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martedì 25 ottobre 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE - UN LIBRO DEL 1997 CON LE BASI DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE DI RENZI.

Salve gentili lettori.

Oggi vorrei occuparmi di referendum sulla riforma costituzionale, in quanto il 4 dicembre ormai si avvicina sempre di più, e dobbiamo conoscere quante più informazioni possibili, sia da un punto di vista contenutistico attuale, e sia da un punto di vista contenutistico in riferimento al passato e al futuro. Se è vero che questa riforma agirà nel nostro futuro, come vedremo, è anche vero che le sue radici sono storicamente molto più profonde di questi 3 anni di governo Renzi.
Io leggo continuamente e, pochi giorni fa mi sono imbattuto in una lettura europeista fino al midollo; questo libro è dell'ex Presidente del Consiglio Letta. Sono un amante delle letture politico-economiche e, dopo aver letto ben 5 libri economici a sostegno dell'uscita dell'Italia dall'Euro, ho voluto leggere per mero approfondimento personale dei punti di vista differenti, in quanto bisogna conoscere in modo approfondito il pensiero di chi persegue politiche contrarie al proprio pensiero personale. E' un fattore di arricchimento.
Questo libro è: "Euro Sì, morire per Maastricht", risalente al 1997.
Tra le varie argomentazioni che vi ho trovato, sono spuntate informazioni che calzano a perfezione con i contenuti del combinato disposto "Italicum-riforme costituzionali", come oggetti di un cambiamento di struttura che dovrebbe attuare il nostro Stato per avvicinarsi agli altri paesi dell'UE.
Pur conoscendo le idee di Letta già in passato, mi sono stupito che a 19 anni di distanza, queste informazioni possano esser incastrate perfettamente con le riforme attuali.



Andiamo a vedere insieme.

Io, direi di partire dal documento della riforma costituzionale, ma non dall'articolato, che sarà tema di un altro specifico articolo dettagliato, ma dalle premesse che giustificano questa riforma di 47 articoli. State a vedere.


"[...] Lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione del processo di integrazione europea e, in particolare, l'esigenza di adeguare l'ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea (da cui sono discesi, tra l'altro, l'introduzione del Semestre europeo e la riforma del patto di stabilità e crescita) e alle relative stringenti regole di bilancio (quali le nuove regole del debito e della spesa); le sfide derivanti dall'internazionalizzazione delle economie e dal mutato contesto della competizione globale; le spinte verso una compiuta attuazione della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione tesa a valorizzare la dimensione delle Autonomie territoriali e, in particolare, la loro autonomia finanziaria (da cui è originato il cosiddetto federalismo fiscale), e l'esigenza di coniugare quest'ultima con le rinnovate esigenze di governo unitario della finanza pubblica connesse anche ad impegni internazionali: il complesso di questi fattori ha dato luogo ad interventi di revisione costituzionale rilevanti, ancorché circoscritti, che hanno da ultimo interessato gli articoli 81, 97, 117 e 119, della Carta, ma che non sono stati accompagnati da un processo organico di riforma in grado di razionalizzare in modo compiuto il complesso sistema di governo multilivello articolato tra Unione europea, Stato e Autonomie territoriali, entro il quale si dipanano oggi le politiche pubbliche [...]".

Ora siete a conoscenza della vera finalità dell'articolato, ovvero inserire vincoli costituzionali all'attuazione delle politiche economiche UE, in quanto, costituzionalizzando l'attuazione delle stesse, esse non potranno più essere impugnate verso la Corte costituzionale, se non con grandissima difficoltà. Ma in un prossimo articolo vedremo i contenuti degli articoli più importanti.

Ritorniamo al libro di Letta "Euro Sì, morire per Maastricht", e arriviamo subito a una delle riforme di Renzi: la legge elettorale "Italicum". Essa offre una maggioranza schiacciante a una sola forza politica, successiva alla vittoria del ballottaggio e, grazie agli effetti della modifica del Senato e dell'articolo 83 (modalità d'elezione del Presidente della Repubblica) e 72 (clausola di supremazia del governo sul Parlamento), svuota i poteri del potere legislativo parlamentare, e gonfia quelli dell'esecutivo. Una maggioranza così ampia, avrà semplificata l'elezione del Presidente della Repubblica di suo gradimento, con un quorum relativamente abbordabile a partire dal settimo scrutinio e, conseguentemente, potrà ottenere anche la maggioranza in Corte Costituzionale (8/15), tramite 5 eletti dal PdR e 3 dalla Camera, controllata tramite l'Italicum. Scacco!

Cosa scrisse Letta nel 1997?

