

Quando un popolo è di per se pronto ad un cambiamento, esso arriva naturalmente, perché eleggeranno dei rappresentanti che siano in conformità con i cambiamenti che si vorranno ottenere all'interno della società.
Per ottenere un cambiamento, in una democrazia parlamentare, non si può utilizzare un metodo antidemocratico, punto. 
Volete ottenere un risultato reprimendo il diritto di rappresentanza istituzionale del campione di cittadinanza italiana che la pensa diversamente rispetto a voi? Allora non siete democratici.
Il cambiamento avverrà, manca poco, perché i voti per far approvare il provvedimento ci sono! il movimento 5 stelle è arrivato addirittura a non presentare nessun emendamento, per non bloccare ulteriormente il dibattito su questo disegno di legge, su cui auspica fortemente che ci sia un esito positivo, e non era mai successo nella storia della Repubblica che un gruppo parlamentare non presentasse nessun emendamento.
Ma, se la maggioranza, nonostante la Lega Nord avesse rimosso già in partenza 4500 dei 5000 emendamenti presentati inizialmente, riducendo il dialogo a 500, un numero normalissimo, continua a voler agire attraverso strumenti di repressione delle minoranze parlamentari, come il maxiemendamento, allora bisogna dire no, in rispetto della forma di Stato che abbiamo, in rispetto delle minoranza che non possono essere rappresentante nel dibattito.
Tagliare la lingua alle opposizioni non è democratico. Anche se si parla di espressione di pensieri come quelli di Giovanardi, che non piace neppure a me, è ugualmente sbagliato, perché essendo un parlamentare della Repubblica rappresentativo di 50 mila cittadini italiani come noi, ha il diritto di portare la loro voce.

IL MAXIEMENDAMENTO

Che cos'è il cosiddetto CANGURO?

Il canguro è un maxiemendamento che distrugge il dialogo parlamentare, ammazzando quasi tutti gli emendamenti presentati  delle opposizioni. E' dittatura. Che si sia d'accordo o meno con la legge, non si può votare a favore di questo metodo. Mi sono sentito rappresentato dai senatori del m5s, come nella stragrande maggioranza dei casi, perché io avrei fatto la stessa cosa. Questo metodo va a ripercorrere il metodo incostituzionale  di legiferare perennemente attraverso le questioni di fiducia, al fine di superare il dialogo parlamentare.

Il risultato finale si otterrà, ma attraverso un dialogo parlamentare aperto alle opposizioni parlamentari di questo provvedimento specifico, non con sistemi totalitari che svuotano il significato di democrazia parlamentare. 
Otterremo il risultato, e sarà ancora più bello averlo fatto dando a tutti la possibilità di dissentire.

" NON CONDIVIDO LA TUA IDEA, MA DAREI LA VITA PERCHE' TU LA POSSA ESPRIMERE ". 

Vale sempre, anche in questo caso. Ed è proprio quando il risultato prodotto sarebbe andato bene al Movimento 5 stelle, che bisogna rimarcare i danni democratici che porta legiferare in questo modo.




Alla prossima.

lunedì 1 febbraio 2016

UNIONI CIVILI, L'ART. 3 SULL'UGUAGLIANZA FORMALE E SOSTANZIALE ED IL CONFLITTO TRA DIRITTI CIVILI E SOCIALI.

Salve gentili lettori.

Ero da qualche settimana che ormai non scrivevo più sul blog, ma il tema delle unioni civili mi obbliga per coscienza personale ad esprimere il mio modestissimo parere. Proverò a farlo attraverso la Costituzione, il codice civile, il concetto di Famiglia che viene molto spesso strumentalizzato, facendo un richiamo a ciò che avviene e le motivazioni che portano tutto questo ad avvenire.
La legge dovrebbe arrivare al Senato domani, nella giornata di martedì.

Buona lettura.


