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venerdì 4 novembre 2016

LA SOCIALDEMOCRAZIA EUROPEA COME STRUMENTO DI CONFUSIONE DI MASSA.

Oggi parleremo di socialdemocrazia, perché voglio ampliare un piccolo post sintetico che avevo pubblicato pochi giorni fa nel mio profilo Facebook. Ritengo che questo sia uno dei temi fondamentali di questo periodo storico nella politica, e ormai non si può star zitti.

Pochi giorni fa stavo guardando uno spettacolo teatrale bellissimo di Dario Fo, incentrato sulla famosa morte dell'anarchico Pinelli nel 1969, quando ho avuto uno spunto di riflessione che solo un grande come Fo poteva darmi. Nel recitare la sua parte, a proposito dell'auspicio del suo personaggio pazzo (travestito da vescovo) di vedere instaurata al più presto una socialdemocrazia in Italia, a un certo punto afferma: "Perché finalmente allora si arriverà al punto che anche noi italiani potremo gridare...Per Dio siamo immersi nella merda fino al collo, ma è per questo che camminiamo a testa alta".

Ecco da dove nasce l'idea di ragionare sulla socialdemocrazia europea, sul suo sviluppo e su dove ci abbia portato, d'altronde "siamo immersi nella merda fino al collo, ma è per questo che camminiamo a testa alta"....un po' meno in sedi UE, a dirla tutta!!

Buona lettura.


