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mercoledì 4 novembre 2015

RILEVAZIONI ISTAT - LA BALLA DELLE DIMINUZIONE DELLA DISOCCUPAZIONE A SETTEMBRE 2015.

Salve gentili lettori.

Questo articolo sarà dedicato ai dati diffusi venerdì 30 ottobre dall'ISTAT, riguardanti il tasso di disoccupazione, occupazione e inattività, oltre ai dati in termini assoluti, che ora andremo ad analizzare.

Mi sono sentito palesemente obbligato a scrivere un articolo su questo tema perché purtroppo, per l'ennesima volta, ho notato un'informazione tendenziosa e parziale, specie nei telegiornali (che è ciò che mi spaventa di più), che da sola non mostra la vera faccia dei dati pubblicati dall'ISTAT. Raccontare solo una parte della verità è ormai tecnica risaputa, ma facile da smascherare. Tocca a noi cittadini munirci di santa pazienza, per andare ad analizzarci personalmente i dati facilmente reperibili proprio nel sito dell'ente statistico.


Buona lettura!


Precedentemente, ho scritto che i dati abbiano effettivamente avuto una spiegazione parzialmente giusta, ed ora, entrando nel dettaglio, mi voglio spiegare meglio. Secondo i rilevamenti effettuati nel mese di settembre, l'ISTAT ha rilevato un tasso di disoccupazione in diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente. Perfetto, questo dato è stato diffuso nei telegiornali nel modo appropriato. Avrete sicuramente sentito anche voi una grossa festa generalizzata sulla "ripresa economica ormai in atto". Quante volte l'abbiamo sentito dire dal 2008 ad oggi? Tante, io ci sono cresciuto con queste dichiarazioni. 

Ma andiamo avanti.

Un altro dato che emerge dalla pubblicazione dell'ISTAT è la diminuzione del tasso di occupazione dello 0,2%. Il dato riguarda 26 mila lavoratori dipendenti e 10 mila lavoratori in proprio. Quindi, ora abbiamo da analizzare due dati apparentemente in contrasto: da una parte, un tasso di disoccupazione in discesa; dall'altra, un tasso di occupazione che segue lo stesso trend del tasso di disoccupazione, andando anch'esso verso il basso. Sembra paradossale, ma non è così. Tutto ha una sua spiegazione.

E la spiegazione è la seguente.

L'ISTAT rileva in termini assoluti una diminuzione degli occupati pari a 36 mila unità, ovvero quel famoso -0,2% del tasso di occupazione che abbiamo visto in precedenza. 
Associato a questo, continuando l'analisi, scopriamo che in termini assoluti abbiamo avuto una diminuzione della disoccupazione di 35 mila unità.
Dobbiamo però sapere che lungo queste analisi la popolazione non viene esclusivamente divisa in OCCUPATI E DISOCCUPATI, ma anche in INOCCUPATI.
La distinzione tra un disoccupato e un inoccupato è semplice: il disoccupato è un cittadino che è in gioco nella ricerca di un lavoro, mentre un inoccupato è un cittadino che dopo un periodo di ricerca, si è arreso alla sua condizione sociale ed ha smesso di cercare lavoro (dato dai 15 ai 64 anni).

E' proprio per questo motivo che il tasso di disoccupazione può scendere nello stesso momento in cui decresce anche il tasso d'occupazione. Semplicemente, le diminuzioni di occupati ed inoccupati vanno a confluire nel settore degli inoccupati.

Ed infatti, nella rilevazione pubblicata il 30 ottobre scorso, gli inoccupati hanno avuto un incremento in termini assoluti di 53 mila persone (36 mila femmine e 17 mila maschi). Negli ultimi 3 mesi, abbiamo avuto un aumento dell'inoccupazione dello 0,4% (+0,6% a luglio, -0,6% ad agosto e +0,4% a settembre).

Ricapitolando:

DISOCCUPATI    - 35 mila persone;
OCCUPATI          - 36 mila persone;
INOCCUPATI     + 53 mila persone;


Il dato preciso delle spostamento da categoria a categoria non possiamo saperlo, perché non sappiamo quanti disoccupati siano ricaduti nella categoria OCCUPATI (per aver trovato un lavoro) e quanti invece nella categoria INOCCUPATI, essendosi arresi dopo mesi/anni di ricerche nulle. 
Tuttavia, possiamo dire che 54 mila persone in più del mese precedente non hanno un'occupazione 53+(36-35)= 54.

Il governo si vanta di questo dato, cari lettori. Ora che sapete...diffondete. Nonostante lo scandaloso Jobs act (qualora aveste lacune sul tema, IL JOBS ACT, NUDO E CRUDO.) che ha reso carta straccia i contratti di lavoro, tanto da annullare i contratti a tempo determinato, cancellando ogni speranza di pianificazione del futuro per le giovani generazioni a nome della flessibilità. Flessibilità significa salari più bassi per eccesso dal lato della domanda d'occupazione. Ci sono tanti disoccupati, abbassando i diritti si tiene il lavoratore "per le palle", tanto un sostituto sarebbe li pronto ad un salario ancora più basso. 
Nonostante l'abbassamento di salari e diritti, si è ottenuto in un anno un abbassamento del tasso di disoccupazione esclusivamente di un punto percentuale (notare che partivamo dal massimo storico, quindi peggio di così non si poteva fare). Tutto questo ottenuto da sgravi fiscali presentati dal governo alle imprese con le coperture solo annuali (2015), trovate attraverso la soppressione della legge 407/1990, che dava sgravi strutturali, non esposti a pareggio di bilancio (essendo la norma del 1990, e quindi esterna alle regole del fiscal compact) per 20 mila Euro a lavoratore, contro i 24 mila di Renzi, per un anno.
Ora, per l'anno 2016, il governo li ha più che dimezzati, portandoli a 6500 circa. Vedremo gli emendamenti alla legge di stabilità, comunque. E vedremo gli effetti che ci saranno lungo l'anno prossimo.
Salari più bassi significa tentativo di recuperare competitività abbassando i prezzi dei beni prodotti tramite tagli agli stipendi e ai diritti dei lavoratori. E' così che funziona l'Eurozona, e ciò che è più brutto, è il fatto che la partita si gioca dentro l'unione monetaria europea, non fuori.
Tutto questo si chiama DEFLAZIONE SALARIALE. Leggetevi qualcosa sul tema, perché ci siamo dentro. Vi propongo un mio articolo sul tema: EURO - IL LEGAME TRA AUSTERITA' E DEFLAZIONE.


Tutti i dati che vi ho esposto in questo articolo sono contenuti qui in questo documento P.D.F. del sito dell'ISTAT, cliccate qui dentro DATI ISTAT SETTEMBRE 2015, andate nella tabella a pagina 2 e verificate.

Alla prossima! condividete!!



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