Salve gentili lettori.
Questo articolo verrà dedicato ad analizzare, da prima il concetto di democrazia rappresentativa ed a impostare un ragionamento completo sulle funzioni e sul significato di legge elettorale. Successivamente concluderò il discorso con il contenuto dell'Italicum, che il Parlamento si sta apprestando a votare nei prossimi giorni. Proverò a smontare il contenuto, per capire se la soluzione proposta risulti condivisibile oppure sia da rigettare per il bene della democrazia e, quindi, della cittadinanza italiana.
Buona lettura.
Partiamo dal concetto di democrazia.
Per democrazia, intendiamo una forma di governo, atta ad affidare al popolo l'esercizio della sovranità. Nello specifico, l'Italia è una democrazia rappresentativa, in quanto essa risulta essere una Repubblica parlamentare, nella quale i cittadini aventi il diritto/dovere di votare scelgono di eleggere dei rappresentati candidatisi, per essere governati in nome e per conto loro.
Indubbiamente le difficoltà che s'incontrano nell'attuazione di un vero sistema democratico sono innumerevoli, e mi piacerebbe fornirvi una citazione di Churchill:
<< E' stato detto che la democrazia sia la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora >>.
Ho voluto citare Churchill perché credo fortemente in quest'affermazione, ed ora vi spiegherò le motivazioni che mi portano a sostenerla.
Ritengo che la democrazia sia imperfetta, non tanto per la disonestà che spesso mostrano i rappresentanti eletti verso i propri elettori (quello è un passaggio successivo che si verifica talvolta), ma perché anche la democrazia rappresentativa non riesce ad accontentare tutti gli elettori, per il semplice fatto che manca una formula che garantisca la rappresentatività di ciascun elettore all'interno del Parlamento.
Proprio per questo motivo, il cittadino tende ad astenersi e qui nasce una nuova problematica. In democrazia, l'astensione viene accettata ma non contemplata, perché essa non ha una rappresentanza in Parlamento; questo distorce i risultati elettorali e, conseguentemente, la reale distribuzione dei seggi parlamentari.
E' vero che si potrebbe superare questa problematica sostenendo che tutti gli aventi diritto hanno il dovere civico di andare a votare, ma chi si astiene lo fa dopo un ragionamento che lo porta evidentemente a comprendere di non sentirsi rappresentato dalle liste candidate.
Ma il concetto di democrazia presuppone la rappresentanza di tutta la cittadinanza, non solo di chi si sente rappresentato da una specifica lista.
Bisogna abbandonare l'idea di legge elettorale come teorema matematico atto alla distribuzione di poltrone tra i partiti.
La legge elettorale è un concetto evidentemente matematico legato indissolubilmente al significato di rappresentanza della cittadinanza.
COSA S'INTENDE PER RAPPRESENTANZA?
Per rappresentanza s'intente riuscire, in base ad una legge elettorale ben strutturata ed ai risultati elettorali, a formare un campione dove tutti i cittadini trovino un proprio rappresentante all'interno dell'istituzione. Purtroppo, per problemi matematici riuscire a raggiungere l'obiettivo di una completa rappresentanza è impossibile.
Dobbiamo cominciare ponendo un paletto estremamente importante:
non c'è nessun metodo matematico utilizzabile all'interno di una legge elettorale, in grado di garantire la piena rappresentanza dei cittadini all'interno del Parlamento. Detto questo, una legge elettorale deve cercare di trovare le modalità più consone all'interno della propria Costituzione, per arrivare ad una rappresentanza più ampia possibile della cittadinanza all'interno del Parlamento nazionale. In scala proporzionale, ogni parlamentare rappresenta 50 mila cittadini italiani.
Dobbiamo sempre ricordarci che all'interno dei tre poteri di una democrazia ve ne sono 2 ben distinti che si ricollegano al ragionamento che stiamo portando avanti: potere LEGISLATIVO e potere ESECUTIVO.
Il potere legislativo è detenuto dal Parlamento, eletto a suffragio universale dalla popolazione attraverso delle elezioni regolamentate dalla legge elettorale in vigore. Il Parlamento rappresenta la popolazione per una durata classica di 5 anni (legislatura), ed ha la funzione di confrontarsi, proporre e votare delle migliorie all'impianto legislativo della nostra Repubblica.
Ad eseguire il volere del Parlamento c'è il governo, nominato dal Presidente della Repubblica, che entra in carica solo dopo aver ricevuto la fiducia da entrambi i rami del Parlamento (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica).
