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mercoledì 4 marzo 2015

M5S - CHIARIMENTI SUL VOTO RIGUARDANTE LA RESPONSABILITA' CIVILE DEI MAGISTRATI.

Salve gentili lettori.

Questo articolo avrà un tema specifico, riguardante la responsabilità civile dei magistrati, collegata al voto parlamentare sul provvedimento del governo.

Ho letto che c'è stata un po' di confusione sul fatto che il Movimento 5 stelle abbia votato in modo differente nei due rami del Parlamento, quindi cercherò di chiarire le dinamiche che hanno portato a questa scelta, proponendovi le parole del deputato Andrea Colletti.

Buona lettura.

Partiamo nel nostro ragionamento attraverso l'analisi delle possibilità che c'erano all'interno di questo procedimento. Nella valutazione del provvedimento arrivato al Senato, c'era da scegliere una posizione netta tra due diverse possibilità, diametralmente opposte tra di loro: da una parte c'era la possibilità d'incardinare il provvedimento verso la responsabilità diretta dei magistrati, e dall'altra la possibilità di indirizzarlo verso la responsabilità indiretta dei magistrati. Vediamo le differenze.

Quando si parla di responsabilità diretta dei magistrati si parla di una responsabilità di un componente di un corpo dello Stato (la magistratura) che avrebbe rischiato di perdere ogni tutela rispetto alle sue decisioni giurisprudenziali. Immaginate un magistrato che in un determinato processo prenda una decisione che va a dare ragione ad una determinata parte piuttosto che un'altra. La parte processuale evidentemente colpita negativamente dalla sentenza del giudice, qualora ritenesse errata la sentenza del magistrato, avrebbe la " facoltà " di citarlo civilmente in giudizio.

Quando invece si parla di responsabilità indiretta dei magistrati, si parla di una responsabilità di un componente di un corpo dello Stato, che non potrebbe immediatamente essere citato in giudizio dalla parte offesa all'interno del processo, perché il magistrato, essendo protetto dallo Stato non verrebbe immediatamente colpito personalmente. La parte offesa all'interno del processo avrebbe la facoltà di citare in giudizio lo Stato, che qualora venissero a crearsi le condizioni andrebbe a pagare un risarcimento monetario all'altra parte. Successivamente, lo Stato, qualora lo ritenga opportuno in base agli elementi processuali, potrebbe rivalersi sul magistrato stesso.

Personalmente, per il lavoro svolto dal magistrato, piuttosto importante, responsabilizzato e di tutela verso il diritto, trovarsi di fronte ad una responsabilità diretta verso la sua persona, avrebbe portato al rischio di sentenze giurisprudenziali a rischio di condizionamento psicologico in base alla forza delle parti in causa (vedi presenza di banche, assicurazioni) che in caso di sentenza non conforme con le loro posizioni, avrebbero la possibilità di citare civilmente il magistrato. Non credo che questa sia la strada giusta.

Adesso valutiamo le scelte parlamentari sulle votazioni.

Valutando il voto al Senato, il MoVimento 5 stelle ha concesso una sorta di credito alla maggioranza, votando a favore del provvedimento incardinato sulla responsabilità indiretta dei magistrati. Questo perché il rischio di trovarsi incontro ad una maggioranza piuttosto fumosa, avrebbe portato al pericolo di un voto favorevole rispetto alla responsabilità diretta dei magistrati.
Un pericolo assolutamente rischioso e che fortunatamente è stato superato con il voto favorevole dei senatori m5s, nonostante non si condividesse in toto il testo normativo in votazione.
Sostanzialmente è stata un'apertura di credito con la speranza di un miglioramento della norma una volta giunta alla Camera dei deputati.

Alla Camera dei deputati, il voto al contrario, è stato in opposizione alla maggioranza.
Credo che, ascoltare le parole di Andrea Colletti sia il modo giusto per cominciare un ragionamento (video integrato a 5 giorni a 5 stelle).


Sostanzialmente le parole di Colletti sono molto chiare. Nel diritto le parole non sono un mero componente generico, ma debbono essere interpretate per arrivare ad una sentenza. La generalità esagerata della locuzione inserita nel testo normativo " costituisce colpa grave il travisamento dei fatti e delle prove " porta ad un rischio di eccessiva indeterminatezza e, conseguentemente, ad eccessive possibilità interpretative della norma citata. Essa risulta una locuzione generica, che si presta a diverse interpretazioni, e questo porterebbe a diverse cause, in quanto non si circoscrive ad oggetto specifico la colpa grave.

Per questi motivi, il Movimento 5 stelle ha scelto un voto opposto rispetto a quello espresso in Senato, perché il testo normativo apre a diverse interpretazioni e crea il rischio di numerose cause civili verso lo Stato, e successivamente a numerose rivalse dello stesso verso i magistrati. La chiarezza nel diritto è la base principale dal quale partire.

Le interpretazioni dei fatti e delle prove che portano ad una sentenza possono essere differenti in base alla soggettività di vedute riguardanti i fatti e gli atti processuali. Per quanto riguarda le interpretazioni normative possono aprirsi due diversi criteri d'interpretazione. Vediamoli.

- CRITERIO LETTERALE: che specifica che le norme vanno interpretate secondo il comune significato che le parole hanno nella lingua italiana. Questo criterio sarebbe la corsia preferenziale, tuttavia se la norma si presta a più interpretazioni, esso non può essere applicato, e si deve far affidamento sui vari criteri logici.

- CRITERIO LOGICO: che specifica che sulle varie interpretazioni aperte attraverso l'analisi del criterio letterale, si dovrà prendere in considerazione solo quello che meglio corrisponde all'intenzione del legislatore. Esistono diversi criteri logici, che si differenziano tra criteri logici soggettivi ed oggettivi.

Soggettivi:

Criterio logico psicologico: esso si basa sull'analisi dei lavori preparatori (discussioni dei lavori parlamentari che hanno portato all'approvazione della norma);

Oggettivi:

Criterio logico teleologico: esso si basa sullo scopo che la norma vuole andare a risolvere;
Criterio logico sistematico: esso tiene conto di altre norme giuridiche collegate alla norma che si deve andare ad interpretare;
Criterio logico storico: esso si basa sul confronto tra la norma interpretata e le norme precedentemente in vigore riguardanti la stessa materia della norma interpretata.

Ricapitolando, più una norma, un fatto, un atto si aprono ad interpretazioni plurime, più c'è il rischio di trovare sentenze dove, non avendo certezza del diritto, si sentenzia in modo meno oggettivo di quello che si potrebbe fare con norme chiare ed a interpretazioni il più oggettive possibili.

Alla prossima!

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