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mercoledì 29 ottobre 2014

CHE COS'E' IL TTIP?? QUALI SONO I FINI ECONOMICI E GEOPOLITICI DI QUESTO TRATTATO?

Salve gentili lettori.

Questo articolo lo dedicherò all'analisi, sottolineo del tutto personale, in quanto i documenti sono assolutamente segreti, di un nuovo accordo economico di libero scambio, il TTIP.
Che cos'è il TTIP? Proviamo a capirci qualcosa, ragionando sulle poche informazioni che sono di dominio pubblico, andando a scavare qua e la sul web. Affrontare questa analisi non sarà per nulla semplice.

Partiamo dall'aspetto più semplice del problema. Cosa significa TTIP? Fin qui è tutto molto semplice, perché esso è l'acronimo inglese di Transatlantic Trade and Investiment Partnership.
Questo trattato rischierà di cambiare la storia a noi cittadini europei, perchè esso avrà una funzione molto semplice, ma che potrebbe creare grossi problemi negli aspetti legislativi, buttando dal balcone anni ed anni di lotte europee che avevano posto sotto tutela moltissimi aspetti della nostra vita. Vi farò qualche esempio più in la nel corso dell'articolo.
Il TTIP è un trattato bipartisan, in corso di negoziazione da ormai diverso tempo ( se ne cominciò a parlare addirittura nel 2007) che interessa esclusivamente l'UE e gli Stati Uniti.
Attraverso questo accordo, le due superpotenze economiche mondiali sopracitate si impegneranno ad agevolare il libero mercato, e quindi, la libera circolazione delle merci e dei capitali, tra di esse. 

Primo aspetto. I risultati più facili da intuire saranno un abbassamento sostanziale dei dazi, se non una loro completa abolizione, ed una regolamentazione uniformata molto, molto agevolata sul passaggio delle merci tra UE ed USA.
Sono andato a controllare il peso esistente ad oggi, dei dazi vigenti tra le due superpotenze, e non mi sembrano per nulla proibitivi! anzi! sono molto vantaggiosi.
I beni statunitensi, per poter entrare in territorio europeo, pagano un dazio pari al 5,2%; mentre un bene europeo, per poter entrare in territorio statunitense arriva a dover sostenere un dazio pari al 3,5%. 
Entrando più nello specifico, i dazi che pesano sull'ingresso dei prodotti italiani negli USA toccano il 10% sulle calzature (20% in caso di calzatura con suola in gomma); il 5% sul tessile ( con picchi più alti per il lusso, del 16% sui maglioni, il 14% sulle camicie ed il 19% su stoffe particolari); sui macchinari si arriva al 1,2%; sulle bevande non alcoliche il 17%; sul settore agroalimentare, fondamentale nel nostro export, arriviamo al 4%, con picchi del 12% sui pomodori e l'11% sui formaggi.
Sono dazi ragionevoli, vigenti in ambo le parti. E poi, perché chiudere un nuovo trattato nell'età della globalizzazione? Parrebbe inutile, se non vi fossero altre, più scottanti tematiche sotto.

Secondo aspetto. Uniformare la legislazione tra i due continenti, significherebbe modificare in peggio (dal punto di vista europeo), una base solidissima di controlli e tutele, standard minimi di sicurezza per permettere la circolazione delle merci. Questo trattato colpirà in modo serio i prodotti alimentari (produzioni OGM, carne con ormoni ed antibiotici, latte arricchito, ecc) che sono normale vita quotidiana negli USA, ma che in UE non sono tollerati da decenni e sulla quale i controlli risultano essere certosini.
Pensateci un po', permettere il libero accesso sul territorio di prodotti agricoli, ma anche industriali, rischierà di far perdere la normale provenienza, luogo di produzione, di un qualsiasi bene (che sia esso prodotto agricolo con OGM, formaggio non di produzione italiana od europea, vino, olio d'oliva, ecc...). 
Ma non è mica tutto! infatti, questo trattato, non si pone solo l'obiettivo di aprire un mercato sempre meno regolamentato e sempre più aperto al liberoscambismo. Aderire come UE al TTIP, significherebbe permettere ad una qualsiasi mega impresa americana, o peggio ancora lobby, di partecipare e vincere un qualsiasi appalto sul nostro territorio continentale e nazionale. Il nostro tessuto industriale nazionale, è formato per la maggior parte da piccole e medie imprese, ed esse verrebbero completamente tirate fuori dai giochi su appalti medio grossi.

