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martedì 6 dicembre 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE - UN NO CHE SA DI LIBERAZIONE.

Sì, ci siamo ribellati a una riforma accentratrice del potere, e l'abbiamo fatto alla vecchia maniera, con un'affluenza che ha dell'entusiasmante, e io mi sono dovuto commuovere.
Mi sono commosso perché davo la partita per persa da almeno due settimana e sapevo che, se questo fosse stato lo scenario reale, con gli equilibri interni al nuovo sistema, riuscire ad approvare una contro riforma che portasse nuovamente in ordine la Costituzione repubblicana sarebbe stato praticamente impossibile. Impossibile per la variabilità delle maggioranze lungo il procedimento legislativo di una riforma costituzionale (la composizione sarebbe variata in caso di elezioni comunali e regionali) e miracoloso perché, il peso che avrebbe avuto il PD in quel Senato, avrebbe reso vano qualsiasi tentativo.
Ero già pronto a questo scenario, rassegnato al colpo da K.O., quando i cittadini italiani hanno deciso, così come fecero nel 2006, di proteggere la carta costituzionale in massa. Il voto che ho dato domenica mattina non lo scorderò mai, perché è stato il più importante nella mia pur breve esperienza da elettore, decisamente più pesante e sentito del pur convintissimo voto al Movimento 5 stelle delle elezioni politiche del 2013. La Costituzione è la Costituzione, e come ho potuto comprendere anche precedentemente al voto, mi aveva unito con altri cittadini che non credevo potessero mai votare nella mia stessa direzione. Questi sono i miracoli della Costituzione, che unisce ogni qualvolta si provi ad attaccarla.
Un 60-40 per il NO senza nessun appello, con uno scarto di 6,3 milioni di voti, 12,7 a 19. Ma il dato che pesa di più è il 69% di afflusso ai seggi.


E' inutile negarlo, resta ancora oggi la macchia pesante dell'articolo 81 approvato con più di 2/3 in seconda lettura nel 2012 e, conseguentemente, non passato tramite referendum. Quel pareggio di bilancio posto in alto nella gerarchia delle fonti, fino ad arrivare alla fonte costituzionale in modo folle. Questo NO nel momento in cui eravamo spalle al muro, deve posteriormente creare la consapevolezza che questa macchia vada riportata all'origine del 1948.
Sarà un discorso che si riaprirà, spero, nella prossima legislatura.

Ho provato in questi mesi precedenti al referendum, ma anche quando la riforma costituzionale era ancora in discussione in Parlamento, a mettere il mio minuscolo mattoncino in difesa della Costituzione, leggendo, informandomi e informandovi sugli scenari che si sarebbero aperti in caso di una vittoria del SI'.
Abbiamo scelto di darci ancora una possibilità, come popolo e questo è l'aspetto fondamentale.

Non so quanti di voi avessero letto il testo della riforma costituzionale e il documento allegato del governo, che a me aveva messo la pelle d'oca. Questo è il documento: https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLPRES/760060/index.html?stampa=si&part=ddlpres_ddlpres1-relpres_relpres1.
Ve lo ripropongo qui:

"Negli ultimi anni il sistema istituzionale si è dovuto confrontare con potenti e repentine trasformazioni, CHE HANNO PRODOTTO RILEVANTI EFFETTI SUI RAPPORTI TRA GOVERNO, PARLAMENTO E AUTONOMIE TERRITORIALI - INCIDENDO INDIRETTAMENTE SULLA STESSA FORMA DI STATO E GOVERNO - senza tuttavia che siano stati adottati INTERVENTI DIRETTI A RICONDURRE IN MODO ORGANICO TALI TRASFORMAZIONI ENTRO UN RINNOVATO ASSETTO COSTITUZIONALE"

In soldoni, i cambiamenti che abbiamo vissuto in questo periodo, hanno di fatto mutato l'assetto del nostro Stato, e con questa riforma si sarebbe andato a rendere costituzionale questo cambiamento.

In che modo? Nel passo successivo viene chiarito:

"Lo spostamento del baricentro decisionale connesso alla forte accelerazione DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA E, IN PARTICOLARE, L'ESIGENZA DI ADEGUARE L'ORDINAMENTO INTERNO ALLA RECENTE EVOLUZIONE DELLA GOVERNANCE ECONOMICA EUROPEA [...] E ALLE STRINGENTI REGOLE DI BILANCIO.



Ora, con le dichiarate dimissioni di Renzi, che avverranno successivamente all'approvazione della legge di bilancio, si apre un altro scenario, dubbio, instabile, che ci porterà a elezioni spero il più presto possibile, ma al massimo nel 2018 (la sentenza della Consulta sull'Italicum è fissata per il 24 gennaio 2017). A quel punto, ci giocheremo tutte le carte accumulate con questo referendum. 
Chi non ci sta più con le imposizioni sulla politica economica austera e deflazionista dell'UE, dovrà battere un colpo.

Lo scenario italiano è alquanto triste, ma per fortuna, i cervelli che hanno capito la situazione e informano fuori dal mainstream, sono di una qualità fuori dal comune. Parlo di Bagnai e Barra Caracciolo, fantastici nelle loro divulgazioni. Spero che più persone possibili salgano in questo treno d'informazione, aldilà della propria appartenenza politica.
Se avete compreso che il neoliberismo dell'UE, che ha nell'apice il suo strumento di controllo l'Euro, non perdete l'occasione: ideologizzati a sinistra che non sono cascati nella deriva neoliberista socialdemocratica basata sulla cosmesi dei diritti, attivisti del Movimento 5 stelle e cittadini sostenitori di forze euro scettiche, non perdete l'occasione, informatevi!

La spettinata iperbolica di Marco Travaglio all'informazione che c'è stata dietro questa periodo di campagna referendaria durante la Maratona di Mentana sul referendum, è stata fantastica. Il Fatto Quotidiano ha fatto tanto per promuovere le ragioni del NO, e dopo la batosta presa dal fronte del SI', si è voluto togliere un paio di sassolini dalle scarpe.



Sempre a proposito del tema, l'articolo di Bagnai sul suo blog Goofynomics (http://goofynomics.blogspot.it/2016/12/il-no-ai-media.html), apre speranze che io condivido in pieno, dato che proprio giovedì, ascoltando le ultime esposizioni di Travaglio sulle motivazioni del NO, avevo a mia sorpresa notato una decisione tale sui temi economici che mai avevo visto così vicini e conciliabili con la direzione da me auspicata.
Consiglio la visione, dal minuto 40 al 45.


In ultimo, i ringraziamenti a tutte le persone che si sono spese per il NO, con una speciale attenzione dagli attivisti del Movimento, ai comitati del NO, ai costituzionalisti, a Travaglio e company, a Barra Caracciolo, Bagnai, Fusaro, Mori, e i parlamentari del m5s.

Non abbassate la guardia proprio ora. Vigili e vogliosi di votare. 


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