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martedì 22 novembre 2016

RAGIONAMENTO COMPLETO SUL NO AL REFERENDUM. IL 4 DICEMBRE #IODICONO.

Ripartirei facendovi leggere questo articolo, per poi proseguire nella nostra analisi, in cui questo tassello è essenziale, perché ricollega la riforma costituzionale alla Costruzione Europea: http://simosamatzai1993.blogspot.it/2016/10/referendum-costituzionale-un-libro-del.html. Esso si occupa dei contenuti che ho trovato durante la lettura di "Morire per Maastricht" di Letta, 1997.

E ora, possiamo proseguire!

Finiamola di dire che Renzi abbia fatto degli sbagli, perché non è così. Anche in questo caso, non si deve giocare con le parole. Sbagliare: Compiere un'azione in maniera non corretta. E Renzi non sta compiendo un'azione in maniera non corretta. In questi due anni e mezzo sta portando avanti delle riforme strettamente correlate tra loro, che non corrispondono alle soluzioni preferibili per i cittadini e la democrazia, ma non sta sbagliando. Dal suo punto di vista, sta facendo tutto bene.
Proviamo a ragionarci.
C'è contraddizione tra le dichiarazioni di Renzi e l'operato, ma questo è inevitabile, mica può spiegare il significato della riforma del lavoro:
<<Oh, sapete che c'è, stiamo svalutando il lavoro perché non possiamo svalutare la moneta essendo dentro l'Euro, che è un'unione monetaria, e quindi vi togliamo dei diritti per abbassare costi di produzione tramite diminuzione dei salari. E' l'unico modo per reggere ancora un po' dentro questo sistema UE neoliberista, liberoscambista. Da fuori arriveranno a sfruttare a basso costo la nostra forza lavoro che è una bellezza. Avete visto che bel manifesto abbiamo fatto girare per gli imprenditori esteri??>>.
Che figata che sarebbe una dichiarazione del genere, vero? 
Provatemi a dire che non abbia raggiunto lo scopo! quindi dal suo punto di vista ha lavorato bene.

Passiamo al combinato disposto riforma costituzionale-Italicum.

Collegate tutti questi puntini, mi raccomando.


"[...] Lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione del processo di integrazione europea e, in particolare, l'esigenza di adeguare l'ordinamento interno alla recente evoluzione della governance economica europea (da cui sono discesi, tra l'altro, l'introduzione del Semestre europeo e la riforma del patto di stabilità e crescita) e alle relative stringenti regole di bilancio (quali le nuove regole del debito e della spesa); le sfide derivanti dall'internazionalizzazione delle economie e dal mutato contesto della competizione globale; le spinte verso una compiuta attuazione della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione tesa a valorizzare la dimensione delle Autonomie territoriali e, in particolare, la loro autonomia finanziaria (da cui è originato il cosiddetto federalismo fiscale), e l'esigenza di coniugare quest'ultima con le rinnovate esigenze di governo unitario della finanza pubblica connesse anche ad impegni internazionali: il complesso di questi fattori ha dato luogo ad interventi di revisione costituzionale rilevanti, ancorché circoscritti, che hanno da ultimo interessato gli articoli 81, 97, 117 e 119, della Carta, ma che non sono stati accompagnati da un processo organico di riforma in grado di razionalizzare in modo compiuto il complesso sistema di governo multilivello articolato tra Unione europea, Stato e Autonomie territoriali, entro il quale si dipanano oggi le politiche pubbliche [...]".


Tratto dal Documento di JP Morgan del 2013.

«I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea. Quando i politici TEDESCHI parlano di processi di riforma decennali, probabilmente hanno in mente sia riforme di tipo economico sia di tipo politico. 
I sistemi politici e costituzionali del Sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti, governi centrali deboli nei confronti delle regioni, tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo, il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I Paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali 
(Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)».

Cosa persegue la riforma costituzionale?
Forma una perfetta linea di comando, che parte dal livello sovranazionale, passando per l'UE, e arriva al livello nazionale. Accentra i poteri verso l'esecutivo (che in questo modo è facilitato a recepire le direttive UE), più precisamente verso il presidente del Consiglio, svuotando di fatto i contrappesi che rendevano equilibrato il sistema tra potere esecutivo (Governo) e potere legislativo (Parlamento), e centralizza i poteri degli enti locali verso lo Stato centrale.

Entriamo nel dettaglio.

Articolo 55: Tra le funzioni del Senato NOMINATO, ci sono i rapporti tra Stato e UE.
"...nonché all’esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l’Unione europea. Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione europea". I senatori nominati, in sostanza, dovranno controllare che le direttive provenienti dall'UE, vengano rispettate.