Ma questa socialdemocrazia non sarà una fregatura colossale? Oggi la socialdemocrazia europea è la sintesi ideologica perfetta in un sistema non più realmente ideologizzato. Di ideologizzato, a ben osservare, rimane esclusivamente una fetta di vecchio elettorato, nostalgico degli ideali politici che oggi sembrano totalmente superati. Su queste basi, la socialdemocrazia europea applica politiche economiche liberiste, sotto una nomenclatura falsa di socialismo e, conseguentemente, si prende gioco e tira calci nelle parti basse ai comunisti vecchio stampo, che non hanno capito il cambiamento politico in atto già alla fine della prima repubblica o, per lo meno, se hanno compreso, diventano immediatamente complici di questo sistema. 
Di fatto, i vecchi comunisti si trovano ad appoggiare ciò che hanno combattuto in passato. Questo sistema si regge esclusivamente sull'ignoranza dell'elettorato, che vota con il pilota automatico, senza rendersi conto, in gran parte, del cambiamento che gli è passato di fronte. Una vera pacchia per questo sistema.
Questa ideologia economica, nell'Unione Europea, prende il nome di Economia Sociale di Mercato, ovvero un'evoluzione dell'ordoliberismo tedesco, nato successivamente alla crisi inflazionistica della Repubblica di Weimar, nel primo dopoguerra, provocata dalle sanzioni di guerra contenute nel Trattato di Versailles del 1919. Scrissi già dell'iperinflazione della Repubblica di Weimar e delle ripercussioni ideologiche attuali in questo articolo: http://simosamatzai1993.blogspot.it/2015/03/storia-liperinflazione-di-weimar-e.html.
L'Economia sociale di mercato si pone l'obiettivo di accettare l'esistenza di Costituzioni socialiste, come quella italiana, e data per assodata questa realtà, trova le contromisure per applicare comunque le politiche economiche liberiste portate avanti precedentemente alla stesura di queste tipologie di Costituzioni, che dovevano essere la protezione rispetto all'applicazione di queste scelte di politica economica.
L'obiettivo? Svuotare la funzione sociale dello Stato, riducendola all'osso, ma stando ben attenti a farlo in modo graduale, sia mai che qualcuno si svegli!
E, fidatevi, ciò è molto pericoloso, perché sotto la copertina calda e rassicurante di un'ideologia apparentemente comunista, i partiti socialdemocratici europei portano avanti politiche completamente opposte ai loro ideali passati (ma ancora millantati).
Ciò è pericolosissimo per l'autodifesa del popolo, che non ha più le conoscenze, si sente spaesato, senza più i punti di riferimento che permettevano una comprensione, a grandi linee, della politica che li circondava.
Perché, se privatizza la destra, è tutto normale, sta nel suo sistema voler ridurre l'azione statale sull'economia, ma se privatizzano quelli che si millantano ancora come comunisti a difesa della classe operaia, magari cantando "Bella ciao" in Parlamento, allora i loro elettori non capiscono più nulla. Le loro privatizzazioni vengono giustificate con il famoso "ce lo chiede l'Europa", ed ecco qui che rientra tutto in un perimetro accettabile, di progressismo, fasullo!
Se applica politiche di svalutazione salariale la destra, è normalissimo, lo fa per avvantaggiare gli imprenditori attraverso il libero mercato! ma se lo fa la sinistra, qualcosa non va, ragazzi. La sinistra non era quella che lottava per alzare la quota salari??
Se la sinistra applica svalutazione salariale, fa diventare la classe operaia schiava della legge della domanda e dell'offerta pure sul mercato del lavoro, e cessa realmente di esistere, perché sui diritti sociali piegarsi alla legge della domanda e dell'offerta significa piegarsi al potere dei grandi, dimenticandosi che tu sei nato per difendere i più deboli.
Gli elettori ideologizzati a sinistra cadranno perfettamente nel tranello del "ce lo chiede l'Europa", perché loro non possono immaginare di essere chiusi, loro sono progressisti, e percepiscono il progresso esclusivamente in moto d'avanzamento, e mai di retromarcia da un errore compiuto. Sono stati portati a credere che difendere la propria sovranità sia sinonimo di nazionalismo. Ma quando mai?? Non ci azzecca proprio nulla il sovranismo con il nazionalismo. 
Il sovranismo chiede solo di poter decidere liberamente e senza eccessivi vincoli esterni (vedi trattati UE ed Euro, magari vincoli costituzionali UE come la nuova riforma), il destino delle scelte politiche interne, attraverso un Parlamento libero e sovrano, democraticamente eletto. Ma se ti leghi perennemente al "non è colpa mia, c'è lo chiede l'Europa" diventiamo, come siamo oggi, sudditi e in più facciamo un'ulteriore magia. Il governo in carica, supportato dalla sua maggioranza, potrà scaricare le colpe sul "ce lo chiede l'Europa", non assumendosi la responsabilità dell'indirizzo scelto. 
La sinistra non era quella che voleva le politiche economiche di pieno impiego per tutelare il diritto al lavoro come fondamento costituzionale, e dava al debito pubblico un aspetto secondario? A parte che il debito pubblico diventa un problema solo quando non viene rifinanziato, cosa che sarebbe stata impossibile prima del divorzio 1981 tra Tesoro e Banca d'Italia. Ma ascoltate cosa pensa un socialdemocratico italiano (PD), ex Presidente del Consiglio sul Divorzio 1981 (vi consiglio il suo libro del 1997 "Euro sì, morire per Maastricht", fantastico, col senno di poi, per capire il proseguo della Costruzione europea, compresa la riforma elettorale alla ricerca del governo forte e la riforma costituzionale di Renzi). L'ho letto poche settimane fa. A proposito! voterà sì o no??



A sostituire i diritti sociali, arrivano i diritti cosmetici, qualche contentino, neppure troppo convincente sui diritti civili, su cui spostare l'attenzione, mentre i diritti sociali vengono depredati e svuotati. Eppure a me sembrava che l'articolo 3 della Costituzione (principi d'uguaglianza formale e sostanziale) parlasse chiaro anche sui diritti civili. 
Diritti sociali e diritti civili; non diritti sociali o diritti civili. La democrazia costituzionale non ammette scambi.

Ora abbiamo capito dove sta il problema, ma comincia lo scontro sulle soluzioni!

