Translate

sabato 20 aprile 2013

E' FINITA LA SECONDA REPUBBLICA

Oggi, a mio modo di vedere, è finita la SECONDA REPUBBLICA.

Le dimissioni di Bersani, da segretario del PD, aprono una nuova fase che si spera sia più chiara ed efficiente. Queste le dichiarazioni del segretario del PD:

 «Consegnerò le mie dimissioni dopo l'elezione del presidente della Repubblica»

Inoltre, se non bastassero le dimissioni di Bersani, sono arrivate anche quelle di Rosy Bindi e, secondo me, a breve, potrebbero arrivare quelle di altri personaggi illustri del partito.

Cerchiamo di analizzare le tematiche che hanno portato ad una decisione così drastica, e comunque, visto i politici che ci hanno accompagnato in questo periodo, onorevole del segretario piacentino.

Bersani ha avuto la possibilità di creare un governo molto forte, con dei numeri importanti, subito dopo la sua vittoria nelle primarie del CENTRO - SINISTRA su Matteo Renzi e su Nichi Vendola. 
La coalizione di CENTRO - SINISTRA, in quel momento, poteva contare su una grandissima maggioranza sia su Berlusconi e sia su Grillo che, in quel periodo, era dato in leggera flessione.

Tuttavia, la campagna elettorale fiacca di Bersani ha fatto si che, un Berlusconi rinvigorito ed un Grillo eccellente, riuscissero a raccogliere voti dall'elettorato di CENTRO - SINISTRA, andando a creare, dopo le elezioni, una situazione di stallo perenne.

In quel momento Bersani, dopo aver ottenuto l'incarico di andare alla ricerca di una maggioranza dal presidente Napolitano, non ha portato a termine la sua missione, tergiversando sia con il CENTRO - DESTRA e sia con il MOVIMENTO 5 STELLE.
Quando si è arrivati a dover scegliere il nuovo capo dello Stato, tutti i nodi precedentemente coperti sono venuti al pettine, mostrando le profonde scissioni interne presenti all'interno del PD che, sinceramente credo non siano sanabili anche da un ingresso di Matteo Renzi alla guida di esso.

Prima il tentativo andato a vuoto con la candidatura di Marini, poi l'astensione di massa ed oggi un'ipotetica rimpatriata sotto il nome di Romano Prodi hanno fatto definitivamente fuori Bersani.

Infatti, come raccontato poco fa dallo stesso segretario PD, nell'assemblea precedente alla quarta votazione, alla proposta di supportare la candidatura di Romano Prodi, vi è stato un applauso unanime. Ma questa era solo facciata!
A dimostrazione di questo vi è stato il risultato della votazione: a Prodi sono andati solo 395 voti contro i 496 di cui il Pd e l'alleato Sel possono disporre sulla carta e contro la maggioranza richiesta di 504.
Ciò significa che ben un 1 piddino su 4 ha tradito il proprio segretario andando, inaspettatamente, a fare il franco tiratore.

Domani, come annunciato oggi da Bersani, il PD voterà in massa scheda bianca, prendendosi un giorno di riflessione, ma questo, invece, non avverrà in un partito alleato del PD, ovvero Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola, che chiederà ai propri parlamentari di appoggiare in massa il candidato grillino Stefano Rodotà.




Il candidato uscito fuori dalle QUIRINARIE del MOVIMENTO 5 STELLE, già oggi ha ottenuto un numero molto importante di voti, che si è attestato su un numero pari a 213, numero ben superiore rispetto ai rappresentanti grillini in parlamento.






Il vero vincitore, dopo oggi non si può più negare, è Beppe Grillo. 
Egli è ormai mesi che urla ai partiti che essi sono circondati, ed infatti ha avuto ragione.

In poco tempo è riuscito ad imporsi in parlamento con numeri molto grandi di eletti ed oggi è riuscito a fare fuori il segretario del partito più grande d'Italia. Questa scissione sarà difficile da ricomporre!

Il nome di Prodi è ormai saltato, come affermato oggi dal sindaco di Firenze Matteo Renzi.

Siamo in una condizione confusa, ma che potrebbe giovare ancora di più alla crescita del MOVIMENTO 5 STELLE, pronto per andare al governo al prossimo giro. 

Ciò che ritengo definitivo, è la fine della seconda repubblica.

Nessun commento:

Posta un commento