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giovedì 8 febbraio 2018

CRISI DEMOGRAFICA - I DATI ISTAT 2017 E COLLEGAMENTI SULL'ECONOMIA E SULL'IMMIGRAZIONE.

E' di oggi la notizia che segna un nuovo minimo storico nelle nascite dall'Unità d'Italia, il 2% in meno tra il 2017 e il 2016. Nel 2017, le nascite si sono fermate a 464 mila unità, 9000 in meno del 2016.
Quello demografico è un problema serio, che va analizzato nei risvolti che esso mostra a livello economico e sociale. Proviamo a fare una piccola ricostruzione storica, prendendo come elementi base del ragionamento il calo demografico, il risparmio privato italiano, l'immigrazione e il ruolo dello Stato.





Fonte: Wikipedia per il grafico demografico e fef academy per il tasso di rispamio privato delle famiglie italiane.

Questi due grafici raccontano molto bene il nostro declino, che ha radici molto più antiche dell'Euro. Parte con la flessione demografica, che registra l'ultimo anno di crescita nel 1964 per poi avere un declino che ci porta sotto il tasso di riproduzione, che è pari a un livello leggermente superiore ai 2 figli per coppia (dato che dobbiamo prendere in considerazione il fatto che c'è chi, per scelta di vita, morte prematura o altri fattori, non dà vita a nuova prole).
Con meno popolazione, c'è meno domanda interna che dev'essere compensata con una maggior propensione al consumo individuale. Si riesce a intensificare la produzione in maniera fittizia delocalizzando la produzione e quindi deindustrializzandoci, per produrre a basso costo e reimportare. Nel secondo grafico, ci viene mostrato il tasso di risparmio delle famiglie italiane, che storicamente è stato uno dei più alti del mondo. Il primo aspetto che ci viene immediatamente all'occhio, è il trasferimento del risparmio in consumi.

Uno dei maggiori problemi che dovremmo porci è quello demografico, ma una politica del genere si può mettere in piedi esclusivamente con uno Stato al centro della vita collettiva, cosa impossibile con le logiche liberiste. Infatti, ad oggi, la soluzione che ci viene perennemente offerta sul tema demografico, è "importare capitale umano". Non ho usato a caso questa terminologia, perché essa è figlia del capitalismo neoliberista. Non dobbiamo uscire dalla logica del Capitale. 



(Qui la citazione di Sankara è fondamentale:<<Le masse popolari in Europa non sono contro le masse popolari in Africa. Ma quelli che vogliono sfruttare l'Africa sono gli stessi che fruttano l'Europa. Abbiamo un nemico comune>>. In questa citazione, si legge lo spostamento del capitale liberalizzato come fattore predatore. Il capitale, se così possiamo dire, non conosce patria, ma solo il profitto incondizionato. Questo è il liberismo. I rapporti di forza sono evidentemente diversi, ma la logica è la stessa.)


Questo servirebbe per comprimere ulteriormente i salari laddove c'è già un eccesso pazzesco di forza lavoro inutilizzata. Senza Stato nell'economia, questa via non è risolutiva, perché ci sarà sempre altro "capitale umano" da importare per comprimere ancora al ribasso i salari e ritrovare competitività sulle esportazioni. Se la crescita non può avvenire tramite domanda interna, che viene appositamente compressa abbassando l'influenza dei lavoratori tramite l'abbassamento dei salari, deve avvenire vendendo le proprie merci agli altri. 
Dovrebbe essere nuovamente lo Stato a poter investire nella famiglia (non mi interessa il tipo di famiglia), e creare le condizioni perché l'aumento demografico si sviluppi da sé. Sarebbe bella l'idea d'istituire una commissione d'inchiesta specifica sul tema demografico. Lo Stato, in questo momento, ha di fatto le mani legate rispetto all'economia, e non si può pretendere che esista un altro metodo per incentivare le famiglie ad allargarsi.
Non è risolutiva neppure dal punto di vista demografico questa soluzione, almeno secondo me, perché il problema italiano, se nasce dal 1964, sfugge esclusivamente a logiche collegate alla crisi economica, ma è fattore culturale. Un economista che tratta spesso la tematica demografica, Gotti Tedeschi, collega l'inizio del problema demografico con il concetto di paternità responsabile, uscito dal Concilio Vaticano II. Assorbendo la nostra cultura, la popolazione immigrata, nel giro di poco tempo assorbirà questo fattore culturale. La soluzione non è definitiva, ma solo tampone, oltre a creare ulteriori tensioni sociali, figlie di un'estremizzazione del conflitto sociale dal basso. E' da questo conflitto sociale che nascono episodi come quelli di Macerata.
Per concludere, l'economia e la demografia insieme si legano solo con un intervento di Stato a sostegno delle famiglie.

giovedì 1 febbraio 2018

L'INDOVINELLO DI TIZIO, CAIO E SEMPRONIO.


Tizio fissa il cambio con Caio e Sempronio e adotta con essi una moneta unica. Tizio ha abolito il rischio di cambio nei confronti della moneta di Caio e Sempronio e può prestare soldi a Caio e Sempronio senza che essi possano svalutare la loro moneta, tirandogli la sola.

Ecco che, protetti dalla moneta unica i capitali di Tizio dal Centro si dirigono in periferia, per finanziare Caio, perché Caio offre rendimenti più alti. Caio è felice, ma Tizio di più. Caio è felice perché si può permettere finalmente di comprarsi i beni prodotti da Tizio che prima costavano troppo e ora sono più a buon mercato, e Tizio è felice perché con questa logica finanzia le esportazioni di prodotti del suo sistema industriale. 
Caio cresce, ma il suo sistema privato si sta indebitando con Tizio. Importando troppi prodotti di Tizio il sistema di Caio si gretola. Tizio chiude i rubinetti del credito e Caio deve saldare con tanta austerità.
Se Tizio eccede troppo con i crediti al sistema di Caio, non c'è problema, perché arriva Sempronio, che nel mentre ha fatto saltare il suo governo via lettera banca centrale con l'imposizione di tante riforme liberiste e spread, e ha messo al suo posto un governo tecnico, che finanzia in parte il salvataggio delle banche di Tizio esposte eccessivamente ai debiti di Caio e impone al proprio sistema austerità e tagli ai diritti sociali, così da tagliare la domanda interna.
Il sistema produttivo di Sempronio deve quindi tagliare i salari per rimanere in competizione con il sistema di Tizio o, in alternativa, fare delocalizzazioni, deindustrializzando il proprio sistema. Intanto, il sistema di Tizio può permettersi di fare shopping nel sistema sia di Caio che di Sempronio, che privatizzano.
L'adozione di una moneta unica ha avvantaggiato Tizio o Caio e Sempronio? Ha avvantaggiato il capitalista del sistema di Tizio o l'operaio del sistema di Caio e Sempronio?