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lunedì 8 giugno 2015

ECCO COS'E' (PER ME) LA POLITICA.

Salve gentili lettori.

In questo articolo vorrei dedicarmi al concetto di politica. Ma che strano Simone, è la prima volta che in questo blog ti notiamo cimentarti in questa materia a te avversa... . Ora, a parte gli scherzi, io seguo la politica attivamente da quando avevo circa 13 anni, ovvero dal momento in cui mi capitò uno spettacolo di Beppe Grillo a portata di mano.
Se fino a quel momento la mia idea di politica era quella di un'attività noiosa, classista, aperta esclusivamente ad una cerchia ristretta di prescelti ed illuminati, successivamente alla visione di questo spettacolo, il mio punto di vista si rovesciò completamente.

Attenzione, preciso che la visione classista e ristretta della politica è innegabile che esista ancora, ma ora esiste un obiettivo: quello di aprire sempre di più le porte alla partecipazione attiva della cittadinanza, limitando il potere dei delegati popolari.

Ero li, davanti al mio pc intento a girovagare per youtube, quando, non ricordo il perché, aprì un video che cambiò per sempre la mia concezione della politica: Beppe Grillo Show del 1993.
Non credo nel destino, ma posso dire fu un gran colpo di fortuna.
Sono sicuro che qualsiasi italiano stia leggendo ora il mio articolo conosca bene almeno alcuni passaggi di questo monologo. Lo ripropongo più per forma di ringraziamento verso Grillo, che per invito alla visione.


Resterà uno spettacolo storico, uno di quelli che periodicamente si devono rispolverare, pur conoscendo ogni passaggio del monologo. Il funzionamento è grosso modo lo stesso dei classici natalizi.

25 novembre e 2 dicembre 1993. Sarà un caso, ma nacqui proprio nel 1993 e probabilmente tengo molto a questo spettacolo proprio per questo motivo, pur conoscendo anche gli altri monologhi di Beppe. Quella fu l'ultima apparizione di Grillo in RAI in versione comico - showman.

In quello spettacolo, diviso in due serate, scoprì il vero significato di politica, che poi è quello che ancora oggi mi porto come bagaglio culturale.
Grillo è riuscito a trasmettermi un concetto di politica completamente diverso dal classico riferimento ai confronti ideologici delle sinistre e delle destre, e l'ha fatto in modo tale da mostrarmela come semplificazione delle problematiche popolari e come diritto/dovere di ogni cittadino nei confronti della propria comunità.
Amo la politica e non capisco il perché, spesso mi rispondo che la amo semplicemente perché essa è parte attiva di ognuno di noi.
Avvicinarmi al suo blog, e successivamente al Movimento 5 stelle è stata un'operazione pressoché automatica.

Mi sono iscritto al Movimento 5 stelle perché ho imparato a concepire già da giovane età la politica in modo alternativo, che vada in una direzione tale da tagliare fuori il più possibile gli intermediari esistenti tra amministratore e cittadino. Non sarà sicuramente un percorso facile, e lo stiamo capendo molto bene da quello che avviene puntualmente sia in Parlamento e sia alle elezioni. L'insicurezza verso un metodo alternativo ed anche più impegnativo per il cittadino stesso, incute paura e responsabilizza di più, semplicemente per il fatto che una volta limitato il numero d'intermediari, non ci saranno più scuse in caso di fallimento politico.
Ma allo stesso modo questo è anche il bene della democrazia diretta. Essa garantisce libertà di scelta d'applicazione molto più ampia rispetto al sistema rappresentativo. Il motivo è semplice: se delegando ad un rappresentante nelle istituzioni sulla base di un programma si vota nella speranza che questi punti vengano portati a complimento, attivando un sistema di democrazia diretta che faccia partecipare attivamente il cittadino alla scelta step dopo step, questo problema si supera.
Per arrivare ad applicare la democrazia diretta così come intesa dal Movimento 5 stelle ci vorranno diversi decenni, per questo molto spesso da Grillo si sente ripetere che:<<Noi siamo solo la causa, gli effetti li vedranno i nostri figli e nipoti>>.
Un paradigma culturale non si cambia andando al governo, anche se il Movimento sta lavorando per arrivarci, mettendo le basi per velocizzare questo cambiamento popolare.

Per questo motivo non accetto la definizione di politica vista come "scienza del governare la società". Dentro di se questa definizione ha ancora basi precedenti all'applicazione della democrazia democrazia (basi classiste, di sottomissione di alcuni ceti sociali a pochi privilegiati).
Mi piace molto di più una definizione come questa: la politica è la scienza del bene comune, inteso come partecipazione popolare che porti all'applicazione di scelte migliorative e condivise.

Forse è solo un sogno, ma questa è la politica che vorrei e per la quale mi batto ogni giorno.

Chiudo citando Aristotele:<<L'uomo è per natura un animale politico>>. Ed allora tirate fuori l'animale politico che c'è in voi!

Alla prossima.

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