"Il sesto punto è quello sulla stabilità politica. Un paese caratterizzato da incertezze politiche, governi deboli e continui cambiamenti di maggioranze non darebbe certo le necessarie garanzie di affidabilità, così come sarebbe indubbiamente più difficile per qualsiasi paese con difficoltà sul parametro del debito/Pil al 60% puntare all'ingresso nell'Euro con un governo che regge per pochi voti, sfidato da minoranze compatte nel rigettare Maastricht e tutti gli sforzi necessari per entrarvi e rimanervi".

Ecco, per perseguire la via Europea, nel 1997 come oggi, serviva un indebolimento delle minoranze parlamentari e un governo granitico, che potesse vantare autorevolezza numerica e quindi una grossa "STABILITA' DELL'ESECUTIVO". Esattamente ciò che persegue l'Italicum.

E ora, la ciliegina sulla torta: cessioni di sovranità, considerazioni sull'articolo 11 e conseguente necessità di riforme Costituzionali pro-UE.

Partiamo dal testo dell'articolo 11:

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."


Quindi, l'articolo 11 della nostra Costituzione, che è un principio fondamentale e quindi non può essere soggetto a modifiche, afferma che l'Italia ripudia la guerra per risolvere controversie internazionali e, per perseguire pace e giustizia tra le nazioni, è disposta a LIMITARE LA PROPRIA SOVRANITA' A CONDIZIONE DI PARITA' CON GLI ALTRI STATI. 
Attenzione alle parole! la Costituzione parla di limitazione, e non di cessione, che sono due cose completamente differenti! la limitazione è temporanea, collegata al perseguimento dei fini prestabiliti e alle condizioni prestabilite; la cessione è definitiva.

Vediamo le parole di Letta:

"Il completamente dell'Unione Economica e Monetaria comporta un trasferimento di sovranità assai rilevante dalla sfera nazionale a quella sovranazionale. Tutto il cammino dell'integrazione europea è stato contraddistinto da graduali CESSIONI di sovranità, che hanno nel tempo conferito alle istituzioni comunitarie... prerogative proprie di uno Stato nazionale
[...] la semplice ratifica parlamentare del Trattato (di Maastricht) da parte dell'Italia con l'articolo 11 della Costituzione....oltre a non fare alcun riferimento alla costruzione sovranazionale europea, era redatto per altre forme di appartenenza a organismi internazionali, con scopi molto diversi da quelli della Cee e dell'UE.
Appare oggi improrogabile, l'inserimento nella Costituzione dei necessari riferimenti al nuovo assetto sovranazionale dell'Unione: la necessità è politica, ma è posta anche da forti esigenze di natura giuridica sulla necessaria ridefinizione del quadro delle fonti del diritto in Italia. I trasferimenti di sovranità legati alle decisioni di Maastricht hanno già cominciato a produrre i loro effetti".

Avete capito??

Non avendo uno strumento costituzionale che permettesse di CEDERE sovranità e neppure limitarla per questioni inerenti alle finalità della Cee e dell'UE, utilizzare l'articolo 11 della Costituzione per ratificare il Trattato di Maastricht è stata una forzatura. Questo articolo non fa nessun riferimento a cessioni e limitazioni di questo tipo ma, proprio per questo motivo, serve una riforma costituzionale che inserisca i riferimenti al nuovo assetto sovranazionale dell'UE, anche per ridefinire le fonti del diritto in Italia.
Io sapevo già quest'aspetto sull'interpretazione reale dell'articolo 11, ma non pensavo certamente di trovarlo in un libro del genere.
Le politiche UE saranno monitorate dal Senato delle Autonomie, che dovranno vigilare sulla loro applicazione. Nel prossimo articolo, vedremo questa legislazione all'interno della riforma: articoli 55, 70, 71, 117, 119; che impegnano anche Regioni e Comuni, oltre al bilancio centrale.

Per ora ricordatevi questo: la riforma persegue una perfetta linea di comando, che parte dal livello sovranazionale, passando per l'UE e arriva a livello nazionale, con un governo autorevole e stabile, con poteri di imporre una votazione entro una certa scadenza fissata. Ciò agevola il recepimento delle direttive UE, monitorate dal nuovo Senato nominato. Inoltre, centralizza i poteri degli Enti locali (Regioni e comuni), verso lo Stato.

Ps. Renzi ha dichiarato che, dopo l'approvazione della riforma costituzionale nel referendum 2017, chiederà riforme strutturali all'UE. Il fatto è che, come abbiamo appena visto, con questa riforma si sta vincolando a seguire la legislazione attuale tramite la Costituzione. Non sta in piedi!


mercoledì 19 ottobre 2016

LIBRI - ANSCHLUSS E GOOD BYE LENIN!

Salve gentili lettori.

