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giovedì 2 luglio 2015

REFERENDUM GRECIA - SECONDO ME SONO CAMBIATE LE PROSPETTIVE DEL NO.

Salve gentili lettori.

Vorrei parlarvi brevemente del referendum greco che si terrà il 5 luglio prossimo, ma purtroppo il mio punto di vista dopo i fatti di ieri si è ribaltato. Non ho più la fiducia che riponevo su questo referendum 24 ore fa, perché il NO, a mio modesto parere, ha perso della sua incisività.

Buona lettura.

Pare che ieri non sia cambiato nulla, dato che l'accordo all'Eurogruppo non è stato chiuso, ma in realtà sono cambiati tutti i presupposti che reggevano questo referendum.
Tsipras nella prima lettera aveva posto un interrogativo molto chiaro ai propri connazionali: volete altra austerità, sì o no? Ora il no ha cambiato il suo significato iniziale, passando da "no, non vogliamo altra austerità" ad un più soft "votando no avremo un potere contrattuale migliore, per limitare i danni che comunque vada, si verificheranno".
Ho colto questo significato nelle ultime dichiarazioni di Tsipras, che ha continuato a spingere i greci verso il no per "avere più potere contrattuale".
Sono completamente cambiati i presupposti! Nel discorso di pochi giorni fa, il premier Tsipras aveva detto:

"Cittadini greci,
Negli ultimi sei mesi, il governo greco ha condotto una battaglia in condizioni di asfissia economica senza precedenti, al fine di attuare il mandato che gli avete dato il 25 gennaio.

Il mandato di negoziare con i nostri partner per realizzare la fine dell'austerità, e per riportare ancora una volta la prosperità e la giustizia sociale nel nostro Paese.

Si parlava di un accordo che mettesse fine al cappio dell'austerità per il popolo greco, non di un accordo che limitasse i danni ulteriori che si verificheranno a breve. I presupposti sono cambiati tantissimo.

La mia speranza che si reggeva su questo referendum era quella di un governo greco che avesse finalmente chiuso le contrattazioni con la Troika senza trovare nessun accordo perché ormai pronto a mettere in atto il piano B, preparato in questi mesi di governo Tsipras. Speravo che le continue contrattazioni fossero semplicemente un modo per completare la costruzione di un'alternativa differente all'austerità europea come metodo autoritario di governo. Tutto portava ad aprire questo scenario: i contatti di questi mesi con la Russia, la chiusura delle banche per 7 giorni, il referendum con Tsipras che spingeva seccamente verso un NO.
La Grecia ha una posizione geopolitica di un'importanza incredibile, e questo lo sanno sia i russi, sia gli USA, sia l'UE e chiaramente anche gli stessi greci. Per questo non mi sembrava impossibile un accordo con superpotenze come Cina e Russia, che in cambio dell'uscita della Grecia dalla NATO e del controllo di qualche porto strategico, la rialzassero dal punto di vista economico con un piano di emergenza.

Mi fanno ancora sperare le dichiarazioni di Varoufakis, molto secche: << Se vince il sì, mi dimetto >>. E purtroppo questo scenario che chiuderebbe completamente le porte a qualsiasi scenario anti-austerity, parrebbe essere quello più gettonato dai sondaggi. I greci hanno paura di un no, perché molte persone vedrebbero un rischio in una strada inesplorata.
Ed intanto la Merkel gongola...

Un passo avanti democratico è stato fatto con questo referendum, ma non è abbastanza, semplicemente per il fatto che sono cambiati i presupposti che avevano spaventato l'UE e gli USA sull'esito dello stesso. Il NO, per qualche ora, ha fatto davvero tremare.

Alla prossima.

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