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lunedì 26 marzo 2018

ROBERTO FICO PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI - UN PASSAGGIO DI UN SOGNO UTOPICO.

L'elezione di Roberto Fico come Presidente della Camera dei Deputati segna un passo fondamentale ed emozionante per chi, come me, segue il Movimento 5 stelle dalle sue origini, tramite gli spettacoli di Beppe Grillo. C'ero, quando a Cagliari, il 22 marzo del 2014, Roberto Fico venne ad un'agora e ci spiegò come nacque in lui la voglia di incominciare a costruire questo progetto politico seguendo la strada segnata da Beppe Grillo.

Questo fu il suo intervento




Nacque tutto da un articolo di Beppe Grillo nel blog, che si chiedeva come fosse possibile canalizzare tutta la frustrazione accumulata dagli spettatori dei suoi monologhi satirici, in energia positiva che andasse realmente ad influire nel vissuto. Dall'informazione, all'azione. 
Fu così che Beppe Grillo propose i famigerati Meetup, e Roberto Fico colse l'occasione, aprendo il primo Meetup a Napoli, nel 2005.
Il suo intervento continuò, spiegandoci come all'inizio fosse totalmente isolato, e per cercare di dare qualche informazione, si costruì un nickname alternativo, che utilizzava per porsi dei quesiti, mentre offriva la risposta dettagliata alla domanda stessa. Di fatto si faceva la domanda, e si dava pure la risposta, in modo da offrire già qualche piccola base di partenza a chi si fosse affacciato per appoggiarlo in questo progetto.
I meetup si moltiplicarono in Italia, e la prima riunione dei meetup italiani avvenne a Napoli, in una grotta di tufo, dove una quarantina di attivisti cominciarono a confrontarsi su alcune tematiche utili per portare la voce dei cittadini. Una storia che mi colpì molto, e che ora mi fa emozionare.
Roberto Fico rappresenta l'utopia del Movimento, la Storia del Movimento 5 stelle.



Al primo VDay del 2007, Beppe Grillo tentò un collegamento via Skype con un'altra piazza, quella di Napoli. E chi c'era lì a rispondere? Sempre lui, Roberto Fico, impegnato a raccogliere le firme per la legge d'iniziativa popolare "Parlamento pulito".


Sono aneddoti che un ragazzo come me, che segue Grillo da quando aveva 13 anni, non dimentica.
Quello stesso giorno del 2014, Roberto Fico, tra tutti i temi che ci spiegò sulle dinamiche parlamentari, si concentrò molto sull'utilizzo scorretto della decretazione d'urgenza da parte del Governo, che di fatto sgonfiava il potere legislativo del Parlamento, togliendo la voce alle opposizioni. La decretazione d'urgenza è diventata prassi, su temi dove non c'è una reale urgenza che richieda un intervento immediato. Essa è diventata semplicemente un metodo per aggirare il confronto parlamentare con l'organo eletto dal popolo.
E ieri, nel discorso d'insediamento da Presidente, Fico ha portato alla luce le medesime tematiche che ci spiegò quel giorno a Cagliari, garantendo l'impegno per un Parlamento che torni centrale nelle dinamiche politiche, con un dialogo ampio tra gli eletti.


Non vi nego che sabato mattina, quando il nome di Roberto Fico è stato ufficialmente presentato come il candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Camera dei Deputati, in me ci sia stata una grande emozione. Un'utopia che trova una reale conclusione.

Ecco la proclamazione.



