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mercoledì 8 luglio 2015

LA MIA PREVISIONE SULLO SCONTRO GRECIA VS CREDITORI: A QUESTE CONDIZIONI LA GRECIA USCIRA'.

Salve gentili lettori.

In questo articolo vorrei trattare nuovamente due temi che sono stati, sono e saranno di cruciale importanza. In caso voi abbiate letto il mio blog nelle ultime settimane, avrete sicuramente seguito il mio punto di vista sull'evoluzione della situazione greca all'interno dell'Unione Europea ed all'interno dell'Eurozona. 

Il referendum di domenica scorsa ha portato con se una certezza: il popolo greco ha ripudiato la possibilità di accollarsi nuove misure d'austerità tali da "risollevare" le sorti socio-economiche del proprio paese. 
Una scelta che condivido, perché ragionando in modo razionale non si può sperare che un piano economico aventi le stesse caratteristiche dei fallimentari piani precedenti, possa portare ad un risultato positivo. La Grecia è la nazione europea che risulta essere più avanti nelle cosiddette "riforme strutturali" europee aventi come denominatore comune l'austerità. Un sì al referendum avrebbe portato ad un nuovo piano d'austerità ancor più pesante di quelli perseguiti dal 2009 ad oggi. Si parlava di un innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni, di un piano di privatizzazioni selvagge, di un innalzamento dell'aliquota IVA (già precedentemente toccata al rialzo), di un annullamento degli aiuti fiscali alle isole greche ed anche di un ancor più duro piano di deregolamentazione del mercato del lavoro.
Misure al limite dell'umano, per un popolo che già oggi è messo in grandissima difficoltà di tenuta.

Tsipras, con grande coraggio e spirito democratico, ha dato al suo popolo la possibilità di scegliere una determinata strada, alla quale lui si sarebbe accodato. E' vero, lui ha spinto verso il NO, ma dall'altra parte il terrorismo informativo proveniente dall'informazione generalizzata mi aveva fatto temere che le sorti del referendum fossero destinate verso un SI', simbolo della paura e della sicurezza del mantenimento di uno status quo, ormai esclusivamente di facciata.
Fortunatamente mi ero sbagliato, perché il popolo greco ha scelto l'orgoglio e la coesione sociale, attraverso una strada molto coraggiosa e di difficile interpretazione nel medio periodo. Il popolo della democrazia, ha offerto un grande esempio a tutti i popoli della periferia dell'unione monetaria, nella speranza di risollevare uno spirito di rinascita, indubbiamente complicata ma praticabile.

Credo che in questo articolo io debba provare a dire la mia, illustrandovi le possibilità che ritengo si possano aprire e soprattutto, spiegandovi la mia personale idea su quale di queste strade verrà imboccata.

Ipotesi n. 1 - LA GRECIA RIMANE DENTRO L'EURO.

Questa ipotesi è una delle più percorribili dal punto di vista intuitivo. Prima di tutto, come molti giuristi hanno ricordato in questi anni, NON ESISTE UN METODO DI USCITA UNILATERALE DALL'EURO. E' vero, nel Trattato di Lisbona (che io chiamo Costituzione Europea sotto forma di trattato), è prevista l'uscita di uno Stato dell'Unione dall'Unione Europea, ma l'uscita da essa non significherebbe automaticamente l'uscita dello Stato dall'Euro. In caso la Grecia riuscisse a trovare un accordo con i creditori riuscendo a rimanere nell'Euro, avrebbe nuova liquidità per 80 miliardi di Euro circa, che le permetterebbe prima di tutto di saldare il debito di 1,6 miliardi scaduto da una settimana (anche se il FMI da regolamento permette una dilazione di pagamento di massimo un mese rispetto alla scadenza stessa). Rimanendo dentro questo sistema la Grecia non farebbe altro che continuare in quel percorso di autodistruzione tale da chiedere nuovi crediti per coprire debiti pregressi. La crisi greca non avrebbe una fine.

Ipotesi n. 2 - LA GRECIA ESCE DALL'EURO.

Questa è un'opzione che nessuno ha mai praticato, che porterebbe all'esplorazione di una situazione mai capitata prima dall'inizio dell'unione monetaria nel 1999. Come vi ho spiegato prima, non esiste da trattato un metodo unilaterale per uscire dall'Euro. Approfondiremo tra poco.
Uscendo dall'Euro, per la Grecia si aprirebbero le porte di un ritorno alla piena sovranità monetaria, attraverso la stampa della "nuova Dracma", che presumibilmente andrà a svalutarsi pesantemente sull'Euro. Purtroppo, per uno Stato come la Grecia, non avente un settore export corazzato i benefici della svalutazione della Dracma, e quindi del recupero di competitività delle sue merci, non darebbe grossissimi vantaggi. La Grecia importa moltissimo e la svalutazione si ripercuoterebbe sui costi dell'import.
A condire questa situazione, ci sono gli studi derivanti dalle ripercussioni nel medio periodo dell'inflazione successiva ad una svalutazione. Qui c'è da fare una premessa: l'inflazione teoricamente dovrebbe salire a distanza di un anno dalla svalutazione pesante, ma la sua portata varia in base alla forza economica dello Stato. Mi spiego meglio. Lo studio su cui si basa questa realtà ha fatto notare che per i paesi industrializzati, dopo una svalutazione, l'inflazione a distanza di un anno si presenta in termini limitati (addirittura dopo la svalutazione post uscita dallo SME del 1992, l'Italia vide la sua inflazione scendere dal 5% al 4%), mentre per i paesi non industrializzati l'inflazione si presenta in modo assai più massiccio. Sinceramente alle condizioni attuali non saprei dove collocare la Grecia in una scala immaginaria di "industrializzazione".
Un altro tema assai importante sono i debiti. Purtroppo, a differenza dell'Italia, la possibile uscita della Grecia si complica ancora di più perché la grandissima parte dei suoi debiti esce dalla legislazione nazionale, inibendo la possibilità di applicare la LEX MONETAE.
Ciò significa che una volta uscita dall'Euro, la Grecia dovrà pagare i suoi debiti non in moneta corrente (nuova Dracma svalutata), ma in Euro. Un'ulteriore difficoltà.