Partirei in quest'analisi facendomi aiutare da uno degli articoli della Costituzione italiana che io amo di più, che è l'articolo 3, concernente il concetto di uguaglianza, visto sia da un punto di vista formale e sia da quello sostanziale. 

                                                     
Le motivazioni che mi portano ad amare questo articolo si possono capire, ed in questo caso possiamo rifarci a tutti e due i commi per rispondere alle problematiche inserite nell'argomento di cui stiamo discutendo.
Nel primo comma, che si occupa del principio di uguaglianza formale, troviamo scritto che:

 "i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali"

Formalmente, la Costituzione che nella gerarchia delle fonti del diritto è al primo posto, sancisce già di per se che le persone omosessuali (si parla di condizioni personali e sociali), hanno pari dignità sociale rispetto agli eterosessuali.
Il primo comma, infatti, ci parla molto bene del DIVIETO DI DISCRIMINAZIONE.
Andando al comma due, scopriamo che esso sancisce il principio di uguaglianza sostanziale, dicendo che: 

"E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana".

Si dice, semplicemente, che lo Stato deve porre in essere tutta una serie di strumenti, legislativi e funzionali, che vadano a sanare queste disuguaglianze.
Purtroppo, ancora oggi, questa disuguaglianza tra eterosessuali ed omosessuali resta ancora tale, lo vediamo tutti i giorni in base alle discriminazioni subite da quest'ultimi all'interno della società. 

Ma cosa prevede la legge a breve in discussione sulle unioni civili?

Qui è stata fatta una confusione incredibile, ma non è stata provocata a caso, secondo me, ma bensì per disorientare l'opinione pubblica sul contenuto stesso della possibile riforma. 
Potete leggervi la proposta di legge in questione su questo link: http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/39314.pdf.
Il primo capo è dedicato alle unioni civile per le sole coppie omosessuali;
Il secondo capo, invece, riguarda sia le coppie omosessuali, che le coppie eterosessuali.
All'articolo 5 si parla dell'ormai famosa STEPCHILD ADOPTION, ovvero l'estensione delle responsabilità genitoriali anche rispetto al figlio del proprio compagno/a.
La legge, non prevede nessun passo riguardante il cosiddetto utero in affitto.

Visti gli aspetti di carattere costituzionale, dobbiamo fare un passo ulteriore, per andare ad osservare la problematica da un altro punto di vista, ovvero quello parlamentare.

La proposta di legge è della parlamentare Cirinnà, del PD. Il movimento 5 stelle, con votazione avvenuta nel portale nel 2014, voto favorevolmente alle unioni civili, con 21 mila voti favorevoli e 4 mila contrari. L'appoggio del m5s è garantito purché non si vada a distruggere l'impianto della legge stessa. 
Le problematiche nascono all'interno delle forze di maggioranza. Il PD, che ha presentato il progetto di legge, vede una divisione interna, provocata dai parlamentari cattolici che stanno remando contro, e rischiano di far saltare la possibilità d'approvazione della legge al Senato, dove la maggioranza è più limitata, specie prendendo in considerazione il fatto che NCD, sempre in maggioranza, è dubbiosa sulla scelta finale.
Ciò che sorprende è la mancanza dell'ideologia cosiddetta progressista nel PD, che dovrebbe essere il suo punto di forza, mentre ad oggi, rischia di diventare un boomerang incredibile.
In Italia, lo sappiamo, la presenza del Vaticano affievolisce le possibilità dei partiti politici di incidere su questioni come questa, perché i partiti hanno paura di ripercussioni di carattere elettorale riguardante i propri elettori cattolici. Questo è un limite che, ancora oggi, l'Italia non è riuscita a superare, purtroppo.
L'idea di una politica completamente laica, è presente in Costituzione, ma non viene applicata. Il sogno sarebbe quello di vedere politici cattolici, seguire uno schema di politica laica. Vedremo cosa ci riserverà il futuro.

Ora, passiamo alla Famiglia. 