Alcuni dicono: vogliamo gli Stati Uniti d'Europa! e altri non sono d'accordo e vogliono fare marcia indietro. Io appartengo ai secondi.
Il perché è molto semplice, ma difficile da apprendere, almeno inizialmente, perché bisogna sgretolare tutta una serie di convinzioni sviluppate nel tempo. Io l'ho fatto grazie al giurista Barra Caracciolo, leggendomi i suoi due libri sui trattati europei e la Costituzione, con libri di economisti e guardandomi tante conferenze sul tema. Un percorso che ormai dura dal 2013.
La Costruzione Europea è un percorso molto lungo, e le tappe percorse sono state tante, a cominciare, dall'adesione del 1979 al Sistema Monetario Europeo (S.M.E.) e, come abbiamo visto nel video precedente, dal divorzio tra Ministero del Tesoro e Banca d'Italia del 1981, una vera pietra miliare in nome della "bassa inflazione", che ci ha preparato al parametro di Maastricht 1993 (inflazione non superiore al 2%). Peccato che dopo aver dato la facoltà alla Banca d'Italia di non acquistare i titoli di Stato rimasti invenduti, il tasso d'interesse si sia impennato, e con esso il debito pubblico nel suo complesso. Guardate il grafico o qualsiasi altra tabella. Il debito s'impenna dal 1981, in poi.
Ma non temete, un debito pubblico più alto, in realtà è funzionale al progetto dell'economia sociale di mercato, perché apre alle minacce di ritorsioni dei "mercati", con conseguenti attacchi speculativi stile "spread alle stelle" se non si fanno i compiti a casa, da buoni sottoposti a dicktat. Poi i dati macroeconomici peggiorano (vedi dati governo Berlusconi fino all'arrivo di Monti e successivi), ci dicono che hanno salvato una situazione disperata con governi tecnici, nascondendoci che in realtà non fosse altro che un attacco speculativo per far saltare un governo (le valutazioni sull'operato lasciamole da parte, siamo a un livello più alto, di sovranità). Quando si limita la propria sovranità, spostandola a livelli superiori, si perdono strumenti di aggiustamento, vedi svalutazione monetaria.
Pensate al patto di stabilità interno tra Stato centrale, regioni e comuni. Taglio centralizzato, clausole di salvaguardia in legge finanziaria, che danno facoltà ai sindaci di alzare le imposte comunali. Anche perché, o tagli i servizi, o alzi l'imposizione, non puoi trovare sprechi infiniti da dove trovare soldi.
Si scaricano le responsabilità ai livelli sottostanti, quando essendo lo Stato a finanza derivata, gli enti sottoposti dipendono dai finanziamenti provenienti dall'alto. 



Ma perché gli Stati Uniti d'Europa sono inattuabili?

Lo dice l'articolo 125 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea LINK:

1. L'Unione non risponde né si fa carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali, dagli enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da imprese pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto economico specifico. Gli Stati membri non sono responsabili né subentrano agli impegni dell'amministrazione statale, degli enti regionali, locali o degli altri enti pubblici, di altri organismi di diritto pubblico o di imprese pubbliche di un altro Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto specifico.
2. Se necessario, il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo, può precisare le definizioni per l'applicazione dei divieti previsti dagli articoli 123 e 124 e dal presente articolo.

Semplicemente, vieta la condivisione del debito, in quanto si afferma che l'UE non risponde dei debiti degli altri Stati nazionali appartenenti all'Unione e, contemporaneamente, gli Stati appartenenti all'unione non rispondono degli obblighi contratti dagli altri Stati dell'Unione stessa. Questa è una clausola molto importante e, senza questo presupposto, l'intera impalcatura che sostiene l'UE non avrebbe avuto i presupposti per essere tirata su.

Purtroppo, in un sistema di Stati in deficit, dove la fa da padrone uno Stato in surplus commerciale, che impone conseguentemente le sue politiche economiche anche agli altri Stati che cercando di non perdere la scia, questo presupposto è ferreo. Di conseguenza, l'unica strada che resta è smontare in modo ordinato l'Unione, ricostruendo i presupposti commerciali vantaggiosi, dato che darsi all'autarchia non sarebbe una genialata.

Questo articolo sarà servito a qualche elettore piddino, nostalgico di ideali vecchi, che il suo partito non difende da decenni? Ma chissà, pure a qualche grillino, un po' spaesato sulla strada da prendere. Se non capiamo perfettamente noi questi aspetti, non possiamo sgridare gli altri.

Speriamo!



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