Al governo è quindi fornito il potere di dar esecuzione all'impianto legislativo della Repubblica, con specifica attenzione per le norme via via approvate dal Parlamento, ed esso resta in carica fino a quando la maggioranza del Parlamento lo ritiene opportuno.
Il governo è quindi uno strumento del Parlamento.
Il governo ha anche facoltà di produrre norme in caso di urgenza ( per approfondire il tema leggete quest'articolo
http://simosamatzai1993.blogspot.it/2014/10/m5s-cosa-significa-essere.html ).
Già da questa prima analisi cade una base fondante dell'Italicum. Infatti abbiamo compreso che, il concetto di legge elettorale non sia legato al significato di stabilità del governo, come il Renzi ci ha detto per mesi.
Ora analizziamo il significato di governabilità, che spesso viene confuso con il significato di stabilità del governo.
Secondo il vocabolario della lingua italiana (vi invito a verificare personalmente), per governabile s'intende un qualcosa che risulta essere manovrabile.
Quello che dobbiamo capire è chi, tra Parlamento e governo debba essere manovrato dall'altro.
Per capirlo dobbiamo chiederci chi, tra i due, sia il detentore del potere principale all'interno di una democrazia parlamentare. E tra i due, è chiaramente il Parlamento, perché esso risulta eletto dalla cittadinanza in sua rappresentanza, oltre essere il detentore del potere legislativo, ovvero il potere di proporre, discutere ed approvare nuove norme da inserire dentro l'ordinamento della Repubblica; mentre il governo è l'attuatore di queste misure, e risulta essere un organo nominato e subordinato ai membri parlamentari, che possono farlo cadere in qualsiasi momento sfiduciandolo. E' quindi il Parlamento che manovra il governo, anche se ormai la concezione di questi poteri si è completamente ribaltata.
Un esecutivo deve durare semplicemente per il tempo necessario a trasformare le idee della maggioranza in realtà tangibile.
Quando andiamo a votare, non lo facciamo per eleggere un governo, ma per eleggere i nostri rappresentanti all'interno del Parlamento, nella speranza di riuscirne ad eleggere il maggior numero possibile di rappresentanti della lista da noi sostenuta. Starà poi al Presidente della Repubblica nominare, tenendo conto dei risultati elettorali, una personalità in grado di presentare al giudizio del Parlamento una squadra di governo credibile in modo da ottenere la fiducia dalla maggioranza degli eletti in entrambi i rami parlamentari.
In caso di conflitto tra la maggioranza dei parlamentari ed il governo, cade quest'ultimo, mentre la legislatura continua nel suo corso attraverso la nomina di un nuovo esecutivo tale da trovare una maggioranza che lo appoggi in entrambi i rami del Parlamento.
Tutte queste logiche che vi ho appena illustrato, decadono completamente di fronte alla legge elettorale che si vorrebbe andare a rendere operativa, ovvero l'Italicum.
VORREI FARE ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL'ITALICUM, PRIMA DI ESAMINARLO.
Il bisogno spasmodico di una nuova legge elettorale nacque qualche anno fa, dal bisogno di trovare una nuova legge elettorale che vada a sostituire il Porcellum. Quest'ultimo fu successivamente ritenuto incostituzionale da una sentenza della Corte costituzionale, per il suo premio di maggioranza spropositato e per l'inesistenza delle preferenze. Inoltre, nella sentenza la Corte costituzionale ha dichiarato, senza interpretazioni possibili, che le liste bloccate debbano essere assolutamente abolite, che la legge elettorale debba mettere nelle condizioni l'elettore di esprimere delle preferenze e che i premi di maggioranza predisposti in partenza sono di per se incostituzionali (quindi l'Italicum è già incostituzionale).
Proprio la Corte costituzionale, dopo aver emanato la sentenza d'incostituzionalità ha fornito una trasformazione costituzionalmente sostenibile dello stesso Porcellum (il cosiddetto Consultellum). Basterebbe rendere eseguibile quel progetto già pronto.
Eppure, ad oggi, l'Italia è fornita di una legge elettorale, ma mancano i dettagli che la rendano applicabile, ovvero tutti i dettagli che spieghino al cittadino come votare con la seguente legge elettorale uscita dalla Consulta.
Renzi va dicendo da mesi che serva una legge elettorale che dica immediatamente, la notte stessa delle elezioni, chi sia il vincitore. Ma perché questa fretta? Come sempre successo, l'esecutivo precedente rimane in carica fino a quando il nuovo governo non ottiene la fiducia da entrambi i rami del Parlamento, quindi non c'è nessun periodo in cui manca un esecutore al volere parlamentare ( semplicemente, nel periodo d'attesa, ci sarà una sostituzione dei parlamentari, dovuta al subentro di una nuova legislatura).