Ed ora auguri di buon lavoro, Presidente Fico.

mercoledì 21 marzo 2018

DISCORSO DELLA SERVITU' VOLONTARIA, di Étienne de La Boétie

La scorsa settimana mi sono concentrato su una lettura che si è rivelata davvero molto interessante: Discorso della servitù volontaria, del filosofo francese De La Boétie. In questo breve articoletto, vorrei portarvi all'attenzione alcuni punti che per me sono risultati rivoluzionari nella concezione della problematica sociale, nel rapporto esistente tra il tiranno e suoi sudditi.
De La Boétie compie una netta inversione rispetto alla concezione presente sulla problematica della schiavitù volontaria nella sua epoca. Da colpa del tiranno oppressore, si passa a compartecipazione degli oppressi alla loro stessa oppressione, come se questa dinamica crei un legame inscindibile di "sicurezza". 
Egli ci fa semplicemente notare che esiste una volontà degli strati oppressi della società a farsi piegare da un tiranno, in quanto se solo gli oppressi volessero rovesciare il tiranno e recuperare ciò che più conta nella loro vita, ovvero la libertà, potrebbero farlo senza l'utilizzo della violenza. Secondo De La Boétie, basterebbe una reale presa di coscienza popolare sulla problematica del recupero delle libertà individuali e collettive, per non seguire più i dicktat imposti dall'alto da un tiranno che, in realtà crea la sua forza imponente semplicemente tramite la sudditanza di un popolo incapace di una presa reale di coscienza.
De La Boétie ci fa comprendere come sia incomprensibile una paura che crea sudditanza se a subirla non è una singola persona o un piccolo gruppetto di persone, ma villaggi interi, città, Stati, nei confronti di un singolo uomo.
Su quest'incapacità, il tiranno costruisce il suo sistema d'oppressione, talvolta con alcuni stratagemmi che non impongono violenza o privazioni, ma attraverso la distrazione di massa: eventi vari di divertimento, atti ad impegnare l'intelletto degli oppressi su aspetti del tutto secondari rispetto al problema della sudditanza al suo controllo.
Un'altra modalità fondamentale di controllo esercitata dall'oppressore, di fonda sulla voglia degli oppressi di crearsi, seppur all'interno di un sistema d'oppressione e tirannia, una sorta di condizione privilegiata di schiavitù. Tramite questa scelta, il tiranno riesce a crearsi dei supporti popolari alla sua condizione privilegiata.
Un passaggio decisamente interessante è dato dalla constatazione del filosofo sulla capacità di alcuni illuminati che, di fronte allo sfruttamento e all'oppressione subita dalla propria nazione, riescono a creare intorno a loro un movimento imponente, atto a una generale presa di coscienza della popolazione oppressa. Questi pochi casi, secondo De La Boétie, se mossi da un'intenzione buona e integra, riescono alla fine a raggiungere il loro scopo di liberazione, in quanto la lotta per la liberazione riesce a farsi largo da sé per farsi riconoscere tra gli oppressi.
Questo illuminante saggio di De La Boétie, pubblicato clandestinamente a partire dal 1576, possiamo trasportarlo ancora per comprendere le dinamiche attuali. Di fatto, egli è riuscito a comprendere le dinamiche più avanzate della pubblicità e della propaganda, che muove le folle alla ricerca di effimere soddisfazioni di bisogni del tutto costruiti ad arte dall'oppressore, che nulla hanno a che fare con il vero bisogno primario umano: la libertà.
Una lettura di questo tipo è assolutamente necessaria, per fare un salto ulteriore nella comprensione delle dinamiche relative alla perdita di sovranità che ci accompagna storicamente dal Fascismo in poi.
Tramite il Fascismo si ebbe la perdita di sovranità popolare avvenuta attraverso la trasformazione del nostro sistema istituzionale da democratico ad autoritario e, successivamente, dopo la liberazione dal nazifascismo, alcuni fatti ben conosciuti, ci hanno mostrato una non completa possibilità di accedere a scelte sui nostri interessi come Stato. Possiamo citare la morte di Mattei e Moro come avvisaglie nette di questa dinamica, che poi è di fatto peggiorata nel tempo con un controllo non solo sulle scelte politiche interne, ma sulle dinamiche economiche in cui ci siamo fatti imbrigliare tramite il "Divorzio 1981" tra Ministero del Tesoro e Banca d'Italia, Maastricht, l'Euro e gli ultimi trattati europei (Lisbona, MES, Fiscal Compact, Dublino III). Vorrei consigliarvi una lettura sulla sovranità italiana, molto molto interessante: Sovranità limitata 1978-2018.