Articolo 57: Formazione del Senato (74 Consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 nominati dal Presidente della Repubblica per altissimi meriti). "Il Senato della Repubblica è composto da novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica. I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori".
Articolo 70: Questo è forse l'articolo più pericoloso della riforma, perché tratta la costituzionalizzazione e quindi rigetto di incostituzionalità delle normative UE, e ci obbliga a perseguirle "...le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea";
Articolo 71:  Scadenza massima alla votazione di un provvedimento:
"[...] I regolamenti stabiliscono procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l’urgenza [...] il Governo può chiedere alla Camera dei deputati di deliberare, entro cinque giorni dalla richiesta, che un disegno di legge indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo sia iscritto con priorità all’ordine del giorno e sottoposto alla pronuncia in via definitiva della Camera dei deputati entro il termine di settanta giorni dalla deliberazione..." .

Articolo 83: Modifiche all'elezione del Presidente della Repubblica. «Dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell’assemblea. Dal settimo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti».

Articolo 117: Perseguimento dei vincoli derivanti dall'UE e clausola di supremazia del governo centrale sugli enti territoriali.
"La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali. e) moneta, tutela del risparmio, [...] armonizzazione dei bilanci pubblici; le altre voci fondamentali si occupano di regolare i rapporti di forza tra Stato e Regioni, con la clausola di supremazia. " Su proposta del governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero l'interesse della tutela nazionale".
Più o meno, non lamentatevi se le regioni non saranno chiamate in causa sul passaggio nel suo territorio di un gasdotto, per fare un esempio;

Articolo 119: Chiaramente, essendo vincolato lo Stato dai trattati UE, tutti gli enti a livello inferiore, devono rispondere di questi vincoli di stabilità:
"Comuni, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea".

Articolo 120: Il governo può sollevare dall'incarico governatori e sindaci in caso di dissesto finanziario (potere che fu revocato dalla sentenza n. 219 del 2013). (Mi ricorda molto la situazione di Roma).
«...e stabilisce i casi di esclusione dei titolari di organi di governo regionali e locali dall’esercizio delle rispettive funzioni quando è stato accertato lo stato di grave dissesto finanziario dell’ente».

L'Italicum, così come concepito, crea una maggioranza assoluta in un Parlamento dove il potere di sfiduciare il governo è limitato esclusivamente all'unica camera che rimarrà elettiva: la Camera dei deputati. Per questo motivo, sommando i risultati numerici in termini di seggi, e quindi di maggioranza affidata a un unico partito, con i poteri accentratrici sulla Costituzione contenute in questa riforma, gli equilibri risultano completamente alterati.
Il Movimento 5 stelle, con il suo andamento, ha creato l'unica falla a questo progetto di riforma, in quanto c'è un rischio alto che al ballottaggio vada a battere il PD, prendendosi una maggioranza bulgara monocolore, con una Costituzione accentratrice verso il governo. Aspetto che non era stato considerato inizialmente, data la grande vittoria di Renzi alle Europee, con oltre il 40%. 
L'unica falla del progetto renziano è stata proprio questa, che rischia di obbligare a una riforma dell'Italicum.

Pensiamo ora a una possibile vittoria del PD, con questa riforma confermata al referendum del prossimo 4 dicembre.
L'elezione del Presidente della Repubblica, dal settimo scrutinio risulterebbe assai facilitata (3/5 dei votanti), e basterebbe l'aggiunta di un numero esiguo di voti (nel caso altamente positivistico di presenza completa dei 730 votanti), per raggiungere il quorum (massimo 438 voti, nel migliore dei casi). In questo caso, si eleggerebbe un PdR a piacimento, e quindi rischierebbe di ottenere il controllo anche della Corte Costituzionale, in quanto 1/3 viene scelto dal PdR e 3 dalla Camera (dove grazie all'Italicum avrebbe la maggioranza). Quindi, 8/15 della Corte costituzionale! un controllo dall'alto delle componenti fondamentali.

Per gli elettori del PD, che spesso hanno additato altre forze politiche come antidemocratiche, chiedo di rovesciare il ragionamento! pensate a quest'altro partito al governo con questo sistema! sicuri che votare SI' a questo modello vi protegga da quello che ritenete essere un "grave pericolo per la democrazia"? Rifletteteci! ma, soprattutto, riflettete nel modello "linea di comando" che è stato preparato in questi 3 anni dal PD. Non pare esser democratico. :)
Ah.....e ora rileggetevi lo scritto di JP Morgan!
CONDIVIDETE! e spiegate queste ragioni alle persone!! facciamo rete.

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