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giovedì 9 luglio 2015

CINA - CROLLO PER LA BORSA CINESE. QUALI CONSEGUENZE POTREBBE AVERE?

Salve gentili lettori.

Mentre giustamente tutta l'Europa (e non solo) resta concentrata sulla tematica economica e geopolitica che vede al centro lo scontro tra la Grecia ed i creditori della Troika, dall'altra parte del mondo, in Cina, si stanno verificando una serie di eventi finanziari pericolosi qualora essi si protraessero nel tempo. Il rischio di trovarci di fronte all'ennesima bolla speculativa contagiosa per le economie mondiali per adesso non è realmente calcolabile, però i dati che ci troviamo di fronte andrebbero quantomeno analizzati.
Troviamo nelle ultime ore specialmente, un terrorismo informativo incredibile, che accomuna il referendum greco, con il crollo della borsa europea (che tra l'altro oggi si è ripresa, specie Milano).
Dovete sapere che il debito pubblico greco supera i 330 miliardi di Euro, di cui 240 dovuti alla Troika. Gli speculatori di borsa sapeva perfettamente che ci sarebbe stata una problematica pre e post referendum e si sono già protetti da tempo dai possibili rischi. Sappiate quindi che le conseguenze dei fatti greci sono minimizzati da questo punto di vista. Un casino apocalittico per 1,6 miliardi di Euro di rata dovuta dalla Grecia al fondo monetario internazionale, e non una parola sulla situazione che da settimane sta colpendo la borsa cinese.
Il fatto incredibile, è che nelle ultime settimane la borsa cinese ha bruciato l'equivalente di 2300 miliardi di Euro. 2300.....non 1,6... .
Ora, siamo realistici; credete che il problema dell'incertezza della borsa sia la Grecia, o la Cina?? Mmm, io non avrei dubbi, sinceramente.

La borsa di Shanghai ha perso l'8% in 24 ore e più del 25% calcolando un periodo mensile.

La notizia ha preso un po' di sorpresa tutti, ma in realtà questa situazione di pericoloso stallo al ribasso si sta protraendo nel tempo, ed aveva dato i primi segnali allarmanti già a maggio 2015.
Stiamo parlando di uno Stato dall'importanza economica e finanziaria basilare per l'intera economia mondiale, avente un debito pubblico in percentuale sul P.I.L irrisorio (inferiore al 20%), ma con un debito privato che, sempre in percentuale sul P.I.L. cresce a dismisura. Esso è aumentato in poco più di 7 anni di 57 punti di P.I.L. arrivando al 155% nel 2014.
Oggi più di 500 titoli cinesi hanno subito un blocco forzato, dovuto allo sforamento del limite massimo di perdita giornaliera (10%). Essi vanno a sommarsi ai precedenti 800, arrivando a 1300 titoli bloccati, circa il 50% dei titoli principe della borsa cinese. In tre mesi il crollo si è assestato intorno al 30%.

L'effetto ribassista ha colpito diversi indici asiatici, compreso Nikkei giapponese, che oggi ha perso il 3,1%, Taiwan -3%, Sydney -2% ed Hong Kong, che ha subito il peggior calo dal 2008 (-8,6% di picco massimo, con una chiusura a -5,8%)), ovvero dal crack della Lehman Brothers. 

Da un punto di vista macroeconomico, lo scoppio eventuale di una bolla cinese è vista dagli esperti in modo dubbio, in quanto nutrono speranza di immediata stabilità dovuta alla relativa gioventù del mercato cinese. Tuttavia se ciò non dovesse accadere, lo scoppio di una bolla cinese avrebbe gravissime ripercussioni economiche in tutti i principali paesi partner del colosso asiatico.
La Cina è la locomotiva trainate, che con i suoi surplus commerciali alimenta l'export sostenendo il mercato, Italia compresa.
La realtà dura e cruda ci dice che non è possibile prevedere le modalità attraverso cui una bolla scoppierà, ne il momento in cui succederà.

Che cos'è in parole povere una bolla speculativa? Semplicemente è una condizione del mercato finanziario che porta gli operatori di borsa ad investire al rialzo o al ribasso non perché si crede che quel determinato asset sia vantaggioso nel medio periodo, ma perché si pensa che tutti gli altri compratori o venditori pensino che lo sia, e conseguentemente si comportino in quella determinata maniera. Questo porta a speculare su specifici titoli, al rialzo o al ribasso con l'obiettivo di comprare in un momento di minimo e vendere in un momento di massimo lucrando la differenza. Questo comportamento si protrae nel mercato per diverso tempo, continuando a gonfiare il valore dei titoli in modo illogico ed irrazionale, fino all'esplosione, che ripristina i regolari valori di mercato.
Nel momento in cui si scatena il panico e la borsa va giù pesantemente, in modo altrettanto illogico si vende seguendo il mercato ribassista, perché si pensa che di li a poco il valore sprofonderà ancora di più.

Il pericolo per l'economia reale è che la bolla si sgonfi pesantemente, facendo perdere alla Cina la posizione predominante nell'economia mondiale, che la porta ad essere il traino. Se questo accadesse, le esportazioni verso la Cina diminuirebbero e conseguentemente ci sarebbe una minore domanda estera, quindi minor bisogno di produzione.
Dall'altra parte i beni cinesi aumenterebbero di prezzo perché l'esplosione della bolla farebbe diminuire l'offerta cinese, e tutti i beni importati aventi materiale di produzione o manodopera cinese, risulterebbero più onerosi per gli altri paesi importatori.

Dal punto di vista dell'unione europea, il pericolo principale è la svalutazione della moneta cinese, che metterà la Germania a rischio, in quando essa ha un surplus commerciale di 14 miliardi verso la Cina, ed a moneta svalutata le importazioni cinesi dalla Germania diminuiranno, facendo diminuire le entrate di capitale in Germania. Dall'altra parte, una moneta cinese debole, favorirà ancora di più le importazioni degli altri Stati dalla Cina.

Non so voi, ma io mi preoccuperei molto di più della situazione cinese, da un punto di vista finanziario. Stiamo parlando di una nazione che detiene esclusivamente in valuta estera sommata, un valore pari a 4 trilioni di Dollari! La paura che si verifichi nuovamente un contagio come accadde dopo la crisi dei mutui subprime americani mi spaventa non poco, dato che purtroppo dopo quel dissesto finanziario noi non siamo ancora riusciti a risollevarci (a parte le favole dei governi di turno).

Alla prossima.


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