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martedì 16 dicembre 2014

DISCORSO COMPLETO SULL'EURO.

Salve gentili lettori.

Vorrei dedicare questo articolo ad un discorso completo, a 360°, sulla tematica EUROEXIT, sperando che possa servire anche agli attivisti m5s nei banchetti di tutta Italia. 
Come abbiamo visto, siamo partiti davvero fortissimo nel primo fine settimana di raccolta firme per il referendum sull'Euro. Abbiamo bisogno di raccogliere 50 mila firme, ma siamo già andati oltre le 46 mila firme in soli 2 giorni!! stratosferici. Ma è solo un punto di partenza.
Per convincere le persone, in modo chiaro, dobbiamo riuscire a creare un discorso fluido, chiaro, dati e leggi alla mano.

Ed allora, partiamo con questo discorso. Buona lettura.

La moneta è un'unità di conto, che risulta funzionare da unità di misura di un qualcosa di non tangibile, ma percepibile esclusivamente dalla mente umana. Possiamo definire la moneta, come strumento a sostegno dell'economia reale di uno Stato.
Questa definizione calza a pennello col tema monetario, ma si può ritenere esatta, esclusivamente per una moneta di proprietà dello Stato, com'era la Lira. 
Con l'Euro, questa concezione di moneta è totalmente ribaltata, ovvero, è l'economia reale degli Stati che adottano l'Euro, ad essere lo strumento a sostegno di questa moneta. Con l'Euro, quindi, si è andata a ribaltare la funzione della moneta.
Per uno Stato avente sovranità monetaria, la moneta di Stato non ha alcun valore reale, se non il valore intrinseco della carta. Lo Stato, può rifarsi alla teoria del CARTALISMO di Knapp, che scoprì per primo quanto ho appena illustrato. La moneta ha valore, ed arricchisce esclusivamente chi la moneta statale la deve guadagnare attraverso il lavoro, al fine di soddisfare i suoi bisogni e pagare le imposte. 
La teoria che le imposte servano a finanziare il fabbisogno dello Stato, in uno Stato a moneta sovrana, non tiene. Prima lo Stato stampa e spende la moneta di Stato per offrire servizi, migliorare le infrastrutture pubbliche, e solo dopo aver speso la moneta, potrà tassare (altrimenti come farebbero i cittadini a pagare imposte su un reddito espresso con una moneta che ancora non possiedono???).
In realtà, la tassazione, ha una funzione fondamentale, ovvero quella di mantenere i parametri macroeconomici dell'economia reale, all'interno di alcuni parametri di sicurezza.
Uno Stato, arricchisce i propri cittadini spendendo a deficit, ovvero spendendo in quota maggiore rispetto alla tassazione che impone successivamente (in modo da aumentare la ricchezza privata).
Il debito pubblico di uno Stato è, al centesimo, al ricchezza privata dei cittadini.
Per uno Stato a moneta sovrana, un debito pubblico alto, significa maggior ricchezza privata dei propri cittadini. Stampando la propria moneta, inoltre, non potrà mai diventare insolvente!
Questa è la politica economica di uno Stato a moneta sovrana.

Con l'Euro, purtroppo, questo sistema non è attuabile.
L'Euro viene stampato dalla B.C.E., banca centrale composta dalle banche centrali degli Stati UE aderenti all'EURO (notate bene, le banche centrali, hanno un azionariato formato da assicurazioni e banche private. La Banca D'Italia, è una S.P.A.!! non è pubblica!!), e per approvvigionarsi di Euro, gli Stati aderenti, devono emettere titoli di Stato (debito pubblico), ed attirare finanziatori (banche internazionali europee, privati cittadini che vogliono investire o, come compratore di ultima istanza nel mercato secondario, direttamente la B.C.E), attraverso tassi d'interesse allettanti.
Per ogni 100 Euro in entrata, l'Italia, dovrà restituire 100 + interesse. 
I tassi d'interesse sul debito pubblico degli Stati aderenti all'Euro, variano in base all'entità del debito pubblico, ed alla possibilità che lo Stato potrebbe avere di non riuscire più a rifinanziarlo, andando in default. Più il rischio di default è alto, più il tasso d'interesse sui titoli di Stato cresce, per rendere allettanti e finanziariamente interessanti l'investimento. Ricordiamoci che se nessuno investisse nel debito pubblico, col sistema Euro, lo Stato fallirebbe (oggi questo non accade perché la B.C.E è diventata compratrice di ultima istanza, facendo abbassare notevolmente i tassi d'interesse sui titoli di Stato). Prima della caduta del governo Berlusconi, però, non era così, e l'Italia piazzava i suoi titoli di Stato ad un tasso del 6% (106 Euro in uscita per ogni 100 Euro in entrata). Si rischiò fortemente il default, prima che Berlusconi decidesse di dimettersi, e la B.C.E si prestasse a diventare compratrice di ultima istanza.
Capite che, se per ogni 100 Euro in entrata, ne uscivano 106, l'economia italiana non poteva tenere a lungo. Stavamo fallendo troppo velocemente, e quindi si decise di far intervenire direttamente la B.C.E., in cambio dei famosi compitini a casa (austerità, tagli ai servizi ed aumento dell'imposizione fiscale).