Ipotesi n. 3 - LA GRECIA ESCE DALL'EURO E SI APPOGGIA ALLA RUSSIA.

Questa è l'ipotesi che ritengo più vantaggiosa per il futuro socio-economico della Grecia. Lo sappiamo tutti che, fatte le rispettive analisi sia sulla permanenza nell'Euro, e sia sul ritorno alla Dracma, la Grecia non abbia molte speranze. Tuttavia, ritengo plausibile un'uscita dall'Euro ed un accordo economico con basi geopolitiche forti che vada ad unire il popolo ellenico alla Russia ed alla Cina. E' indubbio che la posizione geografia della Grecia è di un'importanza estrema, controllare i porti della Grecia significherebbe controllare il Mediterraneo.
Questo lo sa Tsipras, lo sa l'UE, ma soprattutto lo sanno Obama e Putin.
Questa è una soluzione che auspicavo da giorni per la Grecia, già la settimana precedente al referendum, e finalmente oggi ho avuto qualche riscontro: TSIPRAS TRATTA CON MOSCA. Fonte: Il Fatto Quotidiano.
A dare questa notizia è stato Iuri Ushakov, consigliere diplomatico di Putin. Il piano B (ma neppure troppo), prende forma.
Chiaramente, questo accordo dovrà avere basi importanti che passeranno sicuramente dall'abbandono della NATO da parte della Grecia, e dal controllo di alcuni porti strategici nel Mediterraneo da parte della Russia. Trovate queste premesse, ecco che si potrà pensare al finanziamento da parte della nuova banca dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), della ripresa della Grecia dal punto di vista economico, con scenari chiari d'ingresso nel sistema.



Stiamo però arrivando ad una svolta, per il semplice fatto che la B.C.E. aveva fornito alla Grecia circa 90 miliardi di liquidità d'emergenza, che nonostante il limite di prelievo giornaliero imposto ad un massimo di 60 Euro, stanno terminando. Ormai siamo agli sgoccioli, non c'è più liquidità, ed a quanto abbiamo potuto capire in queste ultime ore la B.C.E. non parrebbe intenzionata a fornire nuova liquidità agli istituti greci.
Il ministro dell'economia tedesco Schauble, ha gelato Tsipras ricordando che trattati alla mano, non è possibile la ristrutturazione (il taglio) del debito greco pregresso. 
La Merkel negando a Tsipras qualsiasi trattativa, ma questo braccio di ferro ha chiaramente il fine di un invito al rilancio. Tsipras sarà costretto a presentare immediatamente un piano credibile che non si discosti troppo dal piano lacrime e sangue bocciato nel referendum di domenica scorsa. 
Il popolo ha dato la sua risposta... . Se la risposta verrà ascoltata, il piano che Tsipras presenterà dovrà puntare alla crescita, e quindi non potrà basarsi sull'austerità. Di conseguenza esso verrà bocciato dai creditori.
Senza liquidità a disposizione, per gli istituti di credito ellenici si presenterà l'obbligo di procedere al prelievo forzoso dai conti correnti dei clienti. 
Ps. Il bail-in entrerà in vigore in Italia dal 1° gennaio 2016, occhio.

Infine la mia previsione: credo che la permanenza della Grecia nell'Euro sia, date queste premesse, all'epilogo. Se sarà coerente con l'esito del referendum non potrà che uscire.
Dalle premesse sommate di Schauble, Merkel e B.C.E., la decisione sulle sorti della Grecia sono ad un bivio ormai prossimo. Prevarrà la paura di una svolta geopolitica della Grecia verso la Russia o l'educazione austera ed intransigente tedesca? Educarne uno per educarne 100? Non credo sia una strada vantaggiosa per la Germania, ma alla fine penso che la Grecia uscirà e troverà un accordo con la Russia, che le permetterà di essere supportata in un periodo che si preannuncia duro, ma finalmente sensato e con una prospettiva di futuro .

Valutazione finale: se la Merkel, la B.C.E. e Tsipras saranno coerenti con ciò che hanno sostenuto in queste ultime ore, l'accordo non si troverà, e la mancanza di liquidità costringerà la Grecia ad uscire. Obama è alla finestra però, ricordatevelo. Potrebbe metterci una manina lui e girare la frittata all'ultimo.

Alla prossima.



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