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venerdì 16 ottobre 2015

L'ANALISI DI UN TWEET PIDDINO. IMMIGRATI E AUTOCTONI MESSI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI.

Salve gentili lettori.

Vorrei partire da quest'immagine.



Questo tweet del PD pone quantomeno degli interrogativi, perché interpretabile in due modi differenti.

Si parla manodopera straniera che si sta sostituendo a quella autoctona nei processi produttivi. C'è un fortissimo rischio di possibili incomprensioni in questo messaggio, ed esse non sono di poco conto.

Si dovrebbe parlare di integrazione ed inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro (sotto forma di nuova offerta), ma non di sostituzione. La sostituzione è premeditata a tavolino; l'inserimento, invece, avviene di pari passo con l'integrazione, a pari condizioni contrattuali con il resto della popolazione autoctona. Altrimenti si rischia di far intendere che la manodopera immigrata porti vantaggi perché meno remunerata, di conseguenza aiuti ad abbassare i costi di produzione e quindi il prezzo del prodotto finale (il che è già realtà, il problema è conosciuto ed esiste da un pezzo).

L'altra interpretazione è contraria alla prima. 

Ovvero, che questa situazione porti svantaggi agli autoctoni, costringendoli ad abbassare le loro richieste salariali per le prestazioni lavorative offerte. Il rischio di uscire fuori dal mercato del lavoro, contrariamente, sarebbe troppo alto. Su questo secondo ragionamento le forze di destra ci marciano alla grande. 

Ma la verità sta nel mezzo. Sappiamo che il risultato finale d'un abbassamento globale dei salari è stato perseguito, ed il motivo è la corsa all'abbassamento dei costi di produzione, che hanno incisione diretta sui prezzi dei beni, che penalizza sia gli immigrati che gli autoctoni per quanto riguarda l'aspetto salariale. Entrambi usati come capro espiatorio e messi gli uni contro gli altri a tavolino, mentre, al contrario, dovrebbero lavorare di pari passo per i loro diritti.
Parolina magica: jobs act; seconda parolina magica: deflazione salariale. La corsa all'esportazione disperata perseguita obbligatoriamente dagli Stati interni all'Eurozona porta a questi risultati, è chiaro.
C'è un continuo livellamento al ribasso per rimanere competitivi nel settore export, altrimenti si verrebbe tagliati fuori. Nel mentre però la domanda interna viene pugnalata continuamente da un minor reddito. Ci ritroviamo, quindi, con un tasso di disoccupazione estremamente importante.


Ricordate le parole di D'Alema sull'immigrazione in Europa? Nel dubbio vi posto il video.




La motivazione è solo questa, non c'è buonismo in queste parole, ma c'è da dire che, in questo caso specifico, non viene coperta la realtà del progetto con frasi di miele.

Alla prossima.

Ps. Nel mentre siamo ritornati nuovamente in deflazione....

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