Il potere d'emettere la moneta di Stato è gigantesco e noi dobbiamo riappropriarcene il più presto possibile cari connazionali.
Ora lo so, vi hanno raccontato tante di quelle storielle negli ultimi anni sull'uscita dall'Euro che sarete spaventati, ma ora proverò a smontarvi le vostre costruzioni mentali passo dopo passo.

Cominciamo col dire che, il nostro percorso, è cominciato a novembre, con il deposito, presso in Corte di Cassazione, della proposta di legge popolare per l'indizione di un referendum consultivo sulla tematica Euro. Ci servono 50 mila firme per portarla in Parlamento (ne abbiamo raccolto, in soli 2 giorni, già 46 mila! ma il nostro obiettivo è arrivare a milioni di firme). Non è certamente un percorso facile, ma è l'unico che possiamo tentare da opposizione. Cercare di mettere al centro del discorso la cittadinanza è la giusta strada di democrazia diretta, ed è la strada più plausibile che si può tentare da semplice opposizione parlamentare. L'iter parlamentare non è facile, anzi, ma dobbiamo provarci. Con noi abbiamo un referendum consultivo sulla tematica europea indetto nel 1989, quindi chiunque vi dovesse dire che è una strada non percorribile, bleffa. E' percorribile, a patto che ci sia una grande pressione popolare, e ci sia la voglia degli altri partiti, di far valere la nostra Repubblica democratica.

Ora passiamo ai temi strettamente economici.

1) I debiti - Una volta usciti dall'Euro, il debito pubblico, ed i debiti privati, verranno denominati nuovamente in moneta sovrana, in base all'articolo 1278 del Codice civile. L'Euro non avrà più corso legale in Italia, e l'art. 1278, dice che i debiti si pagano in moneta avente corso legale nello Stato, al momento del pagamento.
Specifico che, questo ragionamento, varrà esclusivamente fino a quando il debito italiano sarà sotto legislazione italiana. Una volta entrato in funzione l'ERF (fondo di redenzione europeo, una sorta di contenitore dove verranno messe sotto tutela dell'UE le eccedenze dei debiti pubblici degli Stati firmatari oltre il 60% del rapporto DEFICIT/PIL), l'eccedenza del debito pubblico italiano andrà sotto tutela europea.....e, quindi addio LEX MONETAE.
Prendete il codice civile, libro 4, delle obbligazioni, e leggetevi gli articoli che vanno dal 1277 al 1281 (LEX MONETAE).

2) I debiti espressi in Lira o Euro? I debiti, una volta usciti dall'Euro, non rivaluteranno, in quanto, essendo legislazione italiana, si potrà andare in deroga all'art. 1278. Mi spiego meglio.
Es. Tizio ha un debito con Caio di 100 Euro. All'indomani però l'Italia esce dall'Euro, e secondo l'art. 1278, il debito, Tizio, lo potrà estinguere in " Lire ". Teoricamente, sempre secondo l'art.1278, Tizio dovrebbe pagare a Caio tante Lire quante bastano per colmare il suo debito espresso in Euro, ma nulla vieta allo Stato italiano di produrre una norma che vada in deroga all'art. 1278. A perderci sarebbe il creditore, non il debitore.

3) Svalutazione - Spesa con la carriola? Non scherziamo. Una volta usciti dall'Euro, l'Italia assumerà nuovamente una moneta di conto sovrana, che sarà 1 ad 1 con l'Euro. 1 Euro = 1 nuova Lira. Nel medio breve o nel medio periodo essa, secondo molti economisti, potrebbe svalutarsi di un 20% rispetto all'Euro, e questo, porterebbe ad un'inflazione in lieve crescita (si parla di 1-2-3 punti %). Nulla di catastrofico. Esiste uno studio che compara la svalutazione con l'aumento dell'inflazione, ma in questo studio sono presenti casi gravi, come quello dell'Argentina, quello dello Zimbabwe. Se si racchiude lo studio agli Stati economicamente avanzati, l'inflazione cresce di una forchetta variabile tra 1 e 3 punti %. Ma questo certi economisti non hanno voglia di spiegarlo.
La Lira potrebbe svalutarsi, ma non è detto che succeda. Ricordiamoci che dovendo pagare le imposte in Lire, tutti venderanno Euro per procurarsi Lire, e questo limiterà la svalutazione (che poi non è uno svantaggio per l'economia interna di uno Stato).

