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giovedì 26 febbraio 2015

L'EURO, L'ITALIA, E LA PROFEZIA DI NOURIEL ROUBINI.

Salve gentili lettori.

In quest'articolo vorrei riprendere una sorta di profezia economica, dell'economista Nouriel Roubini.
Roubini è passato alla ribalta per una sua dichiarazione sull'Italia e sulla crisi che si sarebbe verificata nell'Eurozona, e sarà proprio di questo che parlerò.
L'economista, attraverso un'argomentazione piuttosto decisa sulla tematica italiana, riuscì a prevedere con notevole anticipo quello che ora stiamo vivendo nella nostra pelle, attraverso la crisi economica che stanno attraversando gli Stati mediterranei europei, tra i quali il nostro.

Ecco un estratto di cosa scriveva Roubini il 30 gennaio 2006, per lavoce.info:

"Come l'Argentina, l'Italia affronta una crescente perdita di competitività dovuta a una moneta sopravvalutata, con rischio di caduta delle esportazioni e crescita del deficit di parte corrente. Il rallentamento della crescita peggiorerà deficit e debito pubblico e lo renderà potenzialmente insostenibile nel tempo. E se la svalutazione non può essere usata per ridurre i salari reali, la sopravvalutazione del tasso reale di cambio sarà annullata attraverso un lungo e penoso processo di deflazione di salari e prezzi. La deflazione, però, manterrà alti i tassi reali e renderà più acuta la crisi di crescita e di bilancio. Senza le necessarie riforme, il circolo vizioso della stagdeflazione imporrà all'Italia l'uscita dall'Unione monetaria, il ritorno alla Lira e il ripudio del debito denominato in Euro". Fonte: http://www.lavoce.info/archives/23421/litalia-e-il-rischio-argentina/

Oggi, 26 febbraio 2014, molte delle previsioni di Roubini sono andate a compimento. Specifichiamo che il 30 gennaio 2006 in Italia non si era sperimentata ancora la crisi economica nella quale ancora ci troviamo (la crisi della Lehman Brothers, infatti, arriverà solamente nel settembre 2008 e per arrivare a colpire l'Italia ci volle un po' di tempo), ma si avvertivano già, proprio secondo Roubini, le prime avvisaglie che, in caso di un fattore scatenante X, l'Italia sarebbe potuta incorrere in una crisi versione Argentina legame 1 - 1 col Dollaro USA.

Gli squilibri macroeconomici non solo dell'Italia, ma di tutta l'Eurozona, a differenza della Germania erano evidenti agli economisti (sorpresa, non di debito pubblico, ma di debito privato, specialmente estero), anche se i capitali dell'unico paese in surplus riusciva a creare un equilibrio transitorio, di facciata, indebitando i PIIGS verso l'estero, e creando un mercato di sbocco per le merci tedesche, che a sua volta doveva reprimere i salari interni per non far crescere i consumi dei propri cittadini.

Oggi è chiarissimo come l'Italia abbia perso competitività nelle esportazioni, e già al tempo delle dichiarazioni di Roubini, l'Italia era un paese che pagava un deficit in bilancia dei pagamenti (era quindi importatrice netta di capitali).
E' molto chiaro, quando sei in surplus di bilancia dei pagamenti esporti capitali nei paesi in deficit e sei nella posizione di creditore netto; quando invece sei in deficit nella bilancia dei pagamenti, sei importatrice netta di capitali, in quanto con le tue entrate non riesci a sostenerti. E' un semplice sistema di compensazione. 
Da chi arrivano questi soldi? Facile! dai paesi in surplus! e l'unico paese trainante dell'Eurozona che è sempre stato in surplus dal 2001 in poi è proprio la Germania, che oggi prova a rientrare dai suoi crediti verso i paesi debitori (PIIGS) e deve chiaramente cercare di mantenere le politiche europee verso la deflazione, in modo da non farsi mangiare parte del potere d'acquisto dei suoi crediti ancora da esigere.
Non può esserci paese debitore se non c'è anche un paese (o più paesi) creditore, semplice, elementare.

Anche altri dati del ragionamento di Roubini si sono verificati:

- Il deficit annuale si sta verificando ripetutamente da anni (-3% anche nel 2014), con un aumento del debito pubblico di 80 miliardi circa nell'ultimo anno, per un totale di 2140 000.000.000 di Euro.

- Non potendo svalutare il cambio per rendere i prodotti competitivi all'export, ed i prodotti interni più convenienti anche per il mercato interno, abbiamo dovuto applicare la seconda strada, quella della deflazione salariale, il Jobs act vi dice qualcosa???
Siamo stati in deflazione per parte del 2014, e pare che lo saremo anche nel 2015.

Vedremo se l'ultima parte della profezia di Roubini si avvererà...

C'è da dire che non credo a tutte le profezie di Roubini, vi ricordo che fu proprio lui, il 4 aprile 2014, a definire il governo Renzi come l'ultima possibilità per l'Italia, mentre al contrario, definì un possibile governo a 5 stelle un disastro per il nostro paese (si riferiva forse ai possibili attacchi dei mercati?). Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/04/profezie-economista-che-ha-previsto-crisi/939031/.

Io nel 2006 avevo appena 13 anni, mi ero appena avvicinato al blog di Grillo e non facevo altro che festeggiare per il 4° mondiale di calcio vinto dalla nostra nazionale, figuratevi se potevo leggere già qualcosa di economia! 
Ero un giovane adolescente felice per il suo ritorno nella terra natia (Sardegna) avvenuto a novembre 2006, dopo 9 anni vissuti in Piemonte. Ad interessarmi d'economia ci sarei arrivato di li a poco, attraverso la curiosità che il blog di Beppe riuscì ad inserirmi nel mio D.N.A. politico.

Ho preso questa profezia di Roubinì, ma avrei potuto prendere decine di altri studi, per dimostrarvi che le unioni monetarie tra paesi aventi economie differenti, attraverso il ciclo di Frenkel (lo vedremo nei prossimi articoli, magari), raccontano sempre la stessa storia, con le stesse identiche modalità e lo stesso, identico epilogo.

Ps. Ho preso l'articolo di Roubini proprio per le sue dichiarazioni dell'anno scorso sul M5S, a dimostrazione del fatto che io voglio essere sempre il più oggettivo possibile, aldilà delle idee che gli studiosi abbiano sul movimento politico che appoggio.

Pps. Roubini era un sostenitore iniziale dell'Euro, quindi anche da questo punto di vista, ho scelto il parere d'un economista non di per se Euro scettico.

Alla prossima!

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