Poi, altro aspetto importante, in Italia abbiamo ben 75 mila leggi (verificate su
www.normattiva.it), a differenza della Germania che ne ha circa 7000 e della Gran Bretagna che ne ha meno di 6000. Quindi tutta questa fretta da produzione non esiste, meglio la qualità della quantità.
L'Italicum perde il concetto di legge elettorale volta a creare in scala parlamentare la rappresentatività della cittadinanza espressa nelle elezioni, perché va alla ricerca della stabilità del governo, come se nella Costituzione ci fosse scritto che l'esecutivo debba rimanere in carica per tutta la durata della legislatura.
CHE COSA PREVEDE L'ITALICUM?
Secondo l'Italicum, se una lista dovesse arrivare al 40% dei consensi, avrebbe il 55% dei seggi, con un premio di maggioranza del 15%, che le darebbe il 55% dei seggi; mentre, se nessuna delle liste riuscisse a raggiungere il 40%, si andrebbe al ballottaggio tra le prime due liste, ed al vincitore verrebbero garantiti il 55% dei seggi (questo specifico caso lo vedremo in chiusura d'articolo con un esempio concreto).
Quindi, il primo passo verso l'incostituzionalità, proprio come avvenuto col Porcellum, è un premio di maggioranza spropositato. Addio rappresentatività della cittadinanza in Parlamento, in nome della stabilità dell'esecutivo (senza considerare che i votanti si sono ridotti ormai al 50% degli aventi diritto). Capite che, in questo modo, la legge elettorale diventi solo una norma atta a ridistribuire i seggi, perdendo il concetto base di democrazia, e quindi di rappresentanza popolare che abbiamo analizzato in precedenza.
Inoltre, l'Italicum sarebbe già di per se incostituzionale, perché presuppone che le modifiche costituzionali proposte dal governo Renzi vadano a completo compimento. Si parla esclusivamente di'una legge elettorale valida per le elezioni dei membri della Camera dei deputati, mentre il Senato della Repubblica si tralascia, sperando che la modifica del titolo V della Costituzione vada a compimento, trasformandolo in una Senato delle autonomie, con composizione formata da sindaci e presidenti di regione nominati che andrebbero a ricoprire il ruolo di senatori, in un Senato privato delle sue funzioni. Peccato (anzi, no) che per superare il bicameralismo perfetto servano ancora 4 votazioni parlamentari (2 per ogni ramo del Parlamento), come indicato dalla Costituzione. Tra l'altro la Boschi promise un referendum al termine delle riforme costituzionali per verificare la volontà popolare
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/07/24/riforme-boschi-ci-sara-referendum_49db3f9b-d40f-4373-b8ea-70934a780e77.html...promessa fasulla, perché lo dovrà fare solo perché costretto da Costituzione, non certo perché si atteggi da santo. La mia paura è quella che sulla scia della metodologia di governo renziana (che nulla ha di democrazia parlamentare), arrivi un ennesima fiducia come sua prassi quotidiana... . Sbaglierò? No credo, vedrete... tempo al tempo.
Nella sostanza, l'Italicum prevede la presenza di 100 collegi. Da ognuno di questi collegi verranno eletti 6 candidati; il 70% dei candidati sarebbero dei nominati dai partiti, con il vincitore che si prenderebbe il 55% dei seggi, nominando 2 deputati e lasciandone eleggere 1 dalla cittadinanza; mentre, al contrario, per i partiti perdenti verrebbero nominati 3 deputati, uno per ciascuna lista.
Insomma, se l'Italicum passasse avremmo 5 deputati su 6 nominati dai partiti, ed uno solo eletto dalla cittadinanza, che sarebbe un deputato del partito vincitore.
Con il Senato che per la modifica del titolo V della Costituzione diverrà un organo di nominati e non più d'eletti, avremmo anche una Camera dei deputati dove l'84% dei deputati verrebbe nominato (il 100% nel caso specifico dei partiti perdenti).
Inoltre si è andato ad aggirare la sentenza della Corte costituzionale anche sulle preferenze, con la presenza, proprio come nel Porcellum, delle liste bloccate, suddividendo il listone classico, in tante piccole " sottoliste ", dove il capolista viene bloccato e quindi, sostanzialmente nominato, mentre per i restanti componenti, ci si affiderà all'elezione. Dove sta il trucco di questa apertura?
