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giovedì 26 settembre 2013

PDL - DIMISSIONI DI MASSA?? SOLO L'ULTIMA PAGLIACCIATA...

Dopo l'assemblea dei parlamentari del PDL di ieri sera, sembra esserci stata la disponibilità unanime, di presentare le dimissioni in bianco al capogruppo Renato Brunetta.
Tuttavia, queste dimissioni di massa dei parlamentari PDL, entrerebbero in gioco solo nel momento in cui, la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, dovesse essere rattificata definitivamente dal Senato della Repubblica.

Questa mossa di Berlusconi, inizialmente, sembrerebbe mettere con le spalle al muro il già pericolante governo Letta.


Andando a spulciare il regolamento parlamentare, però, si noterà che quella di Berlusconi è solo una delle tante provocazioni lanciate per rafforzare la sua posizione e all'interno del governo attuale e in vista delle prossime elezioni.

Quale sarebbe l'iter parlamentare nel caso in cui i parlamentari del PDL, una volta recepita la decadenza del loro leader, presentassero davvero le dimissioni di massa??
I tempi per far decadere ognuno dei parlamentari del PDL si conterebbe non in giorni, settimane, mesi, ma in anni! ecco perchè questa mossa di Berlusconi non può che essere recepita come una provocazione, un bluff puramente propagandistico.

Infatti andiamo a vedere nel dettaglio come si svolgerebbe l'intera procedura di decadenza dei parlamentari PDL.

Nel momento in cui i deputati o i senatori decidessero di dimettersi, le camere di appartenenza ( Camera dei Deputati o Senato della Repubblica ) sarebbero chiamate a votare la decadenza da di ognuno di loro. Quanti sono i parlamentari del Pdl??  Sono ben 196 ( per la precisione 97 deputati e 91 senatori ).

Quando un parlamentare decade dalla sua carica, subentra il primo dei non eletti nella circoscrizione del parlamentare decaduto. Terminato questo passaggio, i seggi verrebbero divisi fra gli altri gruppi parlamentari. Insomma, per dirla tutta....non sarebbero sufficienti cinque anni di legislatura. 

Questa mossa di Berlusconi non fa altro che rendere il governo Letta sempre più legato alle proprie intenzioni; nel momento in cui Egli decidesse di staccare la spina, dovrebbe solo sfiduciare il governo ed aprire, quindi, una nuova battaglia elettorale.






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