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venerdì 21 novembre 2014

EURO - L'ESPORTATORE E' VIRTUOSO MENTRE L'IMPORTATORE E' FANNULLONE...

Salve gentili lettori!

In questo articolo, che risulterà essere l'ultimo della settimana, vorrei riprendere nuovamente il filo logico che sto seguendo nella maggior parte dei miei articoli, da ormai due settimane. Quindi, riprendiamo nuovamente a trattare ed a discutere il tema Euro, concentrandoci, questa volta, su un aspetto che ancora non avevo avuto il tempo di valutare precedentemente.

Vorrei considerare l'Eurozona nel suo complesso, per vedere le situazioni macroeconomiche che si sono create, ed hanno portato ad un crollo profondo nella fiducia della popolazione europea verso le politiche comunitarie ( per informazioni specifiche, concentrarsi sul dato d'astensione alle ultime europee...). Lo so, l'UE e l'Eurozona sono due concetti differenti, ma non si discostano troppo nei temi macroeconomici ( fatta eccezione per la moneta degli Stati UE non aderenti all'Eurozona ).

Buona lettura.

Partiamo dalle dichiarazioni di Draghi, in risposta ad un deputato del MoVimento 5 stelle, in un'audizione avvenuta in una commissione del Parlamento Europeo.


Devo dire che, sentire da Draghi un'affermazione così forte, tesa all'irreversibilità dell'Euro, mi ha fatto gelare il sangue inizialmente. Insomma, in democrazia non c'è nulla d'irreversibile, perché tutte le scelte possono esser messe in discussione in qualsiasi momento, in base al potere popolare, o di delegati popolari, all'interno delle istituzioni nazionali e comunitarie. Sentire Draghi parlare di irreversibilità dell'Euro, sapendo che nessun italiano avesse, precedentemente all'ingresso nell'Euro, avuto il potere di dire la sua rispetto a questa tematica, non è che mi sia piaciuto troppo. 
Successivamente, però, ha parlato anche della possibilità di ogni Stato di uscire dalla moneta unica, qualora vi fossero le condizioni interne tali da permettere questa scelta all'interno delle istituzioni statali. 
Ecco, questo mi ha leggermente riportato sulla Terra, dopo aver provato, solo pochi secondi prima, un fortissimo sconforto.

Detto questo, passiamo al tema specifico dell'articolo, che vuole trattare l'Eurozona come un sistema per verificarne le falle che si sono create negli anni successivi alla sua nascita.

Se andassimo a verificare i dati sull'Eurozona, ci renderemmo conto che, al netto, essa si dimostra essere un sistema macroeconomico chiuso. Il P.I.L. comparato dell'Eurozona, al netto d'importazioni ed esportazioni, segna, nell'ultimo trimestre, un misero segno + dello 0,2%. Questo tende a dimostrarci che, il sistema si basa su una lotta interna tra gli Stati membri a colpi di riforme del mercato del lavoro, tali da precarizzare i diritti dei lavoratori, per abbassare i costi di produzione ed essere più competitivi rispetto alla concorrenza interna alla stessa Eurozona. 
La favoletta della cooperazione per sfidare macro potenze come U.S.A e Cina, era solo una stupida storiella. Ed ha funzionato davvero benissimo come ninna - nanna.


La verità, è che il nostro sistema è un sistema chiuso, dove chi riesce a prendere il sopravvento sugli altri, alza le proprie esportazioni ( produce di più, vende merci ed acquisisce moneta nel suo sistema nazionale ), mentre chi soccombe, troverà più vantaggioso comprare dall'estero ( importando beni ed avendo un flusso in uscita di moneta ). Questo sistema, nel lungo periodo, ha creato una super potenza ( Germania ), che ha assorbito il mercato interno degli altri Stati dell'Eurozona, ed ha piazzato le proprie merci in questi Stati periferici ( specie nei famigerati PIIGS ), gonfiandosi di flussi di moneta, mentre gli altri Stati importatori hanno visto, di contro, l'uscita di capitali e la desertificazione produttiva.

Si è formata la battaglia a chi esporta di più, come se l'esportatore fosse il buono della situazione, mentre l'importatore giocasse il ruolo del fannullone che non segue le regole e soccombe.
Ma ora vi pongo una domanda: secondo voi, senza un importatore, l'esportatore dove piazzerebbe le sue merci??

Molto semplicemente, non potrebbe piazzarle. L'economia è un gioco con almeno due parti, la legge della domanda e dell'offerta parla chiarissimo.

Quindi, io non trovo molto cooperante al suo interno, un sistema chiuso che si basa sulla perdita di diritti dei lavoratori, volto ad un solo, unico, obiettivo: TIRARSI GRANDI CAZZOTTI A VICENDA, PER VEDERE CHI E' IL PIU' BRAVO, NON A VINCERE, MA A RIMANERE SU PIU' A LUNGO DEGLI ALTRI COMPETITOR. 
Il giochino strano è che il più bravo della situazione ( Germania, in questo caso ) non se la passa benissimo, infatti, come crescita, risulta essere all'undicesimo posto tra le nazioni dell'Eurozona. Il periodo dell'analisi parte dal 2008, in poi. 
Tuttavia, molto semplicemente, sarà l'ultima ad andare k.o, in questo contorto e stupidissimo insieme di scontri di pugilato tra soggetti apparentemente cooperanti.

Pensateci, se il nostro è un sistema chiuso ( al netto! certo esportiamo, ma se esportiamo esattamente quanto importiamo, il giochino vale quasi 0 ), e la capogruppo ( Germania ) basa le sue esportazioni sulle importazioni dei PIIGS ( Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna, e direi d'inserire ormai anche la Francia ) arriverà ( e siamo prossimi a questa situazione ), il momento nella quale la desertificazione produttiva, creata da questa gara a chi è più bravo, non renderà più conveniente agli Stati in crisi importare dai tedeschi. Al quel punto, anche i tedeschi crolleranno ( ed i primi dati si stanno cominciando a vedere ), vedendo soccombere i loro mercati di sbocco.

QUESTA, E' LA GRANDE U.E. DELLA COOPERAZIONE...FANTASTICA, NON E' VERO??

Spero di esser stato chiaro. 

Alla prossima!


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