In questo articolo, vorrei occuparmi di un libro che ho terminato di leggere da pochi giorni, ovvero Anschluss, l'annessione, di Vladimiro Giacché. 
E' un libro che consiglio vivamente a tutte quelle persone che si sono interessate alle tematiche inerenti all'Unione Europea e all'unione monetaria che la contraddistingue, ovvero l'Euro.
Consiglio la lettura dopo un'infarinatura generale di queste tematiche, magari attraverso il libro "Il tramonto dell'Euro" di Bagnai, proprio perché quest'ultimo è un libro molto importante, scritto in modo comprensibile e semplificato, ben documentato con dati e grafici a sostegno delle tesi economiche che si portano avanti nelle argomentazioni.
Anschluss è un libro che si occupa principalmente dell'unificazione della Germania est alla Germania ovest, successiva alla caduta del muro di Berlino e dell'Unione monetaria di pochi mesi prima, per poi proporre una comparazione dei punti in comune tra l'unificazione tedesca e la situazione dell'Unione Europea e dell'Euro.
Ricostruisce questi eventi come una vera e propria ANNESSIONE della Germania Est.
Vediamo di entrare nei punti fondamentali.
Si parte con la situazione presente in Germania est, dove vengono raccontate alcune problematiche presenti, dovute a diversi fattori: arretratezza del sistema produttivo, dovuto un po' al sistema socialista, e un po' ai costi post seconda guerra mondiale, sobbarcati per più di 2/3 dalla Germania est, rispetto alla Germania ovest (che ebbe dalla sua parte anche l'aiuto derivante dal "Piano Marshall").
Giocando su una protesta in corso nel 1989 in Germania est, dove i cittadini volevano delle riforme, per ottenere un sistema più democratico, ma essendo comunque ben fermi sulla indipendenza della Repubblica dall'Ovest, i politici dell'Ovest, spiecialmente il cancelliere Kohl, annuncia una condizione di prossima insolvenza dell'Est, dovuta al debito. In realtà, questa condizione di insolvenza, come dimostrato dai dati nel libro, non esisteva, in quanto il debito pubblico dell'Est era inferiore ai 20 miliardi di Dollari. 
Inoltre, vi era un problema di flusso migratorio in uscita dall'Est, dovuto all'apertura dell'Ungheria, che amplifico lo spostamento da Est a Ovest, passando attraverso l'Austria. Pensate, che in un solo anno si passò dalle 39 mila persone, a 2 milioni di persone.
Facendo enorme pressione propagandistica su questi fattori, il governo dell'Ovest propose un'unione monetaria, offrendo il Marco dell'Ovest anche allo Stato dell'Est, con cambio 1 a 1 (pensate che il Marco dell'Ovest, in quel momento storico, era la moneta più forte del mondo).
Un rapporto di cambio tra il Marco dell'Ovest e il Marco dell'Est, seppur nascosto, esisteva, ed era fissato in 1 Marco Ovest per 4, 44 Marchi dell'Est.
Dietro quest'offerta del governo dell'Ovest, non vi era un gesto di fratellanza, come vedrete leggendo il libro, ma uno strumento da utilizzare politicamente nelle ormai incombenti elezioni politiche dell'Ovest. 
Nonostante la preoccupazione manifestata dai politici e dagli economisti dell'Est, che ritenevano il loro sistema produttivo non pronto nell'immediato ad un confronto basato sulla legge della domanda e dell'offerta con gli altri paesi capitalistici, l'unione monetaria arriva a compimento.
Il sistema produttivo dell'Est, esce completamente fuori mercato, dovendo sopportare una rivalutazione monetaria spaventosa, del 350%.
Pochi mesi dopo, arriverà anche l'Unione politica, aumentando il peso politico della Germania in Europa, e facendole ritrovare quella centralità che sarà fondamentale per la cosiddetta "Costruzione Europea".  
Tra il 1989 e il 1991, l'economia della ormai ex Germania Est, crolla sotto i colpi della cura da cavallo imposta dalla rivalutazione monetaria.
I dati sono incredibilmente drammatici: -44% di PIL, - 2 milioni di occupati, -67% di produzione industriale.
Altri aspetti fondamentali che troverete nel libro, sono:
- Le modalità alquanto particolari relative alla privatizzazione completa, fino alla fine del 1994, del patrimonio della Ex Germania Est, affidato a una società "fiduciaria" detta "Treuhandanstalt";
- La privatizzazione del sistema bancario della Ex Germania Est;
- Il trattamento dei debiti dei cittadini dell'Est.


Dopo aver letto il libro, vi consiglio la visione del film successo: Goodbye Lenin! che tratta il periodo dell'unificazione in modo davvero interessante e coinvolgente, tramite una storia tra una madre dall'etica socialista, e un figlio che non vuole farle scoprire l'avvenuta unificazione.





Alla prossima!