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venerdì 31 luglio 2015

ECONOMIA - LE BASI DELLA DECRESCITA FELICE.

Salve gentili lettori.

In questo articolo vorrei trattare un tema a me molto caro: la decrescita felice.
Sono venuto a conoscenza di quest'idea economica di visione verso il futuro grazie al movimento 5 stelle, perché una buona parte delle idee interne alla Carta di Firenze del 2009, per istituire una base portante nei programmi delle liste civiche del Movimento 5 stelle, ha al suo interno idee prestate dalla logica della decrescita felice.
Proverò a semplificare i concetti che sono racchiusi all'interno di questo modo di concepire l'economia, in modo da facilitare la comprensione di una visione differente ed il più possibile circolare. Vedremo, nello specifico, la differenza formale e sostanziale tra decrescita e recessione; due fenomeni che hanno qualcosa in comune, ma che hanno radici completamente opposte nel loro sviluppo iniziale.

Buona lettura.

La decrescita felice è un concetto economico e di vita, portato avanti in Italia dal movimento per la decrescita felice, gestito da Maurizio Pallante. Spesso, ragionando sul nome stesso dell'idea economica, si traggono conclusioni affrettate, o del tutto sbagliate. I media ci hanno portato a credere che tutto ciò che sia una diminuzione di un qualcosa sia da visualizzare in modo negativo, ma non è così. La decrescita di un qualcosa porta alla conoscenza delle persone solo un fattore di carattere
quantitativo, che nulla ha a che fare con aspetti qualitativi. Per comprendere la bontà o meno del dato analizzato bisogna aggiungere al dato quantitativo (decrescita) un fattore qualitativo.
Es. Una decrescita dei malati di tumore è un fattore positivo per la collettività; la decrescita dell'occupazione è un fattore negativo per la società. 
Ecco che, dall'associazione di un fattore quantitativo con un fattore qualitativo, possiamo trarre le conclusioni sulla bontà o meno del dato analizzato.
Il significato positivo della parola crescita, ed evidentemente negativo della parola decrescita, deriva dall'ambito economico, in quanto siamo convinti nel sistema capitalista che una crescita del P.I.L. porti benefici in termini di benessere, di ricchezza, di aumento dei beni e dei servizi.
Ma il P.I.L. non può misurare realmente il benessere o il malessere in termini di crescita o decrescita, semplicemente per il fatto che esso è un parametro esclusivamente monetario. Esso prende quindi in considerazione solo i beni ed i servizi che vengono scambiati attraverso lo strumento del denaro.


Ora dobbiamo fare una distinzione tra termini che vengono confusi tra di loro: merci e beni.

MERCI ---> Le merci sono gli oggetti ed i servizi scambiati attraverso lo strumento esclusivamente monetario;
BENI  ---> I beni sono gli oggetti ed i servizi che soddisfano un bisogno e rispondono ad un determinato desiderio.

Da questa classificazione scopriamo che non tutte le merci sono beni, perché non tutte le merci soddisfano bisogni e rispondono a specifici desideri. Il più classico esempio di merce che non risulta essere un bene sono tutti gli sprechi (cibo che si butta, oggetti vari che si buttano, ecc...).
Scopriamo quindi che le merci, a differenza dei beni risultano essere dei problemi perché una volta arrivate al termine del loro ciclo d'utilizzo, vanno smaltite.
Un altro esempio di merci sono gli sprechi per il riscaldamento delle abitazioni. In Italia in media si consuma annualmente un quantità di gasolio pari a 20 litri o di metano pari a 20 metri cubi al metro quadro all'anno, mentre in Alto Adige solo 7 ed in Germania dal 1,5 ai 7 (nel peggiore dei casi). Tutta la differenza tra il metano realmente utilizzato per il riscaldamento e quello disperso per inefficienze varie dell'abitazione non sono un bene (perché non soddisfano un bisogno), ma sono una merce, uno
spreco.

La decrescita può misurare un miglioramento del benessere generale? Sì!

Il cibo che si butta crea un valore del P.I.L pari al 3% di esso. Se si azzerasse avremmo una diminuzione del P.I.L. del 3%, ma non ci sarebbe nessun peggioramento del benessere, anzi, ci sarebbe un miglioramento in quanto ci sarebbero meno rifiuti da smaltire.
Più medicine compriamo, più scambi monetari vengono registrati, più il P.I.L. cresce...e teoricamente più stiamo bene (se è vero che il P.I.L. misura il benessere di una società), ma sapete bene che questa è una grandissima falsità.
Quando a diminuire sono i beni si crea un malessere, perché mancano le condizioni per soddisfare i nostri bisogni, ma se a diminuire sono le merci (come vuole la teoria economica della decrescita felice) si creerebbe una diminuzione del P.I.L, ma non una diminuzione del benessere, perché si creerebbe una diminuzione degli sprechi, un efficientamento. Questo andrebbe a creare effetti positivi all'ambiente.

Esistono 3 tipi di differenze tra merci e beni, vediamole.

1) Ci sono merci che non sono beni: tutti gli sprechi, perché non concorrono alla soddisfazione di un bisogno pur essendo state acquistate ed utilizzate. Sono gli sprechi.
2) Ci sono beni che non sono merci, perché non vengono scambiate attraverso il denaro: sono i beni auto prodotti. Attraverso l'orto personale, per esempio si coltiva un orto personale e si sfruttano i beni fruttiferi per benessere personale: sono beni perché soddisfano bisogni personali, ma non sono merci, perché non vengono scambiati con denaro;
3) Ci sono dei beni che possiamo ottenere esclusivamente nella versione di merce: pc, tv, frigorifero, visite specialistiche, ecc. Tuttavia possiamo impostare una decrescita anche in questo caso, costruendo queste merci in modo tale da ampliare il loro ciclo di utilizzo e costruendoli in modo tale da poter recuperare le componenti per un futuro riutilizzo.

                                                        DECRESCITA E RECESSIONE

E' molto interessante analizzare i concetti di decrescita e di recessione, perché spesso si scontrano o si scambiano i significati erroneamente. Il significato di recessione, che stiamo tra l'altro vivendo da qualche anno è molto più facile da comprendere. La recessione è la diminuzione generalizzata ed incontrollata di tutta la produzione di merci, che si attiva da un fattore scatenante e che colpisce a catena tutti i settori dell'economia limitandoli.
Il concetto di decrescita invece è un concetto controllato. Per decrescita s'intende la diminuzione selettiva dell'utilizzo e quindi della produzione di merci, volontaria e dovuta a fattori che portano benefici di altro carattere alla società (ambientali, relazionali), senza colpire il benessere delle persone (l'abbiamo visto specificando la differenza tra merci e beni).

Essa può essere applicata su diversi campi, anche e soprattutto a livello di piccole comunità, come possono essere i comuni medio piccoli.

In un prossimo articolo, proverò a tracciare delle proposte che seguano la via della decrescita felice, partendo dall'acqua, energia, ambiente, rifiuti.

Alla prossima!

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