Il concetto di Famiglia, per l'ala cattolica è fisso: un padre, una madre, e dei figli. Ed è proprio su questo versante che il PD rischia di far mancare i suoi voti decisivi per l'approvazione di questa legge.
Andando a vedere un confronto di concetto di "Famiglia", all'interno della nostra giurisdizione, possiamo trovare due interpretazioni differenti, all'interno dell'articolo 30 comma 3 della Costituzione e nell'articolo 230-bis del Codice Civile.
Nel primo caso, l'interpretazione di famiglia è restrittiva, mentre nel secondo caso, l'interpretazione è di carattere estensivo.

L'articolo 30 comma 3, interpreta la famiglia in modo restrittivo, considerando Famiglia un nucleo composto da genitori e figli.
Per quanto riguarda l'articolo 230-bis eccolo, riguardante aspetti di diritto privato, nello specifico dell'impresa di famiglia, l'interpretazione è di tipo estensivo, ed apre il concetto di famiglia, aprendolo a più personalità.
In questo caso, la Famiglia non è vista esclusivamente come composizione di genitori e figli, ma apre ai parenti ai parenti fino al terzo grado di parentela, ed agli affini fino al secondo grado.

Vedete come, i concetti di famiglia sono variabili, e non esiste uno schema fisso. Solo i paraocchi non ci permettono di vedere altri tipi di famiglia diversi rispetto ai canoni cosiddetti abituali. 
Rimuoviamo questi paraocchi e diamo una visione che vada verso un futuro dove la parità dei diritti sia una costante.

Una piazza riempita per negare dei diritti sacrosanti ad altre persone, non incarna ciò che s'intende per manifestazione di volontà.


In ultima analisi, vorrei esporvi un confronto tra diritti civili e diritti sociali.

Il governo in questo momento è costretto a gettarsi disperatamente sui diritti civili, perché sono il paracadute unico che può avere in un periodo in cui ci sta togliendo tantissimi diritti sociali, ottenuti con anni di lotte di lavoratori e sindacati.
E' quindi il momento giusto per pretendere un passo avanti sul lato dei diritti civili, che dalla nascita della Repubblica, come abbiamo visto in questo breve articolo, ancora non sono stati completati come richiesto dalla Carta costituzionale.
La maggioranza di governo, nonostante sappia che gettare la discussione politica sui diritti civili sia l'unico modo di sottrarsi alle problematiche derivanti dai diritti sociali, ha l'acqua alla gola, perché come abbiamo visto, il PD non trova un equilibrio per il malcontento dell'ala cattolica.
Premete sui diritti civili ora, ma sappiate alcune cose che ora proverò a dirvi.

L'appartenenza dell'Italia all'area Euro, fa si che non si possa applicare una svalutazione competitiva attraverso la moneta. E' vero che l'Euro s'è svalutato in questo periodo, ma il nostro competitor è dentro l'area Euro, ed è la Germania. Una svalutazione della moneta Euro, ammazza comunque i benefici maggiori che noi potremmo trarre attraverso l'aumento della domanda estera rilanciando l'esportazioni, perché automaticamente, di questo beneficio sta giovando anche la Germania, e questo lascia la situazione immutata.
Non avendo una moneta sovrana, non possiamo applicare svalutazione della moneta, e per tornare competitivi sui mercati, il governo applica una svalutazione del mercato del lavoro, attraverso l'abbassamento dei diritti sociali. Non vi siete già dimenticati del JOBS ACT, vero?
Vi rinfresco la memoria: PUBBLICO IMPIEGO
Ci sono stati tagli anche alle prestazioni sanitarie coperte dallo Stato, con l'esclusione di 203 esami medici che ora pagherete di tasca.
E come dimenticarci della cosiddetta riforma della "Buona scuola" che colpisce i diritti all'istruzione???
Controllate anche questi aspetti, non fatevi trascinare dove vuole il governo, ma abbiate gli occhi ben aperti per percepire una visione più ampia delle problematiche italiane.

Alla prossima.