Translate

giovedì 6 dicembre 2012

PROBLEMA AMBIENTE? PROVIAMO COI CARBON CREDIT!

Salve gentili lettori.

Oggi vorrei parlarvi di una metodologia che potrebbe riuscire a spostare la tassazione, alleggerendo quella imposta alle imprese e gonfiandola a quelle che non dovessero riuscire a ridurre le proprie emissioni di CO2 da produzione. Sto parlando dei CARBON CREDIT.

Lo stesso Beppe Grillo durante il V3Day aveva parlato di una metodologia del genere, senza citare i Carbon Credit però! spero che essa entri definitivamente nel programma M5S.

Il problema ambiente non può non essere al centro delle nostre discussioni, infatti, è emerso dai recenti studi che, se non si ridurranno drasticamente del 40% le emissioni globali di CO2 la vita sulla terra rischia seriamente di arrivare ad un punto di non ritorno.
Gli accordi di Kyoto e le normative interne all’UE hanno fissato delle quote massime di emissioni per gli Stati che aderiscono alle convenzioni.
L'Italia non riesce a rientrare nemmeno nella quota di emissioni pari a 195,8 milioni di tonnellate di CO2 fissata dalla UE e inferiore del 6,3% alle 209 milioni di tonnellate proposte invece dal governo italiano.
Un'idea che potrebbe aiutarci è quella dei CARBON CREDIT utilizzata negli USA.
I CARBON CREDIT sono strumenti nati con finalità ambientali.
Infatti, si tratta di certificati che equivalgono, in pratica, a dei “buoni” per l’emissione di una tonnellata di anidride carbonica nell’atmosfera.
A mio modo di vedere, questo strumento, è una buonissima metodologia attraverso cui possiamo riuscire ad ottenere una riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera.
Ecco come si potrebbe utilizzare questa metodologia.
Lo Stato distribuisce alle imprese questi CARBON CREDIT che, chiaramente, hanno un loro valore di mercato e quindi costrituiscono un bene immateriale che si posizionerà nell'attivo del patrimonio aziendale.
Ora, le imprese che avranno nel loro patrimonio i CARBON CREDIT, potranno cercare di investire in ricerca al fine di produrre sempre meno emissioni di anidride carbonica.
Conseguenza?
Semplice, la conseguenza non può che essere positiva. Infatti le imprese che riusciranno ad adottare nel loro sistema produttivo delle tecnologie all'avanguardia, riusciranno a produrre meno emissioni e quindi, non avranno più bisogno dei loro CARBON CREDIT che potranno rimettere sul mercato.
L'aspetto positivo è dato dalle sempre minori emissioni, che sono il fine ultimo di questa metodologia, ma anche dei possibili utili per le imprese. Infatti se il loro investimento in ricerca risulterà meno dispendioso del valore di mercato dei CARBON CREDIT esse potranno vendere i loro "buoni" ed ottenere utili!
Da questo meccanismo ne gioverebbe tutto il sistema.
Le imprese che non riusciranno a stare entro i limiti dei loro CARBON CREDIT dovranno andare sul mercato ad acquistarne da chi invece, avendo investito in ricerca, sarà riuscito a ridurre più del dovuto le loro emissioni.
Il valore dei CARBON CREDIT chiaramente salirà nel tempo, in quanto lo Stato, ogni tot di anni, ne ritirerà una certa quantità dal mercato.
Le imprese che non dovessero riuscire a stare entro il limite di emissioni imposto dallo Stato, capiranno che è meglio investire i soldi in ricerca, rispetto a spenderli in nuovi CARBON CREDIT e si attiverà un sistema di investimente in ricerca che porterà nel tempo a ridurre al minimo le emissioni.

Vi è piaciuta l'idea??
Alla prossima gentili lettori!

Nessun commento:

Posta un commento