4) L'energia! costerà un botto!! - Anche qui, non è vero. L'Italia spende per approvvigionarsi d'energia (petrolio compreso), in media, un 2% del totale del suo P.I.L., se a questo sommiamo il fatto che il petrolio (è vero, è prezzato in Dollari, ma si può comprare con qualsiasi moneta) è ai minimi storici (56 dollari al barile), e che l'Italia gonfia di accise il prezzo della benzina, ecco che la tesi si sgonfia. Potremmo anche cogliere l'occasione al volo per investire finalmente in fonti rinnovabili, data la nostra posizione geografica invidiabile.

Ed ora, analizziamo il passato.

Lo SME (SISTEMA MONETARIO EUROPEO) è stato un sistema vigente per i paesi europei, Gran Bretagna compresa, dal 1979 al 1994. Esso era una sorta di Euro, dove i cambi nazionali erano fissati tra di loro attraverso una moneta fittizia, chiamata ECU. Ecco, l'Italia, non potendo più gestire le sue politiche monetarie, sprofondò, fino ad uscire dal sistema nel 1992, dopo la speculazione portata da Soros alla Lira. Si parlava di default ma, una volta uscita dallo SME, l'Italia rifiorì.


Questa è la bilancia dei pagamenti tra il 1987 ed il 2010. Vedete come l'Italia, durante lo SME, sia con l'acqua alla gola, ed importi più di quanto esporti. Dopo l'uscita dallo SME, però, l'economia italiana rifiorì, la Lira svalutò, e l'inflazione addirittura scese (dal 5 al 4%, altro che carriola per comprare il pane).
Il 1997, fu l'anno dove Prodi e Kohl trovarono l'accordo per l'ingresso dell'Italia nell'Euro. Da li cominciarono politiche restrittive (una sorta d'austerità in preparazione dell'Euro, che arrivò nel 2002).
L'Italia tornò a decrescere lentamente, per poi sprofondare proprio nel 2002, andando nuovamente in deficit della bilancia dei pagamenti. Il resto è storia!



Questo è un grafico molto, molto importante. Racconta la situazione delle importazione e delle esportazioni tra Italia e Germania.
Vedete come, durante gli anni dello SME, l'Italia sia in deficit verso i tedeschi, poi, dopo l'uscita nel 1992, lentamente, torni in surplus, per toccare picchi importanti nel 1996.
Nel 1997, l'accordo Prodi - Kohl, fece accadere quello che ho già raccontato ed, ancora una volta, il resto è storia.    




In chiusura, vorrei farvi capire cosa sia l'Euro nel suo sistema.

L'Euro, è una moneta estera per tutti gli Stati che l'utilizzano, oltre che per gli Stati esterni. L'Eurozona è, al netto, un economia chiusa (esporta grosso modo quanto importa, ed il gioco, in fin dei conti, è 0).
Questo porta, ad una concorrenza interna tra gli Stati dell'Eurozona, contraria alla cooperazione per la quale ci dissero che ci avrebbe portato vantaggi.
Il nostro maggior competitor, è proprio la Germania!! e per poter battere il colosso tedesco, l'Italia, in questi anni, sta abbassando le tutele dei lavoratori, al fine di abbassare i salari ed abbassare i costi di produzione delle merci, per tornare competitivi.

Siamo davvero sicuri che sia un gioco vantaggioso?
Non potendo svalutare la moneta, non essendo proprietari, svalutiamo il salario. Ma ricordatevi una cosa: mentre svalutando la moneta, il debito non cresce, perché i mutui sono indicizzati all'Euribor (una media dei tassi bancari europei), svalutando il salario, il debito si rivaluterebbe, perché lo stipendio si abbasserebbe, ma il vostro mutuo della casa, invece, rimarrà intatto.

Io preferirei svalutare la mia bella Lira, e tornare competitivo sull'export, perché per i paesi esterni all'Euro (Russia, Giappone, USA....ecc), sarebbe più vantaggioso comprare in Italia, come una Lira leggermente svalutata. A parità di qualità, la quantità di prodotto acquistata in Italia, con lo stesso capitale, sarebbe più alta, rispetto ad un acquisto in Germania!
E' vero, il BMW tedesco tornerà ad essere un privilegio da ricconi, ma insomma, se questo è il pegno da pagare per tornare ad essere liberi e felici nel proprio paese......freghiamocene delle berline tedesche!!! (poi, non credo che abbiano un gran vantaggio a perdere un mercato grande come quello italiano....abbasseranno comunque i prezzi ad un livello ragionevole).

Avrei tanti altri grafici da farvi vedere, ma allungherei troppo il discorso.

Ps. Ricordatevi che, prima dell'ingresso nell'Euro, l'Italia era la prima economia industriale d'Europa, mentre la Germania era solo la quarta... .

Alla prossima!
                

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