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mercoledì 10 dicembre 2014

JOBS ACT - PASSA ANCHE AL SENATO (TRAMITE QUESTIONE DI FIDUCIA), LA DELEGA DEL PARLAMENTO AL GOVERNO

Salve gentili lettori.

Questo articolo, vorrei dedicarlo all'approvazione della Legge delega sulla riforma del mercato del lavoro ( l'ormai famigerato JOBS ACT ) che, dopo esser passata alla Camera dei Deputati, è stata approvata anche al Senato della Repubblica, nella serata del 3 dicembre 2014, attraverso una nuova QUESTIONE DI FIDUCIA posta dal Governo Renzi.

Avevo dedicato un articolo specifico anche dopo il passaggio della Legge delega alla Camera dei Deputati ma, ritornare su argomenti così pesanti, non fa mai male. Il vero male è ignorare ciò che sta avvenendo sotto i nostri occhi.
E' importante tornare più volte a ribadire ciò che, a molti italiani, pare ormai una prassi consolidata, ma che in realtà, solo qualche anno fa, sarebbe stato un atto impensabile da parte del Governo.

Attraverso l'approvazione al Senato della Legge delega sulla riforma del mercato del lavoro, in sostanza, il Governo ha acquisito totalmente i poteri legislativi del Parlamento in questa specifica tematica. In poche parole, la riforma che colpirà il mercato del lavoro di tutti gli italiani, potrà liberamente scriverla il Governo.
I poteri ottenuti dal Governo sono sempre più grandi rispetto a quelli legislativi dei parlamentari ( si invito a leggervi dettagliatamente, e far girare questo articolo sul tema http://simosamatzai1993.blogspot.com/2014/10/m5s-cosa-significa-essere.html ).

La mia paura è quella che nella votazione finale, a legge totalmente pronta, si ponga nuovamente la questione di fiducia, a fine di porre nelle condizioni la maggioranza di votare la norma a scatola chiusa.
Siccome non fa mai male rispolverare il JOBS ACT, lo rifarò per l'ennesima volta, toccando esclusivamente i punti cardine.

- Partendo dai contratti, andrei subito a ribadire che, l'unico sostegno verso la " non precarizzazione del mercato del lavoro " contenuta all'interno del JOBS ACT, risulta essere la formula contrattuale del " CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO A TUTELE CRESCENTI ". 
Ho già spiegato le formule che potrebbe assumere questo contratto in altri articolo, ma vorrei riproporvele nuovamente. Esse sono sostanzialmente 2:

   - Un contratto di precariato assoluto ( in parole povere, si resterà in equilibrio in un filo sottilissimo       ), della durata variabile a seconda delle forme, tra i 3 ed i 6 anni. Successivamente a questo                periodo, si otterrà una stabilizzazione, in base alle modalità previste dallo svuotamento                        dell'articolo 18 della legge 300 del 1970 ( che subirà modifiche, dopo lo svuotamento di poche            settimane fa );

  - Oppure, seconda possibilità, una precarietà perenne, senza nessuna stabilizzazione successiva ai 3       o 6 anni di durata del contratto, ma con una sorta di indennizzo variabile a seconda dell'anzianità         del servizio prestato all'azienda.


- Secondo punto, la possibilità per l'azienda di ridimensionare l'incarico del lavoratore, a seconda         delle proprie esigenze;


- Terzo punto, che avevo già toccato nell'articolo che ho dedicato totalmente allo svuotamento dell'articolo 18 delle legge 300 del 1970; sostanzialmente, verrà tolto il diritto al lavoratore     dipendente di esser reintegrato all'interno dell'organico aziendale, per cause economiche o disciplinari, se pur il lavoratore dimostri l'infondatezza dei presupposti considerati per il licenziamento. A tutelare il lavoratore dipendente, una volta perduto il posto di lavoro, rimarrà esclusivamente un indennizzo economico.

Per una comprensione più approfondita del tema " articolo 18 " vi rimando ad un mio precedente articolo: http://simosamatzai1993.blogspot.it/2014/11/abolito-larticolo-18-ti-avevamo-voluto.html .

Vi invito ad ascoltare anche la dichiarazione di voto della sen. Nunzia Catalfo (m5s).


Alla prossima.



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