Semplicissimo! se in un collegio che esprime 6 seggi (e quindi dal quale usciranno 6 futuri deputati), ci sono 6 liste, i 6 seggi verranno tutti nominati, perché verranno presi dai 6 capilista. Preferenze solo di facciata quindi... . Tuttavia non ci sarà una condizione di totale nomina per un semplice fattore. Vediamolo.
Ci sarà una disparità di trattamento tra gli elettori delle liste principali e delle liste minori, perché in caso di raggiungimento del 40% la lista vincitrice si prenderà il premio di maggioranza fino a salire al 55% dei seggi, e questo creerà una disparità di trattamento tra gli elettori. Mi spiego meglio, questo succederà perché in un collegio ci sarà più di uno eletto per la lista vincitrice, e questo permetterà all'elettore della lista vincitrice di eleggere un deputato (oltre al capolista nominato), cosa che non avverrà per tutti gli altri elettori delle altre liste perdenti, che vedranno entrare in Parlamento esclusivamente il componente capolista, che è un nominato.
Questo è incostituzionale, perché va contro l'articolo 3 della Costituzione, che parla di principio di uguaglianza formale e sostanziale, e qui mancherebbe l'uguaglianza di trattamento tra gli elettori di liste differenti.
Ora facciamo un esempio pratico d'applicazione dell'Italicum. In un elezione il 50% degli aventi diritto si reca alle urne; il partito A prende il 25%, il partito B il 20%, il partito C il 10% ed il partito D il 5%. Nessuno ha raggiunto la soglia del 40% e quindi nessuno dei partiti candidatisi prende il premio di maggioranza. Il partito A ed il partito B vanno al ballottaggio, dove il vincente tra i due si prenderà il 55% dei seggi. Quindi, sostanzialmente, supponendo il partito A come vincitore, esso avendo preso il 25% del 50%, si prenderà il 55% del totale dei seggi disponibili nel Parlamento, pur rappresentando realmente l'8% degli aventi diritto al voto.
E questa legge elettorale sarebbe specchio della volontà popolare???
Voi direte:<< Ma come?! Sappiamo già che è incostituzionale come il Porcellum, e la Corte costituzionale non la blocca in partenza? >>. Purtroppo, in Italia, questo non può avvenire perché la Corte potrà intervenire solo su norme approvate. In Francia invece si può intervenire nell'immediato. Ma siamo abituati ad avere il Parlamento illegittimo perché votato con una legge elettorale contraria ai principi della nostra Costituzione.
Sappiamo tutti che sotto questa legge c'è un accordo che non ha nulla di democratico. Ma l'entità del favore alla controparte la scopriremo nei prossimi mesi...(anche se già si è mosso qualcosa nelle ultime settimane).
Tra l'altro con il ballottaggio si viola anche il paradosso di Condocet, per cui se A è meglio di B, e B è meglio di C, non è detto che A sia meglio di C. Andando al ballottaggio si manda a quel paese anche questo principio matematico (ringrazio il Sen. Martelli per aver spiegato questo particolare al Senato).
Bisognerà valutare se la presenza del premio di maggioranza sarà riferito alle coalizioni o alle liste. Se il premio di maggioranza rimarrà per le coalizioni, questa legge elettorale si potrà definire come una norma fatta appositamente contro il m5s; se invece il premio di maggioranza andasse alla lista, allora la visione cambierebbe e aprirebbe, anche al m5s, la strada per sperare di governare vincendo al ballottaggio.
Lo dico da elettore del m5s, che spesso ha vinto le comunali con un sistema che prevedeva il ballottaggio. Dal punto di vista meramente elettorale, questa legge potrebbe non dispiacere al m5s, dato che non c'è scritto da nessuna parte che al prossimo giro vincerà il P.D. . Fossi in Renzi avrei paura di andare al ballottaggio con il m5s...ricordate le comunali di Livorno???
Ma come ho provato a spiegare in questo articolo, l'Italicum non è la legge elettorale di una democrazia rappresentativa, perché solo il 16% del totale del Parlamento verrebbe eletto (tutto questo 16% sarebbe solo della lista vincitrice). Questa è dittatura, simile al Parlamento argentino sotto il regime militare (i famosi Alzamanos), o alla Camera dei fasci e delle corporazioni.
Il m5s è andando in Parlamento per recuperare sovranità popolare, non per delegittimare il popolo, per questo si opporrà con tutte le sue forze, aldilà degli eventuali vantaggi che ne potrebbero scaturire indirettamente.
LA LEGGE ELETTORALE, COME HO SPIEGATO NELL'ARTICOLO, E' BEN ALTRA COSA RISPETTO AD UN GIOCHETTO DI POLTRONE.
Spero di esser stato esaustivo.
Alla prossima!