Terzo aspetto. E' altamente probabile, se non certo (dato che questo aspetto pare essere presente in una bozza del TTIP in presente in commissione europea), che la chiusura di questo trattato vada a fare le pernacchie a tutte le battaglie fatte anni fa sulle privatizzazioni. Qualora un servizio, precedentemente gestito dallo Stato, sia stato successivamente privatizzato, totalmente o anche solo parzialmente, tale privatizzazione, potrebbe rimanere inalterata, ovvero irreversibile. Ciao ciao referendum sull'acqua, sul nucleare. Dopo capirete il perché...ricordatevi che il TTIP avrà un importanza superiore a qualsiasi legge nazionale..capito??

Questa è solo una piccolissima parte dei motivi che stanno spingendo gli USA a forzare i tempi per la chiusura di questo accordo con l'UE. Gli altri aspetti sono geopolitici. 

La crescita spasmodica della Cina infatti, ha tolto grossissime fette di mercato agli statunitensi, relegandoli a secondo mercato mondiale. L'UE, da questo punto di vista, risulta essere un allettante mercato di sbocco, con la quale chiudere importanti accordi commerciali, sia per la Cina e sia per gli USA.
Limitare il mercato europeo ai cinesi, significherebbe per gli USA recuperare fette di mercato rispetto al colosso asiatico, stingendo l'UE a se con un cappio molto stretto, che non permetta più all'unione di staccarsi dal controllo statunitense, chiudendo accordi commerciali con l'alleanza Cina-Russia.
La paura statunitense è che l'impresa cinese, cresca di qualità e si espanda in settori oggi poco frequentati, se non in modo poco qualitativo. 
In più, chiudendo il TTIP, gli USA avrebbero grossi, grossissimi vantaggi economici, stimabili in un incremento nel medio periodo, del del reddito pro-capite pari al 13,4%, mentre gli Stati dell'UE si fermerebbero ad un incremento del 5%. Insomma, meno della metà. Questi dati, chiaramente, non li ha inventati il sottoscritto sconosciuto Simone Usai, ma sono stati pubblicati nel aprile del 2013 dalla fondazione tedesca Bertelsmann.

In più, analizzando l'impatto del TTIP nei confini continentali, scopriremo come i traffici di merci all'interno dell'UE, chiaramente, andranno a ridursi, privilegiando spostamenti di merci di portata transatlantica. Ed allora mi sorge chiarissima una domanda. Ma se di questo trattato di libero scambio tra USA ed UE si sta parlando già dal 2007, noi italiani, come mai abbiamo progettato il TAV? Questa grande opera non doveva servirci perché i traffici di merci tra Italia e Francia sarebbero cresciuti esponenzialmente nei prossimi decenni?? Niente di più falso! i traffici di merci tra Italia e Francia sono ormai in calo esponenziale dagli anni '80. Evidentemente il TAV serviva ad altro, non lo scrivo, perché tutti voi avrete già capito il mio pensiero.

Il trattato avrebbe una forza superiore alle leggi nazionali, ed a gestire la corretta applicazione del TTIP ci sarebbe un arbitrato internazionale.
Insomma, questo trattato, che si pone l'obiettivo di favorire gli scambi commerciali e gli investimenti tra UE ed USA, rischia di essere un pericoloso buco nell'acqua per noi cittadini europei. Esso rischierebbe di essere un forte boomerang, specie, come detto in precedenza, per i soggetti di medio-piccola caratura. Ops, guarda caso, la base del nostro tessuto industriale.

L'analisi che ho compiuto in questo articolo è il massimo che ho potuto fare su questo argomento. Spero che vi sia servita a rendervi più chiaro i fini economici e non del TTIP.

Alla prossima!


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